Gaza, padre Gabriel Romanelli: “È prigione a cielo aperto. Accogliamo anche musulmani”

L'intervista di LaPresse al parroco dell'unica parrocchia di Gaza

LaPresse è riuscita a parlare con il parroco dell’unica parrocchia di Gaza, padre Gabriel Romanelli. “Sono morte più 1200 persone, il 60% sono donne e bambini, più di 5700 sono i feriti a Gaza” ha detto a LaPresse. “La cosa che auspico è che venga accolta la richiesta di Papa Francesco di fermare il conflitto, è la cosa più urgente. Si facciano tornare a casa dalle loro famiglie gli ostaggi”, aggiunge Romanelli che spiega come Gaza sia “una prigione a cielo aperto, sono 2 milioni e 300mila persone che abitualmente non escono, tranne alcune migliaia di lavoratori”.

“Le persone sono disperate, in parrocchia si sentono protette da Gesù e fanno vita da rifugiati. Ne ospitiamo centinaia nelle strutture della parrocchia. La cosa terribile che 8 case dei nostri parrocchiani sono andate perse completamente e tante sono state danneggiate” aggiunge padre Gabriel Romanelli. “Accogliamo non solo cristiani, ma anche musulmani”, continua padre Romanelli raccontando di essere ancora bloccato a Betlemme: “Non mi permettono di rientrare, ci sono bombardamenti in corso”.