Israele-Hamas oggi: le tappe della guerra tra raid, tregua e dramma ostaggi

Le news sul conflitto dall'attacco del 7 ottobre fino alla fine dell'accordo sul cessate il fuoco e il nuovo blitz

Tra Israele e Hamas sale di nuovo la tensione. Dopo il faticoso accordo sulla tregua e la conseguente liberazione degli ostaggi, è di oggi la news di un nuovo raid delle forze dell’Idf sulla Striscia di Gaza. Un episodio, avallato dal presidente Usa Donald Trump, che getta nuove ombre sulla possibile pace.

Le tappe del conflitto

Dall’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 contro Israele che ha incendiato il Medioriente fino all’accordo sulla tregua e la liberazione degli ostaggi siglato oltre 15 mesi dopo. Un cessate il fuoco che regge due mesi, prima dei nuovi raid israeliani in seguito allo stallo nei negoziati. In mezzo l’operazione militare dello Stato ebraico nella Striscia di Gaza, i raid in Libano e Yemen e i due attacchi diretti dell’Iran nei confronti di Israele, passando per l’uccisione dei leader di Hamas e Hezbollah, Ismail Haniyeh, Mohammed Deif, Yahya Sinwar e Hassan Nasrallah. Ecco i principali fatti accaduti nella regione.

7 OTTOBRE 2023 – HAMAS LANCIA L’OPERAZIONE ‘ALLUVIONE AL-AQSA’. All’alba del 7 ottobre, shabbat e ultimo giorno della festività ebraica di Sukkot, Hamas lancia l’operazione ‘Alluvione Al Aqsa’. Circa 3mila terroristi abbattono le recinzioni che dividono la Striscia di Gaza con lo Stato di Israele facendo irruzione nei kibbutz e nelle città vicine con auto, pick-up, motociclette e parapendii a motore. Viene preso di mira anche il festival musicale ‘Nova’, dove erano radunati migliaia di giovani. Contestualmente vengono lanciati oltre 5mila razzi verso Israele, dalle città del sud fino a Tel Aviv. Le forze armate dello Stato ebraico sono prese alla sprovvista e il bilancio è tragico: oltre 1200 vittime israeliane, mentre 251 persone vengono prese in ostaggio e portate nella Striscia di Gaza. Fra i dispersi anche tre cittadini italo-israeliani. Il gruppo sciita Hezbollah lancia dal Libano razzi verso il nord di Israele. Il premier Benjamin Netanyahu dichiara lo stato di guerra.

8 OTTOBRE 2023 – ISRAELE LANCIA L’OPERAZIONE ‘SPADE DI FERRO’. Israele richiama circa 300mila riservisti e lancia l’operazione ‘Spade di ferro’, iniziando a bombardare la Striscia di Gaza e dando il via all’assedio. ‘Risponderemo con un’irruenza che il nemico non ha mai conosciuto e vinceremo’, dichiara il premier Benjamin Netanyahu. L’11 ottobre il primo ministro forma un governo di emergenza e poche ore dopo avverte la popolazione palestinese di lasciare il nord di Gaza.

18 OTTOBRE 2023 – IL PRESIDENTE AMERICANO JOE BIDEN FA VISITA IN ISRAELE. Il presidente americano Joe Biden va in Israele per una visita lampo. La Casa Bianca conferma il suo massimo sostegno e l’invio di aiuti militari. Biden promette anche l’invio di aiuti umanitari per la popolazione civile di Gaza. Washington mette in chiaro che Israele ‘ha il diritto di rispondere’, ma invita il governo a ‘non commettere gli stessi errori’ effettuati dagli Usa dopo l’11 settembre.

20 OTTOBRE 2023 – HAMAS RILASCIA DUE OSTAGGI ISRAELO-AMERICANI. Hamas rilascia due ostaggi israelo-americani ‘per motivi umanitari’. Si tratta di Judith e Natalie Raanan, madre e figlia. Il 23 ottobre, con la stessa motivazione, vengono liberate anche due anziane donne israeliane, Yocheved Lifshitz, 85 anni, e Nurit Cooper, 79.

23 OTTOBRE 2023 – TUTTI DECEDUTI I CITTADINI ITALO-ISRAELIANI DISPERSI DOPO L’ATTACCO DEL 7 OTTOBRE. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani conferma la morte dei tre cittadini italo-israeliani dispersi dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Gli ultimi corpi a essere identificati sono quelli di Nir Forti, 29enne che si trovava al Nova Festival, e di Liliach Le Havron, uccisa nel kibbutz di Be’eri insieme al marito Eviatar Moshe Kipnis, il cui cadavere era stato riconosciuto grazie all’esame del dna due giorni prima.

27 OTTOBRE 2023 – ISRAELE INIZIA L’INVASIONE DI TERRA DI GAZA. Nella notte Israele inizia le operazioni di terra nella Striscia di Gaza puntando a isolare la città di Gaza e la parte nord della Striscia da quella meridionale. Nei giorni seguenti inizia l’evacuazione da Gaza attraverso il valico di Rafah dei cittadini con passaporto straniero, doppia cittadinanza o malati gravi. Per il resto dei cittadini gazawi invece non ci sono vie di uscita.

30 OTTOBRE 2023 – RITROVATO IL CORPO DI SHANI LOUK A GAZA. Il corpo della cittadina israelo-tedesca Shani Louk, che si riteneva fosse stata rapita durante l’assalto di Hamas al Nova festival, viene ritrovato a Gaza. La giovane era stata ripresa in un video che aveva fatto il giro del mondo mentre giaceva immobile sul retro di un camion dei miliziani palestinesi.

16 NOVEMBRE 2023 – LE TRUPPE ISRAELIANE ASSEDIANO L’OSPEDALE AL SHIFA. L’esercito israeliano dà il via a un’operazione presso l’ospedale Al Shifa, il più grande nella Striscia di Gaza. Secondo l’Idf la struttura verrebbe utilizzata come base da Hamas. L’irruzione dura diversi giorni.

19 NOVEMBRE 2023 – GLI HOUTHI SEQUESTRANO UNA NAVE NEL MAR ROSSO. I ribelli yemeniti Houthi sequestrano la nave mercantile ‘Galaxy Leader’, di proprietà di una compagnia israeliana e battente bandiera delle Bahamas. Il gruppo sciita annuncia che avrebbe preso di mira tutte le navi di proprietà israeliana o che operano per compagnie israeliane o che battano bandiera israeliana fino alla cessazione delle ostilità a Gaza.

24 NOVEMBRE 2023 – ENTRA IN VIGORE LA TREGUA FRA ISRAELE E HAMAS. Entra in vigore la tregua fra Israele e Hamas, mediata dal Qatar insieme e Egitto e Stati Uniti. La pausa umanitaria, inizialmente di quattro giorni, viene prolungata fino all’1 dicembre. Nel corso di questo arco temporale vengono rilasciati 105 ostaggi in cambio di circa 240 detenuti palestinesi.

1 DICEMBRE 2023 – TERMINA LA TREGUA E RIPRENDONO I COMBATTIMENTI A GAZA. Termina la tregua fra Israele e Hamas e nella Striscia di Gaza riprendono i combattimenti. L’esercito israeliano concentra le sue operazioni soprattutto nella zona di Khan Younis, che viene pesantemente bombardata.

15 DICEMBRE 2023 – L’IDF UCCIDE PER ERRORE TRE OSTAGGI A GAZA. L’esercito israeliano annuncia di aver ucciso per errore tre ostaggi nei combattimenti in corso a Shejaiya, un quartiere della città di Gaza. A cadere sotto il fuoco amico sono Yotam Haim, Samer Fouad al-Talalka e Alon Lulu Shamriz. Le forze armate dello Stato ebraico sostengono che i soldati li avevano scambiati per miliziani di Hamas.

2 GENNAIO 2024 – UCCISO A BEIRUT SALEH AROURI, VICE CAPO DELL’UFFICIO POLITICO DI HAMAS. L’esercito israeliano uccide con un raid mirato a Beirut, capitale del Libano, Saleh Arouri, vice capo dell’ufficio politico di Hamas e comandante dell’ala militare in Cisgiordania. È il primo assassinio mirato nei confronti di un rappresentante dei vertici del gruppo palestinese al di fuori dei confini di Gaza.

11 GENNAIO 2024 – IL SUDAFRICA PRESENTA DENUNCIA PER GENOCIDIO CONTRO ISRAELE DAVANTI ALLA CORTE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIA. Il Sudafrica intenta una causa per genocidio contro Israele presso la Corte internazionale di giustizia (Cig) chiedendo lo stop immediato delle operazioni militari a Gaza. Nel documento il Sudafrica accusa Israele di commettere azioni di carattere genocida con l’intento di eliminare, totalmente o in parte, la popolazione palestinese nella Striscia di Gaza.

9 FEBBRAIO 2024 – ISRAELE ORDINA L’EVACUAZIONE DI RAFAH, L’IDF LIBERA DUE OSTAGGI. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ordina l’evacuazione dei civili dall’area di Rafah nel sud della Striscia di Gaza in vista di operazioni militari da parte dell’Idf. Nella stessa Rafah il 12 febbraio le forze israeliane liberano due ostaggi. Sono Fernando Simon Marman, di 60 anni, e Louis Har, di 70 anni.

29 FEBBRAIO 2024 – ASSALTO DEI CIVILI AI CAMION AIUTI UMANITARI, OLTRE 100 MORTI. Oltre 100 civili muoiono e più di 700 rimangono feriti nella Striscia di Gaza in un assalto a una colonna di tir di aiuti umanitari. Hamas accusa l’esercito israeliano di aver sparato sulla popolazione inerme e affamata, mentre secondo Israele le vittime sono state causate dalla calca dopo che migliaia di persone si erano radunate intorno ai mezzi.

