Nuova offensiva israeliana nella notte contro i siti militari di Teheran. Si tratta di un nuovo attacco dopo quello portato a termine dagli Stati Uniti che, secondo il presidente Trump, ha causato “danni monumentali a tutti i siti nucleari iraniani“. Nel frattempo, il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi è impegnato in un’immediata missione diplomatica a Mosca dove arriverà oggi per incontrare il presidente Vladimir Putin e fare il punto della situazione e discutere l’eventuale reazione iraniana.
Le forze armate iraniane avrebbero abbattuto un caccia F-35 israeliano nei pressi della città di Tabriz nella parte nord-occidentale del Paese. Lo riporta l’agenzia Tasnim citando il dipartimento per le relazioni pubbliche del Corpo delle Guardie della Rivoluzione.
Secondo le IDF, nelle ultime due ore i caccia dell’aeronautica militare israeliana hanno sganciato oltre 100 munizioni su obiettivi a Teheran. Lo rendono noto i media israeliani.
Fra i luoghi attaccati da Israele nell’ultimo raid su Teheran c’è anche l’università Shahid Beheshti. Lo riporta l’agenzia Mehr.
L’esercito israeliano ha dichiarato di aver effettuato un attacco simbolico al cancello d’ingresso del carcere di Evin a Teheran, luogo considerato un simbolo della repressione politica nella Repubblica Islamica. Secondo l’Idf l’attacco ha deliberatamente evitato di danneggiare gli edifici che ospitano i detenuti. La situazione è attualmente sotto controllo, riferisce l’agenzia di stampa iraniana Tasnim. L’attacco, secondo la magistratura iraniana è stato effettuato “in chiara violazione del diritto internazionale”. L’esercito dello Stato ebraico ha riferito poi di colpito il quartier generale dei Basij, la prigione di Evin e l’orologio della ‘distruzione di Israele’ a Teheran. L’orologio – eretto nel cuore della capitale iraniana nel Teheran 2017, segna il conto alla rovescia fino alla presunta fine di Israele entro il 2040.
Il governo tedesco sta seguendo gli sviluppi del conflitto tra Israele e Iran e la situazione dello Stretto di Hormuz “con enorme preoccupazione”. Lo ha detto un portavoce del ministero degli Esteri tedesco, invitando tutte le parti ad “evitare una ulteriore escalation”. Il portavoce del governo tedesco, Stefan Kornelius, ha spiegato che Berlino è stata avvisata dei raid Usa subito dopo gli attacchi e che l’entità dei danni in Iran non è ancora chiara. “L’indagine è ancora in corso”, ha affermato il portavoce.
Il capo dell’Aiea, Rafael Grossi, ha chiesto un cessate il fuoco in Iran per consentire all’agenzia di effettuare ispezioni sui siti nucleari iraniani. “Accertare i fatti sul campo è un prerequisito per qualsiasi accordo e ciò può essere fatto solo attraverso le ispezioni dell’Aiea”, ha affermato spiegando che è necessaria “una cessazione delle ostilità” affinché si verifichino le necessarie condizioni “di sicurezza e protezione”, in modo che l’Iran possa consentire alle squadre dell’Aiea di accedere ai siti.
Il Primo Ministro iracheno Mohammed al-Sudani ha avuto una conversazione telefonica con il Presidente russo Vladimir Putin, durante la quale ha condannato le azioni di Israele e degli Stati Uniti contro l’Iran. Lo riporta la Tass. “Durante una conversazione con il presidente russo Vladimir Putin, ho confermato che l’Iraq non accetta l’aggressione di Israele contro l’Iran e il bombardamento degli impianti nucleari della Repubblica islamica da parte dell’esercito americano, poiché considero questo passo un atto di pericolosa escalation”, si legge nella dichiarazione di Al Sudani.
“Volevamo ringraziare la Russia per aver condannato fermamente queste azioni” di Israele e Stati Uniti. La Russia “oggi è dalla parte giusta della storia e del diritto internazionale”. Lo ha affermato il ministro degli esteri iraniano, Abbas Araghchi, nel corso dell’incontro odierno a Mosca con Vladimir Putin. Lo riportano le agenzie russe.
