Israele-Iran, Khamenei si rivolge al popolo parlando di “vittoria schiacciante” sul “regime sionista”. “Porgo le mie congratulazioni per la vittoria sul fallace regime sionista”, dichiara la Guida suprema dell’Iran rivolgendosi alla “grande nazione iraniana”.
“Nonostante tutto il clamore e tutte le affermazioni, il regime sionista è quasi crollato ed è stato schiacciato sotto i colpi della Repubblica Islamica”, afferma l’ayatollah in un messaggio rivolto alla “grande nazione iraniana”, riferendosi a Israele. Poco prima, sull’account X di Khamenei era stato annunciato che era atteso a breve un suo messaggio video.
“Le seconde congratulazioni sono per la vittoria del nostro caro Iran sul regime americano. Il regime statunitense è entrato direttamente in guerra perché riteneva che, se non lo avesse fatto, il regime sionista sarebbe stato completamente distrutto. Tuttavia, non ha ottenuto nulla da questa guerra. Anche in questo caso, la Repubblica Islamica è uscita vittoriosa e, in cambio, ha sferrato un duro schiaffo in faccia agli Usa“, ha detto ancora Khamenei.
Il leader supremo dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, ha avvertito che gli Stati Uniti “pagheranno sicuramente un prezzo molto alto” se attaccheranno nuovamente l’Iran. In un apparente riferimento a un attacco missilistico contro una base statunitense nel vicino Qatar, Khamenei ha affermato che “un’azione del genere può ripetersi anche in futuro”, aggiungendo che l’Iran ha “accesso ai centri chiave degli Stati Uniti nella regione e può agire ogni volta che lo ritiene necessario”. “Se dovesse verificarsi qualsiasi aggressione, il nemico pagherà sicuramente un prezzo molto alto”, ha assicurato Khamenei in un videomessaggio trasmesso in tv.
“Il regime americano è entrato in guerra aperta perché sentiva che, se non fosse entrato, il regime sionista sarebbe stato completamente distrutto. È entrato in guerra per salvarlo, ma non ha ottenuto nulla di importante“, ha detto ancora Khamenei. “Il presidente degli Stati Uniti ha esagerato gli eventi in modo non convenzionale”, ha aggiunto Khamenei, “chiunque abbia ascoltato quelle parole ha capito che c’era un’altra verità dietro la superficie di queste parole. Non sono stati in grado di fare nulla. Non sono stati in grado di raggiungere il loro obiettivo e hanno esagerato per nascondere la verità e tenerla segreta”.
Khamenei ha parlato in un video trasmesso dalla tv di Stato iraniana. Si tratta dei suoi primi commenti pubblici dalla fine della guerra fra Israele-Iran. Khamenei non compariva in pubblico dal 19 giugno ed è apparso più stanco di quanto fosse solo una settimana fa. Per quel messaggio, come nelle immagini di oggi, era seduto davanti a delle semplici tende marroni. Lo “schiaffo in faccia all’America” sembra essere da parte di Khamenei un riferimento all’attacco missilistico iraniano contro una base Usa in Qatar avvenuto lunedì, che non ha provocato vittime.
Intanto l’Aiea fa sapere che “le centrifughe dell’impianto nucleare iraniano di Fordow non sono più operative” a seguito degli attacchi Usa. Lo ha detto il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Rafael Mariano Grossi, ospite del programma mattutino di Radio France Internationale. Dopo i 12 giorni di guerra fra Israele-Iran e dopo gli attacchi Usa, “credo che” dire che il programma nucleare iraniano sia stato “annientato sia troppo, ma ha subìto dei danni enormi”, ha detto Grossi, parlando di “danni molto molto considerevoli”.
“Le auto e i piccoli camion presenti sul posto appartenevano agli operai che lavoravano al cemento e che stavano cercando di coprire la parte superiore dei pozzi. Nulla è stato portato fuori dalla struttura. Ci sarebbe voluto troppo tempo, sarebbe stato troppo pericoloso, troppo pesante e difficile da spostare!”. È quanto ha scritto sul social Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, replicando alle indiscrezioni del Financial Times secondo cui l’uranio è stato spostato dai siti nucleari iraniani prima dei raid statunitensi.
Entrando più nei dettagli, Grossi ha spiegato che avendo visitato in precedenza i siti si può risalire a informazioni piuttosto precise guardando le immagini satellitari scattate dopo gli attacchi: “Sappiamo non poche cose, conosciamo a memoria questi impianti nucleari iraniani” quindi possiamo dedurre delle conclusioni molto precise guardando le immagini satellitari e altro, sul tipo di danni e sulle conseguenze”.
“Vi do un esempio: Fordow, sito sotterraneo, nella montagna, uno scenario quasi da film, lì abbiamo visto le immagini delle perforazioni di queste bombe di alta perforazione, le bunker-buster. Nessuno può valutare il livello dei danni, ma sappiamo che considerando la potenza delle bombe e considerando le caratteristiche tecniche delle centrifughe, sappiamo già che queste centrifughe non sono più operative perché sono macchine con molta precisione, con dei rotori, per cui già la vibrazione” ha un effetto, ha spiegato Grossi.
“Non possono non esserci stati dei danni fisici importanti. Quindi possiamo avere una conclusione tecnicamente piuttosto precisa”, ha proseguito il direttore dell’Aiea, ricordando di essere stato personalmente in passato nell’impianto. “C’è una rete di tunnel, con diversi tipi di attività” e, secondo Grossi, la zona in cui dalle immagini si vede che ci sono stati i colpi “corrisponde più o meno alle aree dell’arricchimento”. “Gli attacchi iniziati il 13 giugno hanno avuto come risultato dei danni fisici molto importanti su 3 siti, quelli di Natanz, Isfahan e Fordow, dove l’Iran aveva concentrato la maggior parte delle sue attività legate all’arricchimento e alla conversione dell’uranio”, ha detto Grossi.
Il Consiglio dei Guardiani dell’Iran ha approvato la decisione adottata ieri dal Parlamento iraniano che impone al governo di sospendere la cooperazione con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea). Lo riporta l’agenzia di stampa iraniana Tasnim. “Il governo è tenuto a sospendere qualsiasi cooperazione con l’Agenzia fino a quando non saranno garantite la sovranità nazionale e l’integrità territoriale del Paese, in particolare per garantire la sicurezza degli scienziati e dei centri nucleari del Paese”, si legge su Tasnim.