11 MARZO 2024 – UCCISO MARWAN ISSA, NUMERO TRE DI HAMAS A GAZA. Marwan Issa, numero tre di Hamas a Gaza e vicecomandante dell’ala militare delle Brigate Qassam, viene ucciso in un attacco israeliano effettuato nel centro della Striscia di Gaza, nella zona di Nuseirat. L’Idf conferma la sua morte il 26 marzo rivendicandone la paternità. Insieme a lui viene assassinato anche un altro comandante di Hamas.

25 MARZO 2024 – RISOLUZIONE ONU CHIEDE IL CESSATE IL FUOCO A GAZA. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu approva una risoluzione per un cessate il fuoco nella striscia di Gaza, la liberazione immediata di tutti gli ostaggi tenuti da Hamas e invita Israele a fare di più per facilitare l’ingresso di aiuti umanitari nel territorio.

1 APRILE 2024 – SETTE OPERATORI UMANITARI UCCISI DA BOMBARDAMENTO ISRAELIANO A GAZA. Sette operatori della ong statunitense World central kitchen, che consegna aiuti alimentari agli abitanti della Striscia di Gaza, restano uccisi in un bombardamento israeliano. Le vittime erano originarie di vari paesi, tra cui Australia, Polonia e Regno Unito. L’ong annuncia contestualmente la sospensione delle attività nella regione.

1 APRILE 2024 – ISRAELE COLPISCE IL CONSOLATO IRANIANO A DAMASCO. Il consolato iraniano a Damasco, capitale della Siria, viene colpito in un raid israeliano. I morti, secondo le autorità iraniane, sono sedici. Fra loro anche diversi membri dei pasdaran, tra cui il generale Mohammad Reza Zahed, comandante delle forze Quds, e il suo vice. Teheran promette vendetta.

13 APRILE 2024 – L’IRAN LANCIA UN ATTACCO DIRETTO A ISRAELE COME RITORSIONE PER I FATTI DAMASCO. Nella notte per la prima volta l’Iran lancia un attacco diretto contro lo Stato di Israele, in risposta al bombardamento del consolato iraniano a Damasco. Vengono utilizzati missili balistici, da crociera e oltre 300 droni. Il sistema di difesa israeliano Iron Dome, coadiuvato dai Paesi alleati e anche dalla Giordania, respinge la minaccia. Nessun cittadino rimane ferito e non si registrano danni gravi sul territorio israeliano.

19 APRILE 2024 – ISRAELE SFERRA CONTRATTACCO CONTRO l’IRAN. Israele compie la sua ritorsione nei confronti dell’Iran attaccando una base aerea militare nei pressi della città di Isfahan, a circa 400 chilometri da Teheran. L’Iran minimizza l’accaduto parlando di ‘attacco fallito’. Il leader dell’estrema destra israeliana Itamar Ben-Gvir parla di attacco ‘debole’ scatenando le reazioni dell’opposizione.

7 MAGGIO 2024 – ISRAELE LANCIA OPERAZIONE DI TERRA A RAFAH. Israele lancia un’operazione di terra a Rafah, al confine con l’Egitto, e prende il controllo della parte palestinese del valico isolando di fatto la Striscia di Gaza. L’azione dello Stato ebraico viene criticata in maniera pressoché unanime dalla comunità internazionale, mentre secondo l’esercito il valico era utilizzato da Hamas ‘per scopi terroristici’.

20 MAGGIO 2024 – PROCURATORE CPI CHIEDE MANDATO D’ARRESTO PER NETANYAHU E LEADER DI HAMAS. Il procuratore della Corte penale internazionale Karim Khan chiede il mandato di arresto per il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e per il ministro della Difesa, Joav Gallant. La stessa richiesta viene effettuata per i leader di Hamas, Yahya Sinwar, Mohammed Deif e Ismail Haniyeh. Israele definisce la richiesta ‘una vergogna’ e critiche arrivano anche dal Segretario di Stato americano, Antony Blinken.

31 MAGGIO 2024 – BIDEN ANNUNCIA UNA ROAD MAP PER IL CESSATE IL FUOCO. Il presidente americano Joe Biden annuncia una road map proposta da Israele ad Hamas per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. Il piano si compone di tre fasi che partono dalla tregua fino a un piano per la ricostruzione di Gaza, passando per la cessazione definitiva delle ostilità. Hamas rende noto di accettare la proposta ma i negoziati non decollano.

8 GIUGNO 2024 – L’ESERCITO ISRAELIANO LIBERA 4 OSTAGGI, ANCHE NOA ARGAMANI, SIMBOLO del 7 OTTOBRE. Con un blitz nella zona di Nuseirat, nella Striscia di Gaza, l’esercito israeliano libera 4 ostaggi. Fra loro c’è anche la giovane Noa Argamani, rapita al Nova Festival. Le sue immagini mentre veniva portata via in moto dai miliziani di Hamas verso la Striscia di Gaza erano diventate uno dei simboli del 7 ottobre. Insieme a lei tornano liberi anche Almog Meir Jan, Andrey Kozlov e Shlomi Ziv.