Il presidente russo Vladimir Putin ha definito gli attacchi contro l’Iran “un’aggressione immotivata e priva di giustificazione”. Lo riporta la Tass. Putin ha ricevuto al Cremlino il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi. Putin ha sottolineato che Araghchi è in visita in Russia “in un momento difficile, di forte aggravamento della situazione nella regione e attorno” all’Iran. Lo riporta Interfax. “La nostra posizione sugli eventi attuali è ben nota, è chiaramente espressa, articolata dal Ministero degli Esteri a nome della Russia. E voi conoscete la posizione che abbiamo assunto nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu”, ha concluso Putin.
Il capo dell’agenzia delle Nazioni Unite per il controllo del nucleare, Rafael Mariano Grossi, ha dichiarato che si prevedono “danni molto ingenti” all’impianto sotterraneo iraniano di Fordow dopo l’attacco aereo statunitense di questo fine settimana con sofisticate bombe bunker buster.“Considerando la potenza esplosiva utilizzata e l’estrema sensibilità alle vibrazioni delle centrifughe, si prevede che i danni siano molto ingenti”, ha affermato aggiungendo che “al momento nessuno, compresa l’Aiea, è in grado di valutare appieno i danni sotterranei”.
Il Pakistan ha condannato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per aver bombardato l’Iran, meno di 24 ore dopo aver affermato che meritava il Premio Nobel per la Pace per aver disinnescato la recente crisi con l’India. Islamabad ha affermato che i bombardamenti “costituiscono una grave violazione del diritto internazionale” e dello statuto dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Il primo ministro pakistano Shehbaz Sharif, in una telefonata domenica con il presidente iraniano Masoud Pezeshkian, ha espresso la sua preoccupazione per il fatto che i bombardamenti abbiano preso di mira strutture che erano sotto la protezione dell’Aiea. Il Pakistan ha stretti legami con l’Iran e sostiene i suoi attacchi contro Israele, affermando che ha il diritto all’autodifesa.
Il destino della leadership iraniana dovrebbe essere deciso solo dal popolo, non da paesi terzi, ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Lo riporta Ria Novosti. “Crediamo che il destino della leadership di un Paese possa essere deciso solo dal popolo di quel Paese. Ma in nessun caso da Paesi terzi o dalla leadership di Paesi terzi”, ha detto Peskov , commentando le dichiarazioni degli Stati Uniti sulla possibilità di un ‘regime change’ in Iran.
Il parlamento di Teheran discuterà lo stop alla collaborazione fra l’Iran e l’Aiea. Lo riporta Tasnim citando quanto affermato da Mohammad Baqer Qalibaf, presidente dell’Assemblea consultiva islamica nel corso di una seduta pubblica dell’Aula. La sospensione andrebbe avanti “finché non saranno ottenute garanzie oggettive”.
L’esercito israeliano ha dichiarato di aver attaccato sei aeroporti nell’Iran occidentale, orientale e centrale, distruggendo 15 aerei ed elicotteri come parte del suo “sforzo per approfondire la superiorità aerea nei cieli iraniani”. “Gli attacchi hanno danneggiato piste di decollo, bunker sotterranei, un aereo da rifornimento e velivoli F-14, F-5 e AH-1 appartenenti al regime iraniano”, ha affermato in un comunicato l’Idf. “Gli aerei distrutti erano destinati all’uso contro i velivoli dell’Aeronautica e a ostacolare i loro attacchi sul territorio iraniano”. “L’Aeronautica ha compromesso la capacità di decollare da questi aeroporti e il funzionamento della forza aerea dell’esercito iraniano da essi”, ha aggiunto l’esercito.
Gli attacchi lanciati dagli Usa contro l’Iran durante i colloqui sul suo programma nucleare sono stati un “tradimento della diplomazia”. Lo ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Esmaeil Baqaei, citato dai media arabi. “Non dimenticheremo, noi e le generazioni future, che gli iraniani erano nel mezzo di un processo diplomatico con un Paese che ora è in guerra con noi”, ha spiegato. “Due giorni prima dell’inizio dei negoziati, ci hanno attaccato militarmente. È un tradimento della diplomazia e del principio del dialogo”, ha aggiunto
“Respingiamo qualsiasi tentativo di organizzare un profondo cambio di regime a Teheran. Confidiamo nel popolo iraniano, che ha eroicamente resistito al regime le cui azioni abbiamo denunciato, affinché determini il proprio futuro, scegliendo autonomamente il momento e le circostanze del cambio di regime. Sarebbe illusorio e pericoloso pensare che con le bombe si possa provocare un tale cambiamento”. Lo dice il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, al suo arrivo al Consiglio Ue Affari esteri a Bruxelles.
