Israele, disordini nel quartiere eritreo a Tel Aviv: oltre 160 feriti

Sassi contro gli agenti in tenuta antisommossa e a cavallo, le autorità invitano gli abitanti a non uscire di casa

A Tel Aviv sono scoppiati violenti scontri tra centinaia di richiedenti asilo eritrei e la polizia israeliana durante una protesta organizzata contro un evento dell’ambasciata eritrea. Circa 160 persone sono rimaste ferite nei tafferugli. Gli agenti in tenuta antisommossa e a cavallo hanno cercato di contenere i dimostranti, che hanno sfondato le barricate e lanciato pezzi di marciapiede e sassi contro la polizia. Un portavoce delle forze dell’ordine ha dichiarato che ora la situazione e’ “sotto controllo”. Un totale di 39 persone è stato arrestato in seguito ai tafferugli. Dei feriti, otto sarebbero in gravi condizioni. Proteste altrettanto violente sono scoppiate in tutto il mondo mentre l’Eritrea, uno dei Paesi più repressivi, festeggia i 30 anni di indipendenza con festival organizzati dalla diaspora in Europa e Nord America. All’inizio di quest’anno, l’Eritrea ha definito i manifestanti antigovernativi che marciano contro questi eventi “feccia”. 

Gli eritrei costituiscono la maggioranza degli oltre 30.000 richiedenti asilo africani in Israele e affermano di essere fuggiti dal pericolo e dalle persecuzioni di un Paese conosciuto come la “Corea del Nord dell’Africa”, con la coscrizione militare forzata a vita in condizioni simili alla schiavitù. Il presidente Isaias Afwerki, 77 anni, è alla guida dell’Eritrea dal 1993, dopo aver conquistato l’indipendenza dall’Etiopia con una lunga guerriglia. Non ci sono state elezioni, non c’e’ liberta’ di stampa e sono obbligatori i visti per uscire dal Paese. Secondo gli attivisti per i diritti umani e gli esperti delle Nazioni Unite, molti giovani sono costretti a prestare servizio militare senza un termine definito. La nazione del Corno d’Africa e’ tra le peggiori al mondo in quanto a rispetto dei diritti umani e i richiedenti asilo temono che, se dovessero tornare in patria, verrebbero uccisi. In Israele gli eritrei affrontano un futuro incerto e lo Stato ha tentato di deportarli. Ma nonostante tutte le difficolta’ che si trovano ad affrontare molti dicono di godere di alcune libertà che non avrebbero mai avuto in patria, come il diritto di protestare.

Fuoco vivo su manifestanti, aperta indagine interna polizia

Il dipartimento per le indagini interne della polizia ha aperto un’inchiesta sull’uso di fuoco vivo da parte degli agenti contro i richiedenti asilo eritrei che protestavano a Tel Aviv in polemica con il governo di Asmara. Ne dà notizia Times of Israel sottolineando che si è trattato del primo uso di fuoco vivo su manifestanti nel Paese dall’ottobre 2000, durante disordini di massa della comunità araba. Secondo quanto riportano i media israeliani il bilancio dei feriti negli scontri salito ad almeno 160. 

Netanyahu convoca task force, si valuta espulsione

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu convocherà domenica una task force ministeriale per esaminare quanto accaduto oggi a Tel Aviv. Lo ha reso noto l’ufficio di comunicazione del premier in una nota, riportata dai media israeliani, in cui si fa riferimento ai dimostranti parlando di residenti illegali. La task force esaminerà l’attuazione di misure contro i manifestanti, compresa l’espulsione