13 LUGLIO 2024 – ISRAELE UCCIDE IL CAPO MILITARE DI HAMAS, MOHAMMED DEIF. In un raid su Khan Younis, nella Striscia di Gaza, l’esercito israeliano uccide Mohammed Deif, leader militare di Hamas. La conferma da parte dell’Idf arriva l’1 agosto in seguito a ‘sicure’ informazioni di intelligence. Deif era soprannominato ‘il fantasma di Gaza’, dopo essere sopravvissuto a vari tentativi di assassinio da parte di Israele che lo avevano reso cieco da un occhio e presumibilmente paralizzato su una sedia a rotelle.

27 LUGLIO 2024 – MISSILE DAL LIBANO FA STRAGE IN UN VILLAGGIO DRUSO. Un missile proveniente dal Libano causa una strage di civili nel villaggio druso di Majdal Shams, sulle Alture del Golan. I morti sono 12, bambini e adolescenti che stavano giocando in un campo da calcio. Hezbollah nega di essere responsabile dell’accaduto.

30 LUGLIO 2024 – ISRAELE UCCIDE FUAD SHUKR, COMANDANTE MILITARE DI HEZBOLLAH, IN UN RAID A BEIRUT. L’esercito israeliano uccide in un raid a Beirut l’alto comandante di Hezbollah Fuad Shukr. L’uomo faceva parte del Consiglio della Jihad, il massimo organo militare dell’organizzazione sciita, ed era il capo della sua divisione strategica.

31 LUGLIO 2024 – IL CAPO POLITICO DI HAMAS ISMAIL HANIYEH UCCISO A TEHERAN. Ismail Haniyeh, capo politico di Hamas, viene ucciso insieme alla sua guardia del corpo a Teheran in quello che, pur non essendo mai stato rivendicato, è considerato da tutti gli osservatori internazionali un raid israeliano. Haniyeh si trovava in una struttura gestita da militari iraniani dopo aver partecipato alla cerimonia di insediamento del nuovo presidente iraniano, Masoud Pezeshkian. Teheran giura vendetta.

15 AGOSTO 2024 – SUPERATI I 40MILA MORTI A GAZA. Il ministero della Salute delle Striscia di Gaza, controllato da Hamas, annuncia che il bilancio dei palestinesi uccisi dall’inizio della guerra lo scorso 7 ottobre ha superato la soglia dei 40mila. I feriti sono oltre 92mila.

19 AGOSTO 2024 – L’ESERCITO ISRAELIANO RECUPERA I CORPI DI 6 OSTAGGI MORTI A GAZA. Le Forze di difesa israeliane recuperano nella Striscia di Gaza i corpi di sei ostaggi rapiti il 7 ottobre nella zona di Khan Younis. Si tratta di Alex Dancyg, 75 anni, Yagev Buchshtav, 35 anni, Chaim Peri, 79 anni, Yoram Metzger, 80 anni, Nadav Popplewell, 51 anni, e Avraham Munder, 78 anni.

25 AGOSTO 2024 – ISRAELE LANCIA UN MASSICCIO ATTACCO PREVENTIVO CONTRO HEZBOLLAH. L’esercito israeliano lancia un massiccio ‘attacco preventivo’ contro le postazioni di Hezbollah in Libano per ‘prevenire attacchi su larga scala’ da parte della milizia sciita. ‘Erano pronti ad attaccare Israele e abbiamo dato ordine di agire per eliminare la minaccia’, afferma il primo ministro Benjamin Netanyahu.

31 AGOSTO 2024 – L’IDF TROVA I CADAVERI DI 6 OSTAGGI E ACCUSA HAMAS DI AVERLI GIUSTIZIATI. L’esercito israeliano trova i cadaveri di sei ostaggi in un tunnel sotto la città di Rafah. Si tratta dell’israelo-americano Hersh Goldberg-Polin, di Eden Yerushalmi, Ori Danino, Alex Lubnov, Carmel Gat e Almog Sarusi. Secondo l’Idf sarebbero stati giustiziati da Hamas nelle ore precedenti l’arrivo dei soldati. Nella stessa zona era stato salvato tre giorni prima l’ostaggio di origine beduina Kaid Farhan Alkadi.

17 SETTEMBRE 2024 – IN LIBANO ESPLODONO MIGLIAIA DI CERCAPERSONE E WALKIE-TALKIE. In Libano, e più limitatamente in Siria, esplodono centinaia di cercapersone in possesso dei miliziani di Hezbollah. Il giorno successivo lo stesso accade con i walkie-talkie. I decessi secondo le autorità libanesi sono almeno venti. I feriti oltre 450. Israele non commenta l’accaduto. Il Mossad è l’indiziato principale.