Secondo le valutazioni preliminari delle Forze di Difesa Israeliane, circa 15 missili balistici sono stati lanciati dall’Iran contro Israele in diverse ondate. I missili, riferisce l’Idf, sono stati lanciati in molteplici raffiche nell’arco di circa 40 minuti, segnando uno degli attacchi missilistici iraniani più lunghi dall’inizio della guerra. Non ci sono segnalazioni immediate di feriti nell’attacco, ma sono stati riportati diversi impatti. L’esercito ha comunicato ai civili che possono uscire dai rifugi.
Il ministero della Salute israeliano ha affermato che circa 10mila persone hanno perso la loro abitazione dall’inizio della guerra diretta fra Israele e Iran e sono sparsi in 71 hotel e altri luoghi di accoglienza. Secondo i dati, questi cittadini provengono da case distrutte a Tel Aviv, Herzliya, Bat Yam, Ra’anana, Rehovot, Ashkelon, Haifa, Gerusalemme, Petah Tikva e Netanya. Lo riporta Ynet.
Il ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, prima del Consiglio affari generali Ue a Bruxelles, ha avuto due conversazioni telefoniche con il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar e con il ministro degli Esteri della Repubblica Islamica dell’Iran Abbas Araghchi. Lo rende noto la Farnesina
Ebrahim Zolfaqari, portavoce dell’esercito iraniano, ha affermato in un video dal quartier generale centrale di Khatam al-Anbiya che gli Stati Uniti dovranno aspettarsi “pesanti conseguenze” per le loro azioni. “Signor Trump, giocatore d’azzardo, lei può anche iniziare questa guerra, ma saremo noi a porvi fine”, ha affermato Zolfaqari in inglese alla fine della sua dichiarazione registrata. “Gli Stati Uniti, continuando a sostenere incondizionatamente il barbaro e aggressivo regime sionista, sono entrati apertamente e direttamente in guerra violando la sovranità dell’Iran islamico e il sacro suolo del nostro Paese”, gli ha fatto eco in una dichiarazione riportata dall’agenzia Mehr il maggiore generale Sayyid Abdolrahim Mousavi, neoeletto capo di stato maggiore delle forze armate iraniane.
“L’Unione Europea è sempre stata favorevole alla diplomazia. Venerdì abbiamo avuto colloqui con il ministro iraniano, e lì l’Iran si è aperto alla discussione anche di questioni nucleari, ma anche di questioni di sicurezza più ampie che riguardano l’Europa. Quindi, dobbiamo assolutamente continuare a farlo, perché alla fine deve esserci una soluzione diplomatica per avere, sapete, una prospettiva a lungo termine su questo”. Lo dice l’Alta Rappresentate Ue, Kaja Kallas, arrivando al Consiglio Esteri Ue. “Era molto importante che facessimo questo lavoro di sensibilizzazione. Lo abbiamo già fatto in passato. L’Europa ha un ruolo molto concreto, perché lo abbiamo fatto anche con il JCPOA. Le scadenze si stanno avvicinando. Quindi, se guardate indietro, l’Europa ha sempre avuto un ruolo e quando l’Iran è disposto a parlare con noi, penso che dobbiamo cogliere questa opportunità”, sottolinea. “Nel JCPOA avevamo degli obblighi in essere. Nel JCPOA abbiamo il meccanismo di ripristino, che consiste nel ripristinare tutte le sanzioni se non ci sono miglioramenti. E ovviamente questo significa che l’economia iraniana non andrà molto bene. Non è un bene per il popolo iraniano. Quindi, se il programma nucleare è qualcosa su cui tutti concordano che l’Iran non dovrebbe avere un’arma nucleare, dobbiamo lavorare”, spiega.
“I ministri sono concentrati sulla soluzione diplomatica e le preoccupazioni di ritorsioni dell’escalation di questa guerra sono enormi. In particolare, la chiusura dello Stretto di Hormuz da parte dell’Iran sarebbe estremamente pericolosa e non sarebbe buono per nessuno”. Lo dice l’Alta Rappresentate Ue, Kaja Kallas, arrivando al Consiglio Esteri Ue.
