La leader dell’opposizione bielorussa Tsikhanouskaya: “In Ucraina Putin non vuole la pace ma la capitolazione. Non lasciateci alla Russia”

La politica a LaPresse: "Riconosco gli sforzi di Trump ma dobbiamo essere lucidi. Mosca cercherà di ingannare, di dividere, di dominare"

Una pace giusta in Ucraina e una Bielorussia libera per un’Europa più forte e sicura. E’ il messaggio della leader dell’opposizione bielorussa Svetlana Tsikhanouskaya intervistata da LaPresse, mentre sembra affacciarsi la possibilità che la guerra in Ucraina finisca entro l’anno.
Tuttavia, la politica invita a non abbassare la guardia, soprattutto nei confronti del presidente russo, Vladimir Putin. “Siamo onesti: Putin non vuole la pace, vuole la capitolazione. Vuole il pieno controllo, non un compromesso. Ecco perché qualsiasi pace che lasci truppe russe o armi nucleari in Bielorussia non sarà duratura: ridisegna semplicemente la linea del fronte e prepara il terreno per la prossima guerra, forse contro i Paesi baltici o la Polonia. Non c’è pace duratura senza una Bielorussia libera”, rimarca.
Secondo Tsikhanouskaya, la pace è possibile ma è fondamentale che sia – sottolinea a più riprese – giusta e duratura, garantendo la sovranità dell’Ucraina e riconoscendo al tempo stesso la responsabilità della Russia. “Non può essere – rimarca – una pausa temporanea che dà a Putin il tempo di riorganizzarsi e colpire di nuovo”.

Sul contributo degli Stati Uniti – che ieri hanno firmato con Kiev un accordo sulle risorse minerarie – ai negoziati, Tsikhanouskaya è fiduciosa: “Credo che il presidente Trump voglia davvero la pace, e riconosco gli sforzi già compiuti. Ha la forza e l’influenza per mediarla. Ma – avverte – dobbiamo essere lucidi: Putin cercherà di ingannare, di dividere, di dominare. Ecco perché dobbiamo rimanere saldi e fermi nel chiedere una pace basata sulla giustizia e sulla sicurezza, non sulle concessioni”. Le richieste avanzate da Kiev “sono giuste. E l’Occidente deve sostenerle, perché la posta in gioco è più grande dell’Ucraina. Putin vuole dividere l’Europa in sfere di influenza. Vuole una parte dell’Ucraina, tutta la Bielorussia e il controllo sulle altre nazioni europee”.
La presidente del Gabinetto di Transizione unitaria della Bielorussia con il quale promuove la causa del Paese e prosegue la battaglia contro il regime autoritario di Alexander Lukashenko – che a gennaio ha vinto le elezioni presidenziali farsa con l’87,6% dei voti – fa un appello all’Unione europea: “Sostenete il nostro movimento, riconoscete la nostra lotta e aiutateci a mantenere viva la fiamma della libertà. Non dateci a Putin come premio di consolazione. Una Bielorussia libera significa un’Europa più forte e più sicura”.
La situazione nel suo Paese, racconta, sta peggiorando con oltre 1.200 prigionieri politici ancora in carcere. “Viviamo come in un Gulag”, dice sottolineando che “torture, censura, persecuzioni religiose: tutto questo accade ancora. Non ho visto mio marito per cinque anni e due anni fa è semplicemente scomparso. Non so se sia vivo. E ci sono centinaia di famiglie nella nostra situazione. Ma tutta questa repressione non ferma la gente. La nostra speranza è viva. I bielorussi resistono e si preparano a un nuovo slancio, osservando attentamente l’Ucraina, perché i nostri destini sono legati”.