27 SETTEMBRE 2024 – RAID ISRAELIANO UCCIDE A BEIRUT IL LEADER DI HEZBOLLAH HASSAN NASRALLAH. Un potente attacco israeliano con bombe anti bunker uccide a Beirut il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. Con lui muoiono anche Ali Karaké, il comandante del fronte meridionale di Hezbollah, e altri dirigenti. Nasrallah, 64 anni, era a capo di Hezbollah dal 1992 e non appariva mai in pubblico, limitandosi a interventi video che venivano preregistrati e trasmessi da una località segreta. L’operazione con cui viene ucciso Nasrallah viene chiamata ‘Nuovo Ordine’.

30 SETTEMBRE 2024 – ISRAELE LANCIA UN’OPERAZIONE DI TERRA MIRATA IN LIBANO. Israele lancia ‘Frecce del nord’, un’operazione terrestre ‘mirata e limitata’ nel Libano meridionale contro infrastrutture di Hezbollah. L’obiettivo è quello di far rientrare nelle loro case gli abitanti delle zone al confine con il territorio libanese. Israele invita i cittadini libanesi a evacuare le aree in cui opera Hezbollah e afferma che l’operazione sarà ‘la più breve possibile’.

1 OTTOBRE 2024 – ATTACCO TERRORISTICO A GIAFFA, 7 MORTI E 16 FERITI. Sette persone restano uccise e sedici ferite in un attacco terroristico a Giaffa, quartiere misto arabo-ebraico nell’area metropolitana di Tel Aviv. I due autori hanno 19 e 25 anni ed entrambi sono residenti a Hebron, in Cisgiordania. I due hanno prima aperto il fuoco all’interno di un vagone della metropolitana leggera e successivamente sono scesi e hanno continuato a sparare ai passanti. Uno è stato ucciso sul posto, mentre il secondo è rimasto gravemente ferito.

1 OTTOBRE 2024 – L’IRAN ATTACCA ISRAELE, LANCIATI CIRCA 200 MISSILI BALISTICI. Per la seconda volta dal 7 ottobre 2023 l’Iran lancia un attacco diretto nei confronti di Israele, in risposta alle uccisioni di Ismail Haniyeh e Hassan Nasrallah. Vengono utilizzati circa 200 missili balistici. L’Iron Dome, il sistema di difesa israeliano, coadiuvato dalle forze alleate, respinge l’attacco. L’unica vittima è un cittadino palestinese nella città di Gerico, colpito dai detriti di un missile caduto. Israele annuncia una reazione e Teheran minaccia: ‘Se lo farete, vi ridurremo in cenere’.

16 OTTOBRE 2024 – L’ESERCITO ISRAELIANO UCCIDE A GAZA IL LEADER DI HAMAS YAHYA SINWAR. Yahya Sinwar, leader di Hamas, viene ucciso dall’esercito israeliano nella Striscia di Gaza. Secondo la ricostruzione fornita dall’Idf, la ‘primula rossa’ del movimento palestinese viene ucciso insieme ad altri due miliziani nel corso di un pattugliamento nella zona di Rafah. Solo una volta ispezionato il cadavere i soldati si rendono conto della somiglianza con Sinwar. Il giorno successivo il governo israeliano, dopo aver effettuato le analisi del Dna, conferma la sua identità. Successivamente anche Hamas ufficializza il decesso del leader.

26 OTTOBRE 2024 – ISRAELE LANCIA ATTACCO CONTRO L’IRAN, COLPITE STRUTTURE DI PRODUZIONE MISSILI MA RISPARMIATI GLI IMPIANTI NUCLEARI. Nella notte fra il 25 ottobre e le prime ore del 26, Israele lancia un nuovo attacco, della durata di diverse ore, sul territorio iraniano. Lo Stato ebraico comunica di aver colpito le ‘strutture di produzione di missili utilizzati contro lo stato di Israele nell’ultimo anno’ e invita Teheran a non reagire, perché in caso contrario ‘pagherebbe un prezzo alto’. Israele, su pressione dell’amministrazione Biden, evita di colpire gli impianti nucleari. L’Iran parla di danni limitati e minimizza l’accaduto.

5 NOVEMBRE 2024 – NETANYAHU LICENZA IL MINISTRO DELLA DIFESA YOAV GALLANT. Il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant viene licenziato dal premier Benjamin Netanyahu a causa dei numerosi disaccordi fra i due. In particolare, Gallant sosteneva che Israele avrebbe dovuto accettare un accordo per la liberazione degli ostaggi, anche a costo di lasciare Hamas nella Striscia di Gaza. Al suo posto viene nominato Israel Katz, già ministro degli Esteri. Il ruolo di titolare della diplomazia israeliana viene invece affidato a Gideon Saar.

