Gaza, parte corridoio umanitario via mare. Hamas: “Su ritiro Israele no compromessi”

Il Consiglio di sicurezza dell'Onu si riunirà lunedì ed esaminerà il rapporto sui presunti stupri commessi da Hamas durante l'assalto del 7 ottobre

Da Cipro a Gaza via mare per alleviare le sofferenze dei civili palestinesi quando la guerra è entrata nel suo sesto mese. L’iniziativa di Nicosia per la creazione di un corridoio marittimo prende corpo e Israele, tramite il portavoce del ministero degli Esteri Lior Haiat, ha fatto sapere di averla “accolta con favore”, in quanto “consentirà l’aumento degli aiuti umanitari alla Striscia di Gaza”.

Della realizzazione di un “porto temporaneo nel Mediterraneo” in grado di “ricevere grandi navi che trasportano cibo, acqua, medicine e rifugi” aveva parlato il presidente americano, Joe Biden, nel suo discorso sullo Stato dell’Unione. Un’operazione, ha aggiunto il leader di Washington, che si svolgerà senza “truppe americane sul terreno”. Il ministro britannico degli Esteri, David Cameron, ha spiegato che Londra, insieme a Washington, sosterrà l’iniziativa, ma sulla realizzazione del porto temporaneo è stato cauto: “Ci vorrà tempo”, ha commentato, “quindi è cruciale che gli israeliani confermino l’apertura del porto di Ashdod”. Coinvolta anche l’Unione europea. La presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, ha annunciato la partenza della prima nave dal porto di Larnaca nel quadro di un’operazione pilota per testare il corridoio che, ha continuato, dovrebbe essere aperto “sabato o domenica”. La situazione umanitaria di Gaza, ha ricordato Von der Leyen, “è disastrosa”. Anche l’Italia aderisce all’iniziativa Almathe (questo il nome scelto) per il corridoio marittimo che vede la partecipazione, tra gli altri, degli Emirati Arabi Uniti, oltre a quella di Ue, Stati Uniti e Gran Bretagna. Il governo resta impegnato per una soluzione diplomatica del conflitto e la premier, Giorgia Meloni, sarà in Egitto il 17 marzo con Von der Leyen, il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis, e quello belga, Alexander De Croo. In programma un incontro con il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi.

Hamas: “Nessun compromesso sul ritiro di Israele”

Gaza resta il centro del conflitto, con un bilancio di vittime che ha superato le 38.800 unità. Nel conteggio effettuato dalle autorità dell’enclave ci sono anche i civili in attesa di aiuti morti nella strage di del 29 febbraio scorso. Le forze israeliane hanno presentato un’indagine sull’accaduto, sostenendo di aver aperto il fuoco solo contro alcuni sospetti che si avvicinavano al convoglio e rappresentavano una minaccia. L’inchiesta parla di un “raduno violento” di 12mila residenti di Gaza che avrebbero saccheggiato gli aiuti, causando danni agli sfollati e ai camion. Per evitare nuovi massacri la comunità internazionale chiede una tregua. Ma il processo negoziale è ormai un braccio di ferro tra Israele e Hamas, che funzionari americani accusano di ostacolare il raggiungimento dell’accordo, rifiutandosi di rilasciare gli ostaggi malati, anziani e le donne. Ma le brigate Al-Qassam, ala militare del gruppo, hanno ribadito che per completare l’accordo per il rilascio degli ostaggi serve “il ritiro del nemico e su questo non c’è compromesso”.

Consiglio Onu esaminerà rapporto su presunti stupri commessi da Hamas

Sull’attacco del 7 ottobre è prevista per lunedì una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu che esaminerà il rapporto sui presunti stupri commessi da Hamas durante l’assalto. Alla sessione parteciperà anche il ministro israeliano degli Esteri, Israel Katz, che chiede all’Onu di riconoscere il gruppo militante palestinese come un’organizzazione terroristica.

Colonie di Israele in territori palestinesi

I fari del Palazzo di Vetro sono, tuttavia, puntati anche sulla questione delle colonie israeliane nei territori palestinesi occupati. “La creazione e la continua espansione degli insediamenti equivalgono al trasferimento da parte di Israele della propria popolazione civile nei territori che occupa, il che equivale a un crimine di guerra secondo il diritto internazionale”, ha ammonito il Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk.