Le ultime notizie dal conflitto in Medioriente del 7 novembre. Mentre le truppe israeliane hanno circondato Gaza City, cresce l’emergenza umanitaria per i civili nella Striscia: ieri, secondo il ministero della Sanità di Gaza controllato da Hamas, il bilancio delle vittime palestinesi è cresciuto sopra quota 10mila. E proseguono gli appelli per pause umanitarie dal conflitto. ARTICOLO IN AGGIORNAMENTO
Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (Cicr) riferisce che un suo convoglio di aiuti è stato colpito da spari a Gaza City, che due camion sono stati danneggiati e un autista è rimasto leggermente ferito, ma che il convoglio è riuscito comunque a consegnare forniture mediche all’ospedale Al Shifa. Lo riporta l’emittente Al-Jazeera. Il Cicr riferisce che il convoglio era composto da 5 camion e 2 veicoli e stava trasportando “forniture mediche salvavita a strutture sanitarie, tra cui l’ospedale Al Quds della Società della Mezzaluna Rossa Palestinese, quando è stato colpito dal fuoco”. La Croce rossa non ha precisato da dove siano arrivati gli spari.
Gli Stati Uniti sono contrari a una rioccupazione militare di Gaza e stanno avendo “conversazioni sullo scenario post conflitto e sulla governance” nella Striscia. Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale Usa, John Kirby, in risposta a una domanda sulle dichiarazioni del premier israeliano Benjamin Nenanyahu di una nuova rioccupazione militare della Striscia. Quel che è certo, ha aggiunto Kirby, è che Hamas non farà parte di questi scenari. “Non si può tornare al 6 ottobre”, ha rimarcato. Kirby ha quindi ribadito che il presidente Biden “non è a favore” di una rioccupazione militare di Gaza da parte di Israele.
Se il gruppo libanese Hezbollah entrerà in guerra “farà il più grande errore della sua vita”. È l’avvertimento lanciato dal premier israeliano, Benjamin Netanyahu, in un discorso alla nazione tenuto dal quartier generale militare di Kirya, a Tel Aviv, per aggiornare il Paese sulla guerra. Lo riporta il Times of Israel. A proposito della situazione nel nord di Israele, al confine con il Libano, Netanyahu ha detto che l’esercito israeliano (Idf) sia si sta difendendo, sia sta attaccando: Israele non accetterà che Hezbollah o Hamas in Libano “danneggino le nostre comunità e i nostri cittadini”, “risponderemo con fuoco pesante a qualsiasi loro attacco contro di noi”, ha detto.
L’inviato Usa Amos Hochstein, uno dei principali consiglieri del presidente Joe Biden, è volato a Beirut per ribadire che Washington non vuole che il conflitto in corso a Gaza si espanda anche al Libano. La visita a sorpresa giunge dopo che una donna libanese e le sue tre nipoti sono rimaste uccise due giorni fa in un bombardamento israeliano nei pressi del villaggio di Aramta, una delle roccaforti di Hezbollah. Parlando con i giornalisti dopo un incontro con il presidente del Parlamento, Nabih Berri, Hochstein ha affermato che ristabilire la calma lungo il confine meridionale libanese è una questione della “massima importanza”.
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha definito la Striscia di Gaza “la più grande base terroristica che l’umanità abbia mai costruito” e ha confermato che non ci saranno tregue umanitarie “senza la restituzione degli ostaggi”. Lo riporta il Times of Israel. Gallant ha affermato che le forze armate hanno preso d’assalto “le roccaforti del terrore” a Gaza “da tutte le direzioni, in perfetto coordinamento con le forze marittime e aeree”, e stanno “stringendo” Gaza City. Quanto al leader di Hamas, Yahya Sinwar, “si nasconde nel suo bunker e non ha contatti con i suoi associati”.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che i combattimenti di Israele nella Striscia di Gaza sono un enorme successo, sottolineando che “a volte si verificano anche perdite molto dolorose, ma nel complesso il successo è fenomenale”. Lo riporta Haaretz. In una precedente conversazione con i soldati, Netanyahu aveva affermato che non vi è alcuna intenzione di fermare i combattimenti: “Intendiamo continuare fino alla fine”.
“Non cancelleremo Gaza. Non sarà spazzata via. Ve lo dico qui e ora, non sarà spazzata via… Ma non ci sarà una minaccia alla sicurezza che vi metterà in pericolo”. È quanto ha detto Benny Gantz, membro del Gabinetto di guerra di Israele, incontrando lunedì i residenti del kibbutz Kissufim, al confine con Gaza, rispondendo alla domanda se Gaza verrà spazzata via entro la fine della guerra e se il kibbutz avrà una vista sul mare. “Non avrete una vista sul mare”, è stata la risposta di Gantz in una clip mostrata da Channel 12 di cui riferisce il Times of Israel. “Gaza sarà lì. Anche Rafah e Khan Younis. Dobbiamo assicurarci che non ci siano minacce alla sicurezza da lì”, ha detto ancora Gantz.
L’esercito di Israele (Idf) “sta colpendo il cuore delle capacità di Hamas” e “per la prima volta negli ultimi decenni sta combattendo nel cuore di Gaza City, il cuore del terrorismo”. Lo ha detto il comandante del Comando meridionale dell’Idf, Yaron Finkelman, secondo quanto riporta il Jerusalem Post. “Questa è una guerra complessa e difficile e, purtroppo, ha dei costi”, ha aggiunto Finkelman, ribadendo che gli obiettivi principali della guerra sono lo smantellamento di Hamas e il salvataggio degli ostaggi.