21 NOVEMBRE 2024 – CORTE PENALE INTERNAZIONALE EMETTE MANDATI DI ARRESTO PER NETANYAHU E GALLANT. La Corte penale internazionale emette mandati di arresto per il premier israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant. La motivazione è ‘aver diretto intenzionalmente attacchi contro la popolazione civile della Striscia di Gaza e aver utilizzato la fame come metodo di guerra’. Atti che per la Corte si configurano come ‘crimini di guerra e contro l’umanità’. La Cpi emette un mandato di arresto anche per il leader dell’ala militare di Hamas, Mohammed Deif, in quanto non ci sono conferme ufficiali della sua morte.

14 DICEMBRE 2024 – HAMAS PUBBLICA VIDEO CREATO CON L’AI DOVE NETANYAHU SCAVA TOMBE PER GLI OSTAGGI. Hamas pubblica sul suo canale Telegram un filmato dove si vede un’immagine, creata con l’intelligenza artificiale, del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu mentre scava tombe per gli ostaggi ancora nelle mani dell’organizzazione palestinese. ‘Il suo sogno più grande è che muoiano tutti’, è il titolo scelto da Hamas per la clip.

30 DICEMBRE 2024 – SEI NEONATI MORTI DI FREDDO A GAZA IN UNA SETTIMANA. L’arrivo dell’inverno e le basse temperature mietono vittime fra i neonati di Gaza. Secondo le autorità della Striscia nell’ultima settimana di dicembre sono sei quelli deceduti a causa del freddo e dell’impossibilità di avere un riparo degno, quattro di loro avevano fra i 4 e i 21 giorni.

4 GENNAIO 2025 – HAMAS PUBBLICA VIDEO SOLDATESSA OSTAGGIO LIRI ALBAG.  Hamas pubblica un video della soldatessa Liri Albag dove la 19enne dichiara di essere prigioniera ‘da oltre 450 giorni’. La giovane era di sorveglianza alla postazione di Nahal Oz il 7 ottobre 2023. Albag era stata protagonista di un altro video trasmesso da Hamas nel mese di maggio del 2024 dove i miliziani con le body-cam avevano documentato la cattura sua e di altre quattro colleghe.

7 GENNAIO 2025 – DONALD TRUMP MINACCIA HAMAS, LIBERI GLI OSTAGGI O SARÀ L’INFERNO. Il presidente eletto americano Donald Trump minaccia Hamas. Il tycoon dichiara che se l’organizzazione palestinese non rilascerà gli ostaggi ancora nelle sue mani entro il 20 gennaio, data dell’insediamento di Trump alla Casa Bianca, ‘si scatenerà l’inferno’.

9 GENNAIO 2025 – JOSEPH AOUN ELETTO NUOVO PRESIDENTE DEL LIBANO. Dopo un vuoto politico di oltre due anni, il Libano sceglie il generale Joseph Aoun come suo nuovo presidente. Nel discorso di insediamento Aoun promette di ‘ricostruire ciò che l’aggressione israeliana ha distrutto in tutto il Libano’ e che le autorità statali avranno ‘il monopolio sulle armi’ in quanto l’esercito e non Hezbollah ‘deve essere in grado di proteggere i confini del Paese’.

12 GENNAIO 2025 – BIDEN SENTE NETANYAHU, NECESSARIO CESSATE IL FUOCO E LIBERAZIONE OSTAGGI. Mentre i mediatori di Hamas e Israele si trovano a Doha per un nuovo round di negoziati, il presidente americano uscente Joe Biden sente al telefono il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Biden sottolinea ‘l’immediata necessità di un cessate il fuoco a Gaza e del ritorno degli ostaggi’.

14 GENNAIO 2025 – ISRAELE E HAMAS ACCETTANO BOZZA DI ACCORDO PER CESSATE IL FUOCO E RILASCIO OSTAGGI. Nei colloqui di Doha, Israele e Hamas accettano una bozza di accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e la liberazione degli ostaggi. Un accordo in tre fasi basato sulla road map proposta mesi prima dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden e approvata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La prima fase prevederebbe il rilascio graduale di 33 ostaggi nell’arco di 6 settimane, fra cui donne, bambini, adulti, anziani e civili feriti, in cambio di centinaia di donne e bambini palestinesi detenuti da Israele. Fra le persone che Hamas rilascerebbe anche 5 soldatesse israeliane, in cambio per ognuna di 50 prigionieri palestinesi, fra cui 30 militanti condannati all’ergastolo.

19 GENNAIO 2025 – ENTRA IN VIGORE IL CESSATE IL FUOCO, HAMAS RILASCIA LE PRIME TRE DONNE OSTAGGIO. Alle 11.15 ora locale del 19 gennaio entra in vigore il cessate il fuoco fra Israele e Hamas e migliaia di sfollati si mettono in marcia verso le loro case. Contestualmente Hamas libera i primi tre ostaggi israeliani. Si tratta di tre donne: Romi Gonen di 24 anni, Emily Damari di 28 anni e Doron Steinbrecher di 31 anni. Tornano in patria dopo aver trascorso 471 giorni da prigioniere a Gaza. Israele dal canto suo libera 90 prigionieri palestinesi, 69 donne e 21 minorenni. ‘É un giorno tremendamente emozionante, prometto che riporteremo tutti a casa’, commenta il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

25 GENNAIO 2025 – HAMAS LIBERA QUATTRO SOLDATESSE ISRAELIANE, POLEMICHE PER CERIMONIA RILASCIO. Hamas rilascia le quattro giovani soldatesse israeliane Karina Ariev, Daniella Gilboa, Naama Levy e Liri Albag, che erano state rapite presso un punto di osservazione dell’esercito israeliano al confine con la Striscia di Gaza il 7 ottobre. Polemiche per la cerimonia pubblica, nella quale le ragazze vengono fatte salire su un palco per ricevere un ‘certificato di rilascio’.

26 GENNAIO – TRUMP LANCIA PROPOSTA DI SPOSTARE PALESTINESI DA GAZA PER RIPULIRE LA STRISCIA.  Il presidente americano Donald Trump propone di spostare i palestinesi di Gaza in Egitto e in Giordania, in modo da ‘ripulire’ la Striscia devastata dalla guerra. La proposta viene accolta con favore dalla destra israeliana. Coro di no da parte dei Paesi arabi.

30 GENNAIO – HAMAS AMMETTE LA MORTE DEL SUO CAPO MILITARE MOHAMMAED DEIF. Hamas ammette ufficialmente la morte di Mohammed Deif, considerato il capo militare dell’organizzazione. Deif è stato presumibilmente ucciso in un attacco aereo da parte dell’Idf a Khan Younis a luglio 2024, ma Hamas non aveva mai confermato la sua scomparsa.

1 FEBBRAIO – HAMAS LIBERA TRE OSTAGGI MASCHI, ANCHE YARDEN BIBAS. TIMORI PER IL RESTO DELLA SUA FAMIGLIA. Hamas rilascia il cittadino franco-israeliano Ofer Kalderon, l’ostaggio americano-israeliano Keith Siegel, e Yarden Bibas. Resta grande apprensione per la sorte della moglie Shiri Bibas, e dei loro due figli piccoli, Ariel e Kfir. La famiglia dice di ‘continuare a sperare’.

5 FEBBRAIO – NETANYAHU ALLA CASA BIANCA. TRUMP, GAZA PUÒ DIVENTARE LA RIVIERA DELLA REGIONE.  Nel corso di una conferenza stampa alla Casa Bianca con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, Donald Trump afferma che Gaza potrebbe diventare la ‘Riviera del Medioriente’, dove le persone possano ‘vivere in pace’ in condizioni ‘migliori’. Secondo Netanyahu il piano di Trump può ‘cambiare la storia’. Hamas rifiuta l’idea di Trump definendola ‘razzista’.

16 FEBBRAIO – RUBIO IN ISRAELE, HAMAS VA ELIMINATA, NON PUÒ GOVERNARE. Il Segretario di Stato americano Marco Rubio va in visita in Israele, dove afferma che ‘il gruppo di Hamas deve essere eliminato e sradicato’, ‘non può continuare’ ad avere il controllo della Striscia ‘come forza militare o governativa’.

20 FEBBRAIO – HAMAS CONSEGNA LE BARE CON SHIRI BIBAS E I SUOI FIGLI ARIEL E KFIR. Hamas consegna le bare di quattro ostaggi palestinesi rapiti il 7 ottobre. Fra loro ci sono Shiri Bibas e i due figli Ariel e Kfir, che il giorno del rapimento avevano rispettivamente 4 anni e 9 mesi. Sul corpo della donna per 24 ore si consuma un giallo: i resti consegnati non risultano compatibili col suo dna. Il giorno successivo Hamas consegna la sua salma e parla di errore. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, promette che lo Stato ebraico ‘regolerà i conti’ con Hamas. L’organizzazione palestinese accusa Netanyahu: ‘Uccisi dall’esercito, la responsabilità è sua’.

26 FEBBRAIO – TRUMP POSTA VIDEO CON L’AI SUL FUTURO DI GAZA, STATUE D’ORO E LUSSO. Donald Trump posta sul social Truth un video realizzato con l’intelligenza artificiale con quella che sembra essere la sua visione per il futuro di Gaza. Nella clip viene mostrato il territorio devastato dalla guerra e poi la didascalia ‘2025… Cosa succederà dopo?’. Quindi la Striscia si trasforma in una sorta di paradiso con spiagge esotiche, grattacieli, yacht di lusso e gente che festeggia. Nelle immagini compare anche la torre ‘Trump Gaza’ e una gigantesca statua dorata del presidente degli Stati Uniti. Lo stesso presidente Usa compare mentre balla in un bar e sorseggia un drink a bordo piscina con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Anche Elon Musk appare più volte nella clip, mentre mangia in spiaggia, passeggia e piovono banconote. In sottofondo viene riprodotta una canzone scritta appositamente per il video: ‘Donald sta arrivando per liberarvi, portando la luce, niente più tunnel, niente più paura: Trump Gaza è finalmente qui’.

