IN AGGIORNAMENTO. La guerra in Medioriente tra Israele e Hamas giunge al giorno 185. Israele ha ritirato le truppe di terra combattenti dal sud di Gaza, lasciando Khan Yunis dove stanno rientrando gli sfollati palestinesi.
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha affermato che “esiste una data” per l’ingresso delle truppe delle Forze di difesa israeliane (Idf) a Rafah e ha ribadito in un video-messaggio che non c’è vittoria senza un’operazione nella città meridionale. Lo riporta Times of Israel. Netanyahu ha anche affermato di aver ricevuto un aggiornamento dettagliato sui negoziati per una tregua e per il rilascio degli ostaggi in mano ad Hamas svoltisi al Cairo. “Stiamo lavorando continuamente per raggiungere i nostri obiettivi. Innanzitutto liberando tutti i nostri ostaggi e ottenendo la vittoria totale su Hamas“, ha detto ancora il premier israeliano.
Parlando al quotidiano Al-Araby Al-Jadeed, di proprietà del Qatar, fonti egiziane hanno rivelato alcuni dettagli sulla proposta avanzata dagli Stati Uniti per una tregua temporanea e un accordo sul rilascio degli ostaggi attualmente all’esame di Israele e Hamas. Lo riporta Times of Israel. La proposta prevede una pausa temporanea di sei settimane nei combattimenti, il rilascio di 40 ostaggi tenuti da Hamas dal 7 ottobre e il ritorno parziale dei civili sfollati nel nord di Gaza. Tuttavia, la fonte afferma che la proposta non include un impegno per un cessate il fuoco permanente, su cui Hamas ha insistito come un elemento non negoziabile e che Israele ha respinto, insieme ad altre richieste del gruppo terroristico, come “deliranti”. I negoziati stanno anche esaminando la possibilità di osservare una tregua iniziale di tre giorni, senza altri obblighi, durante i tre giorni festivi dell’Eid al-Fitr che segnano la fine del Ramadan alla fine di questa settimana.
La Turchia ha accusato Israele di aver respinto il suo tentativo di fornire assistenza agli abitanti di Gaza con aiuti aerei e ha annunciato misure contro lo Stato ebraico. “Non ci sono scuse perché Israele possa bloccare il nostro tentativo di fornire aiuti agli abitanti di Gaza”, ha dichiarato il ministro degli Affari Esteri Hakan Fidan in una conferenza stampa ad Ankara, come riporta Anadolou. “Di fronte a questa situazione, abbiamo deciso di adottare una serie di nuove misure contro Israele. Queste misure continueranno finché Israele non dichiarerà un cessate il fuoco e consentirà agli aiuti umanitari di raggiungere Gaza senza interruzioni”, ha detto ancora Fidan.
Nel suo incontro di oggi in Vaticano con i parenti degli ostaggi israeliani detenuti a Gaza, Papa Francesco ha definito Hamas “il male”. Lo ha detto durante un incontro con la stampa Ashley Waxman Bakshi, cugina della diciannovenne Agam Berger imprigionata dal 7 ottobre. “Non potevamo credere a quanto tempo ci abbia dedicato il Papa e quanto sia stato accogliente”, aggiunge Ashley Bakshi. Nel corso della conferenza stampa tanti gli appelli a mantenere viva l’attenzione sugli ostaggi. Alon Nimrodi, padre del giovane ostaggio Tamir, dice: “Credo che il mondo sia cieco davanti a questa questione degli ostaggi. Parla tutto il tempo di madri israeliane ma non parla degli ostaggi. Non c’è più solidarietà nel mondo ed è sempre peggio. Abbiamo bisogno di voi al nostro fianco perché, pensateci, Europa, Usa, ogni altro paese, potreste essere voi i prossimi“.
Dopo Israele anche fonti palestinesi a Gaza smentiscono le indiscrezioni, emerse da fonti egiziane, di progressi nei negoziati per un accordo di cessate il fuoco. Lo riporta l’emittente libanese Al-Mayadeen, vicina agli Hezbollah, secondo cui un alto funzionario palestinese lamenta “l’ostinazione” di Israele e insiste sul fatto che “finora non c’è stato alcun progresso”.
“Non vediamo un accordo all’orizzonte“. Alti funzionari israeliani, citati da Channel 12 e Ynet, smentiscono le indiscrezioni, fatte trapelare in queste ore da fonti egiziane, di passi avanti concreti nei negoziati per una tregua a Gaza e un potenziale cessate il fuoco nel conflitto tra Israele e Hamas. “La distanza tra le parti è ancora grande”, ha spiegato a Ynet un funzionario israeliano.
Anche un anonimo funzionario palestinese, citato dal media libanese Al Mayadeen,ha smentito progressi nei negoziati. “Tutti i tentativi e gli sforzi dei mediatori per raggiungere un accordo hanno incontrato l’inflessibilità israeliana”, ha spiegato. “Al momento non ci sono progressi nei negoziati. Se ce ne saranno, lo annunceremo attraverso i canali ufficiali. Hamas aderisce alle sue richieste, che includono un cessate il fuoco, il ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza, l’ingresso di aiuti, il ritorno degli sfollati di Gaza e uno scambio tra prigionieri”.
Un comandante dell’unità d’elite libanese Al Radwan di Hezbollah è stato ucciso insieme ad altri due soldati in un raid israeliano nel villaggio di Al Sultanya, nel Libano meridionale. L’annuncio è arrivato dopo che l’Idf nelle scorse ore aveva dichiarato di aver colpito le posizioni di Hezbollah a Kafr Kila, nonché un lanciarazzi a Yaroun, pubblicando un video dell’attacco.
I negoziati per una tregua a Gaza stanno facendo “progressi” al Cairo. Lo riporta il canale televisivo egiziano Al-Qahera News citando una fonte egiziana di alto rango. Israele e Hamas hanno inviato domenica delle squadre in Egitto per nuovi colloqui su un potenziale cessate il fuoco nel conflitto, dopo l’arrivo nel weekend del direttore della Cia William Burns. Secondo l’emittente egiziana le delegazioni di Hamas e del Qatar torneranno a Il Cairo entro due giorni per concordare i termini definitivi dell’accordo. Le consultazioni proseguiranno nelle prossime 48 ore.