Non esiste, al momento, una data per l’arrivo del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in Israele anche se il viaggio resta in programma. Lo affermano fonti diplomatiche israeliane, citate dal Times of Israel, che dunque smentiscono l’arrivo, in questi giorni, di Zelensky nello Stato ebraico. Lo scorso fine settimana si era diffusa la notizia di un imminente viaggio del leader di Kiev in Israele che sarebbe dovuta avvenire in questi giorni. Un funzionario israeliano, parlando di questa eventualità domenica scorsa, aveva detto: “Se il presidente Zelensky verrà, sarà accolto a braccia aperte”.
Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, potrebbe incontrare in Turchia il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh. Lo riporta il quotidiano israeliano Haaretz citando rapporti che parlano di un possibile incontro fra i due leader. Negli ultimi giorni sono cresciute le tensioni tra Israele e Turchia ed Erdogan non ha risparmiato feroci critiche nei confronti di Tel Aviv per la campagna militare su Gaza. Lo scorso fine settimana il ministero turco degli Esteri ha annunciato di aver richiamato “per consultazioni” il proprio ambasciatore a Tel Aviv.
“Oltre 160 operatori sanitari sono morti in servizio” nella Striscia di Gaza “mentre si occupavano dei feriti e dei malati”. Lo ha detto Christian Lindmeier, portavoce dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), parlando nel corso di un briefing di Oms e Unhcr a Ginevra. Lindmeier ha anche elogiato il lavoro degli operatori sanitari: “Siamo estremamente orgogliosi della professionalità e del coraggio delle migliaia di loro che continuano a lavorare facendo sì che il sistema sanitario continui ad andare avanti nonostante tutto”, ha aggiunto.
Sono saliti a 10.328 i morti in attacchi israeliani nella Striscia di Gaza dall’inizio della guerra e 4.237 di loro sono bambini. È il nuovo bilancio fornito dal ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, come riporta l’emittente Al-Jazeera.
“Ho discusso della situazione attuale in Medioriente con il re Abdullah II di Giordania, che ha un ruolo fondamentale nel garantire la stabilità. Ho ribadito la mia posizione sul no agli spostamenti forzati dei palestinesi da Gaza e il sostegno dell’Ue a una soluzione a due Stati”. Lo scrive su X la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
Il ministero israeliano degli Esteri ha nominato Alon Roth-Snir, prossimo ambasciatore in Nuova Zelanda, come inviato speciale chiamato a guidare gli sforzi diplomatici internazionali per arrivare a una liberazione degli oltre 240 ostaggi nelle mani di Hamas. Lo riporta The Times of Israel. Il ministro israeliano degli Esteri, Eli Cohen, ha affermato che la nomina ha lo scopo di “promuovere gli sforzi internazionali in una serie di forum che contribuiranno al rapido rilascio di tutti gli ostaggi”. Shuli Davidovich, che è il coordinatore del ministero degli Esteri per i prigionieri e i dispersi, continuerà a servire come rappresentante del ministero.
Le forze israeliane hanno individuato e colpito miliziani di Hamas che si erano barricati all’interno di un edificio vicino all’ospedale Al-Quds nel quartiere Shejaiya di Gaza City che stavano pianificando un attacco contro le forze di terra israeliane. Lo affermano le forze israeliane di difesa (Idf). Lo riporta The Times of Israel. Sul posto, secondo l’Idf, è stato eseguito un attacco aereo che ha provocato “significative esplosioni secondarie”, indice, sostiene l’Idf, della presenza di un deposito di armi.
Le forze israeliane la scorsa notte avrebbero lanciato 250 attacchi in tutta la Striscia di Gaza. Lo sostiene un rapporto di Hamas citato dal quotidiano israeliano Haaretz. Secondo la stessa Hamas gli attacchi hanno preso di mira obiettivi nel sud della Striscia di gaza, inclusi Khan Younis e Rafah, provocando numerose vittime.
Sarebbe di circa 20 morti il bilancio di un raid israeliano su Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riporta il quotidiano israeliano Haaretz citando le forze di soccorso che operano nell’enclave palestinese. Nella stessa Striscia vengono segnalati attacchi aerei e colpi di artiglieria contro la città di Gaza, inclusa l’area dell’ospedale di Shifa. A un mese esatto dagli attacchi di Hamas contro Israele prosegue, dunque, l’operazione lanciata dalle forze di Tel Aviv a Gaza.
Un giovane palestinese di 24 anni, Saad Nimr Al-Faroukh, è morto durante scontri con l’esercito israeliano a Sair, a nord di Hebron, in Cisgiordania. Lo riporta Wafa citando fonti mediche. Colpi sarebbero stati esplosi dalle truppe israeliane durante un’operazione nella città di Sair che ha provocato la dura reazione dei residenti. Ci sarebbero anche due feriti, uno dei quali verserebbe in gravi condizioni dopo essere stato colpito all’addome.
Israele manterrà la “responsabilità della sicurezza generale a Gaza per un periodo indefinito” al termine della guerra. Lo ha detto il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, in un’intervista rilasciata all’emittente Usa ABC News. “Abbiamo visto cosa succede quando non ce l’abbiamo, con l’esplosione del terrore di Hamas su una scala inimmaginabile”, ha aggiunto.
“Non credo che ci sarà un cessate il fuoco perché questo ostacolerebbe i nostri sforzi per liberare i nostri ostaggi“. Quindi nessuna tregua senza la liberazione degli ostaggi israeliani trattenuti da Hamas. Lo ha confermato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, in un’intervista rilasciata all’emittente Usa ABC News.
“La necessità di un cessate il fuoco umanitario a Gaza diventa sempre più urgente ogni ora che passa. Le parti in conflitto e la comunità internazionale si trovano ad affrontare una responsabilità immediata e fondamentale: fermare questa sofferenza collettiva disumana ed espandere drasticamente gli aiuti umanitari”. Lo scrive su X il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres.