IN AGGIORNAMENTO. Almeno tre civili palestinesi sono stati uccisi e altri feriti sabato mattina presto in una serie di attacchi aerei e di artiglieria israeliani contro quartieri residenziali in varie aree della Striscia di Gaza. Lo riporta l’agenzia palestinese Wafa, riferendo che le forze israeliane hanno preso di mira le case civili nel quartiere di Al-Zaytoun a sud-est di Gaza City, nel quartiere di Al-Sabra al centro e nei quartieri di Tel Al-Hawa e Sheikh Ajleen a sud-ovest della città. L’attacco ha provocato la morte di tre civili e il ferimento di altri dieci, che sono stati trasferiti all’ospedale battista Al-Ahli della città.
Inoltre, l’artiglieria israeliana ha bombardato le case nelle aree di Al-Maghraqa, Al-Zahra e la periferia nord del campo profughi di Nusseirat nel centro di Gaza, provocando feriti tra i civili, che sono stati successivamente trasportati all’Ospedale dei Martiri di Al-Aqsa a Deir Al-Balah. Sempre secondo quanto riportato dall’agenzia palestinese, l’artiglieria israeliana ha preso di mira diverse aree della città di Beit Hanoun, nel nord della Striscia di Gaza. Contemporaneamente, le forze di Isreaele hanno sparato diversi proiettili verso i quartieri sud-occidentali della città di Khan Younis, a sud della Striscia, in concomitanza con gli attacchi aerei sulle parti centrali e occidentali della città.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu “si mette tra noi e i nostri cari”. Lo hanno detto i parenti degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas in conferenza stampa a Tel Aviv prima delle proteste in programma questa sera. Lo riporta il Times of Israel. “Netanyahu sta fallendo di proposito nell’accordo e si sta frapponendo tra noi e i nostri cari a Gaza”, ha detto Einav Zangauker, il cui figlio Matan Zangauker è tenuto prigioniero, “gli ostaggi non hanno tempo per le elezioni e per aspettare, l’ostacolo all’accordo deve essere rimosso adesso e Netanyahu sostituito immediatamente”.
In varie città di Israele manifestazioni per chiedere le dimissioni del primo ministro Benjamin Netanyahu e il raggiungimento di un accordo con Hamas per il rilascio degli ostaggi ancora a Gaza. Centinaia di manifestanti stanno protestando a Cesarea a circa 200 metri dalla residenza privata del premier. Altri si stanno radunando in Piazza della Democrazia a Tel Aviv o sono in marcia dal Carmel Center all’Horev Center, nel quartiere occidentale di Haifa. Manifestazioni sono previste anche a Sderot e Gerusalemme. Lo riportano i media locali.
Il leader dell’opposizione israeliana Yair Lapid partirà stasera per una visita diplomatica a Washington, negli Stati Uniti, dove incontrerà il segretario di Stato americano Antony Blinken e il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan. Inoltre, Lapid incontrerà anche il leader della maggioranza democratica al Senato Chuck Schumer, il presidente della commissione per le relazioni estere del Senato Ben Cardin e il senatore repubblicano Lindsey Graham.
“Non basta che sei mesi di guerra siano un momento di ricordo e di lutto: occorre anche stimolare la determinazione collettiva affinché ci sia una resa dei conti per questo tradimento dell’umanità”. Così in una nota Martin Griffiths, sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari e coordinatore degli aiuti d’emergenza, in occasione dei 6 mesi dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza tra Hamas e Israele. “Ogni giorno questa guerra miete sempre più vittime civili. Ogni secondo che continua semina i semi di un futuro così profondamente oscurato da questo conflitto implacabile”, aggiunge Griffiths, “come io e molti altri abbiamo ripetutamente affermato, la fine di questa guerra è attesa da tempo”. E conclude: “Raramente si è verificata una tale indignazione globale per il prezzo del conflitto, apparentemente fatto così poco per porvi fine e invece così tanta impunità”.
Hamas rifiuta di “fare marcia indietro” rispetto alle sue richieste per un cessate il fuoco totale, anche se ha accettato di inviare una delegazione per rinnovare i colloqui al Cairo quuesto fine settimana. “Hamas conferma la sua adesione alla posizione presentata il 14 marzo… e non ci tireremo indietro da questa posizione”, ha affermato Hamas in una nota, riferendosi alle sue richieste che includono un cessate il fuoco completo a Gaza e il ritiro delle Forze di difesa israeliane da tutta la Striscia di Gaza. Hamas chiede anche il ritorno degli sfollati e uno scambio “serio” di prigionieri palestinesi con ostaggi israeliani tenuti prigionieri a Gaza.
Domani una delegazione di Hamas si recherà al Cairo, in Egitto, per negoziati su un accordo con Israele per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. È quanto ha rivelato una fonte del movimento palestinese all’emittente Al Jazeera, che riporta che nelle ultime ore si sono svolti intensi contatti tra Haniyeh, leader di Hamas, e i mediatori per riprendere i colloqui. Haniyeh ha assicurato ai mediatori che qualsiasi ciclo di negoziati dovrà iniziare sulla base di un cessate il fuoco permanente, con il ritiro totale dell’esercito israeliano e il ritorno incondizionato degli sfollati palestinesi.
Il corpo di Elad Katzir, uno degli ostaggi rapiti da Hamas lo scorso 7 ottobre, è stato recuperato dalle Forze di difesa israeliane (Idf) in un raid nella Striscia di Gaza. Lo ha comunicato in un post su Facebook Carmit Katzir, sorella di Elad, annunciando che la sua famiglia è stata informata che il fratello è stato assassinato durante la prigionia, come riporta Times of Israel, e aggiungendo chesarà sepolto nel Kibbutz Nir Oz. Anche la madre di Katzir, Hanna Katzir, è stata rapita dalla sua casa nel Kibbutz Nir Oz il 7 ottobre e rilasciata il 24 novembre come parte di un accordo temporaneo di cessate il fuoco mediato dal Qatar e dagli Stati Uniti tra Hamas e Israele. Il padre, Rami Katzir, è stato ucciso durante l’attacco di Hamas.
Diverse membri democratici del Congresso americano, tra cui l’ex speaker Nancy Pelosi, hanno inviato una lettera al presidente degli Stati Uniti Joe Biden e al segretario di Stato Antony Blinken chiedendo la sospensione dei trasferimenti di armi a Israele a seguito di un attacco delle Forze di difesa Israeliane (Idf) a Gaza che ha ucciso sette membri dello staff di World Central Kitchen, tra cui un cittadino americano con doppia cittadinanza. Lo riporta Times of Israel, aggiungendo che, notando che Israele ha affermato di non aver preso di mira intenzionalmente gli operatori umanitari, i membri del Congresso affermano che “se questo è vero, è un errore incredibilmente inaccettabile”. Chiedono inoltre che l’amministrazione “conduca un’indagine approfondita su questo attacco aereo”.
Sono almeno 16 le persone che sono state arrestate dalla polizia israeliana durante la preghiera dell’alba nella moschea di Al-Aqsa nella Gerusalemme est occupata. Lo riporta Times of Israel. Gli arresti sono avvenuti durante la Laylat al-Qadr, ovvero la notte del potere, considerata dai musulmani la notte più sacra del Ramadan. La tensione nel sito è alta poiché le autorità israeliane hanno negato l’ingresso alla moschea alla stragrande maggioranza dei palestinesi che vivono nella Cisgiordania occupata durante il Ramadan. Israele ha affermato che i bambini sotto i 10 anni, le donne sopra i 50 anni e gli uomini sopra i 55 anni potranno pregare nella moschea di Al-Aqsa se hanno un permesso valido, riducendo significativamente la percentuale di coloro che possono accedere al sito.