Un drone israeliano Hermes è stato abbattuto in territorio iraniano, secondo quanto riportato lunedì mattina dall’emittente pubblica israeliana Kan. Si tratterebbe del quarto drone abbattuto dall’inizio della campagna in Iran. In precedenza, le forze statunitensi avevano abbattuto un drone israeliano a seguito di un errore di identificazione. Questo rapporto arriva dopo che l’Aeronautica Militare israeliana (Iaf) ha iniziato a condurre attacchi contro infrastrutture militari a Kermanshah, nell’Iran occidentale, come annunciato lunedì mattina dall’esercito.
L’Iran avrebbe giustiziato un detenuto, condannato a morte per la presunta collaborazione con il Mossad israeliano. Lo riferisca l’agenzia di stampa iraniana Tasnim ripresa dai media israeliani. L’uomo, di nome Mohammadamin Shayesteh, era stato arrestato alla fine del 2023 ed è stato descritto come “il capo di un team informatico affiliato al Mossad”.
L’Aeronautica Militare Israeliana (Iaf) ha iniziato a condurre attacchi contro infrastrutture militari a Kermanshah, nell’Iran occidentale. Lo ha annunciato lo stesso esercito di Tel Aviv lunedì mattina. L’Iaf ha inoltre intercettato un drone diretto alla città meridionale di Eilat nelle prime ore di lunedì mattina. Nessuna sirena ha suonato in città poiché l’intercettazione è stata effettuata prima dell’ingresso in territorio israeliano.
Un account social associato alla guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, ha pubblicato lunedì mattina un post di propaganda che mostrava attacchi missilistici su una città al buio, con un teschio gigante con la Stella di David. “La punizione continua”, si leggeva nel post. “Il nemico sionista ha commesso un grave errore, un grande crimine. Deve essere punito e verra’ punito”, si legge nel post pubblicato su X. Nel post si legge anche che Israele “viene punito proprio ora”. Nel frattempo, i media statali iraniani hanno riferito che i sistemi di difesa aerea stavano sparando a Teheran, la capitale dell’Iran, mentre si sentivano delle esplosioni nella vicina città di Karaj.
L’amministrazione americana ha chiarito che desidera che l’Iran interrompa qualsiasi sviluppo di armi nucleari, con il Segretario di Stato Marco Rubio che ha avvertito nel programma ‘Sunday Morning Futures’ di Fox News che qualsiasi ritorsione contro gli Stati Uniti o una corsa alla costruzione di un’arma nucleare “metterebbe a rischio il regime”. Rubio ha anche invitato la Cina a sollecitare l’Iran a non chiudere lo Stretto di Hormuz, dove passa una buona parte del petrolio mondiale. “Incoraggio il governo cinese a contattarli in merito, perché dipendono fortemente dallo Stretto di Hormuz per il loro petrolio”, ha detto Rubio sempre a Fox News. La Cina a sua volta ha condannato gli attacchi statunitensi contro l’Iran, definendoli una grave violazione del diritto internazionale che ha ulteriormente infiammato le tensioni in Medio Oriente. In una dichiarazione, il Ministero degli Esteri cinese ha esortato tutte le parti, in particolare Israele, a implementare un cessate il fuoco e ad avviare il dialogo. “La Cina è disposta a collaborare con la comunità internazionale per unire gli sforzi e sostenere la giustizia, contribuendo al ripristino della pace e della stabilità in Medio Oriente”, ha affermato il Ministero.
Il presidente americano Donald Trump ha rinviato la partenza per il vertice Nato di Amsterdam, probabilmente per seguire da vicino la situazione della guerra tra Israele ed Iran. Lo riferiscono i principali media americani, secondo cui il tycoon dovrebbe partire non prima di mercoledì. Il vertice è in programma in Olanda il 24 e il 25 giugno.
L’esercito israeliano ha annunciato un lancio di missili provenienti dall’Iran e ha invitato tutta la popolazione di mettersi al riparo. Secondo i media locali, le sirene di allarme sono risuonate nelle principali città israeliane in particolare a Tel Aviv e a Gerusalemme.
“Si dice che i danni ai siti nucleari in Iran siano monumentali. I colpi sono stati duri e precisi. I nostri militari hanno dimostrato grande abilità”. Lo scrive Donald Trump in un post su Truth Social.
“Non è politicamente corretto usare il termine ‘cambio di regime’, ma se l’attuale regime iraniano non è in grado di RENDERE L’Iran DI NUOVO GRANDE, perché non dovrebbe esserci un cambio di regime???”, ha poi aggiunto il tycoon.