2 MARZO – ISRAELE BLOCCA INGRESSO BENI E FORNITURE A GAZA DOPO NO HAMAS A PIANO USA SU ESTENSIONE FASE 1 TREGUA. Israele blocca l’ingresso di tutti gli aiuti umanitari a Gaza dopo il no di Hamas al piano Usa per un’estensione della fase I dell’accordo di cessate il fuoco. Lo Stato ebraico chiede al gruppo palestinese di accettare il piano dell’inviato di Donald Trump, Steve Witkoff, che prevede l’estensione temporanea della prima fase, mentre Hamas vorrebbe passare alla fase 2 prevista dall’accordo. Un portavoce di Hamas dichiara che il blocco dei rifornimenti a Gaza è un ‘ricatto’. Israele replica sostenendo che gli aiuti umanitari giunti nella Striscia di Gaza saranno sufficienti per circa 5 mesi.

4 MARZO – PIANO LEGA ARABA PER GAZA, VIA HAMAS E RIAFFERMARE GOVERNANCE ANP. La Lega araba lancia un piano per il futuro di Gaza articolato in tre fasi. La prima durerebbe circa sei mesi, mentre le due fasi successive si svolgerebbero in un arco di tempo complessivo di quattro o cinque anni. L’obiettivo è ricostruire Gaza, mantenere la pace e la sicurezza e riaffermare la governance dell’Autorità nazionale palestinese nella Striscia dopo 17 anni.

5 MARZO – TRUMP MINACCIA HAMAS, RILASCIATE GLI OSTAGGI O PER VOI È FINITA. ‘Ultimo avvertimento’ di Donald Trump ad Hamas: ‘Rilasciate tutti gli ostaggi ora, non più tardi, e restituite immediatamente tutti i corpi delle persone che avete assassinato, o per voi è finita’, dichiara il presidente americano, che lancia anche un passaggio al ‘popolo di Gaza: vi attende un futuro meraviglioso, ma non se trattenete gli ostaggi. Se lo farete, sarete morti! Prendete una decisione intelligente, Rilasciate ora gli ostaggi o pagherete l’inferno in seguito!’.

14 MARZO – NUOVI COLLOQUI A DOHA FALLISCONO, HAMAS ACCONSENTE SOLTANTO A LIBERAZIONE OSTAGGIO ISRAELO-AMERICANO. Non decollano i colloqui di Doha per la fase due della tregua. Hamas annuncia soltanto di aver dato il via libera al rilascio di un ostaggio israelo-americano in vita, Edan Alexander, e alla consegna dei corpi di altri 4 ostaggi con doppia cittadinanza. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu accusa Hamas di condurre una ‘guerra psicologica’. L’inviato speciale Usa, Steve Witkoff, definisce la proposta di Hamas ‘inaccettabile’.

15 MARZO – GLI USA LANCIANO AZIONE MILITARE CONTRO GLI HOUTHI NELLO YEMEN. Il presidente americano Donald Trump ordina alle forze armate statunitensi di ‘lanciare un’azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen’, che ‘h ‘hanno condotto una campagna incessante di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri Paesi’. ‘Questi assalti incessanti – dice ancora Trump – sono costati all’economia statunitense e mondiale molti miliardi di dollari, mettendo al contempo a rischio vite innocenti. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e militari americane di navigare liberamente nelle vie d’acqua del mondo’. Le vittime sono decine. In risposta l’organizzazione sciita afferma di aver attaccato con missili e un drone la portaerei americana USS Lincoln.

16 MARZO – NETANYAHU ANNUNCIA DI VOLER LICENZIARE IL CAPO DELLO SHIN BET RONAN BAR. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu annunciato la sua intenzione di licenziare il capo dello Shin Bet, Ronen Bar. In una dichiarazione l’ufficio di Netanyahu afferma che il premier ha incontrato Bar e ‘lo ha informato che questa settimana presenterà una proposta al governo per porre fine al suo mandato’. Netanyahu spiega che ‘in ogni momento, ma soprattutto durante una guerra esistenziale come quella che stiamo affrontando, deve esserci piena fiducia tra il primo ministro e il capo dello Shin Bet’.

18 MARZO – LA TREGUA FINISCE, NETANYAHU ORDINA RAID SU GAZA DOPO NO DI HAMAS A PROPOSTA INVIATO USA. Israele annuncia la ripresa dei raid nella Striscia di Gaza ‘dopo che Hamas si è ripetutamente rifiutata di rilasciare i nostri ostaggi e ha respinto tutte le proposte ricevute dall’inviato del presidente degli Stati Uniti, Steve Witkoff, e dai mediatori’. A entrare in campo è l’aeronautica con una serie di attacchi mirati, i più vasti dall’entrata in vigore del cessate il fuoco il 19 gennaio. Le vittime sono centinaia. Hamas accusa Netanyahu: ‘Espone gli ostaggi a un destino ignoto’.