Una grande esplosione si è verificata in Iran, nel porto di Shahid Rajaei, nella città di Bandar Abbas. Il bilancio provvisorio delle vittime è di almeno 25 morti e oltre 750 feriti, secondo quanto riferito alla tv statale della Repubblica islamica da Babak Mahmoudi, capo dell’organizzazione di soccorso nazionale.
L’esplosione è stata seguita da un incendio e il porto interessato è un importante scalo per il trasporto di container, che gestisce circa 80 milioni di tonnellate di merci all’anno. I video pubblicati sui social media hanno mostrato una colonna di fumo nero dopo l’esplosione. Altri hanno mostrato vetri rotti da edifici a chilometri di distanza dall’epicentro dell’esplosione. I filmati dei media statali hanno mostrato i feriti ammassati in almeno un ospedale, con le ambulanze in arrivo mentre i medici trasportavano rapidamente una persona in barella. Non sono stati ancora forniti dettagli sulle cause dell’esplosione.
L’amministrazione doganale iraniana ha attribuito la responsabilità dell’esplosione di oggi nel porto di Bandar Abbas a una “scorta di merci pericolose e materiali chimici immagazzinati nella zona portuale” ma non ha fornito altri dettagli. Lo riporta l’agenzia di stampa di Stato iraniana Irna. La deflagrazione è avvenuta nella parte del porto nota come Shahid Rajaee, mentre in Oman era in corso il terzo round di colloqui fra Iran e Stati Uniti sul programma nucleare iraniano.
Il porto di Shahid Rajaee si trova nella provincia di Hormozgan, circa 1.050 chilometri a sud-est della capitale iraniana Teheran, sullo Stretto di Hormuz, lo stretto sbocco del Golfo Persico attraverso il quale passa il 20% di tutto il petrolio commercializzato. Lo scalo marittimo era stato preso di mira in passato: nel 2020 un attacco informatico attribuito a Israele aveva colpito il porto. L’attacco era seguito alla dichiarazione di Israele di aver sventato un attacco informatico contro le sue infrastrutture idriche, attribuito all’Iran. Il ministero dell’Interno ha dichiarato di aver avviato un’indagine sull’esplosione. Il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, ha espresso le sue condoglianze alle persone colpite dall’esplosione.
L’esplosione avvenuta oggi nel porto di Bandar Abbas potrebbe essere collegata a un ingrediente chimico utilizzato per la produzione di propellente per i missili iraniani. È quanto ha riferito la società di sicurezza privata Ambrey, secondo cui “l’incendio sarebbe stata il risultato di avere maneggiato in modo improprio un carico di combustibile solido destinato ai missili balistici iraniani”.
Ambrey ha riferito che nel mese di marzo il porto aveva ricevuto una spedizione di “perclorato di sodio per propellenti per razzi”. Il propellente fa parte di una spedizione da Pechino a Teheran effettuata da due navi, segnalata per la prima volta a gennaio dal Financial Times. Il propellente sarebbe stato utilizzato per rifornire le scorte di missili dell’Iran, esaurite a seguito degli attacchi diretti contro Israele durante la guerra a Gaza. Per ore le autorità iraniane non hanno fornito spiegazioni chiare sulle cause dell’esplosione nel porto, situato appena fuori Bandar Abbas, negando però che l’esplosione avesse qualcosa a che fare con l’industria petrolifera del Paese.
I dati di localizzazione delle navi analizzati da Associated Press collocano una delle navi che si ritiene trasportasse la sostanza chimica nelle vicinanze nel mese di marzo, come affermato da Ambrey. L’Iran non ha ammesso di aver preso in consegna il carico. Non è chiaro perché l’Iran non abbia spostato le sostanze chimiche dal porto, soprattutto dopo l’esplosione avvenuta nel porto di Beirut nel 2020. Quell’esplosione, causata dall’accensione di centinaia di tonnellate di nitrato di ammonio altamente esplosivo, provocò più di 200 morti e oltre 6mila feriti.
Tuttavia in passato Israele ha preso di mira siti missilistici iraniani dove Teheran utilizza miscelatori industriali per creare combustibile solido. Le immagini dell’esplosione di oggi a Shahid Rajaee diffuse sui social network mostrano un fumo rossastro che si alza dall’incenfio poco prima della detonazione. Ciò suggerisce che nell’esplosione sia stato coinvolto un composto chimico. Nella serata locale di oggi l’agenzia di stampa di Stato Irna ha riferito che l’amministrazione doganale iraniana ha attribuito la responsabilità dell’esplosione a una “scorta di merci pericolose e materiali chimici immagazzinati nella zona portuale” ma non ha fornito altri dettagli.