Dibattito televisivo su Fox News in Usa tra i candidati repubblicani in vista delle primarie per le elezioni presidenziali del 2024. I candidati hanno difeso compatti Mike Pence, vice dell’ex presidente Donald Trump, in merito alla sua condotta del 6 gennaio del 2021, giorno dell’assalto a Capitol Hill. Quel giorno Pence, che presiedeva il Senato, si è rifiutato di portare avanti i piani di Trump e di non certificare i risultati elettorali del 2020, nonostante la violenta ribellione dei sostenitori del tycoon. Secondo il senatore Tim Scott, Pence ha fatto la cosa giusta, e della stessa opinione sono stati l’ex governatore del New Jersey Chris Christie, l’ex governatore della Carolina del Sud Nikki Haley e il governatore del Nord Dakota Doug Burgum. “Non si tratta del 6 gennaio 2021, ma del 20 gennaio 2025, quando il presidente entrerà in carica”, ha aggiunto Ron DeSantis. Il governatore della Florida ha detto poi che “Mike ha fatto il suo dovere. Non ho niente da ridire su di lui”. Deciso Christie: “Mike Pence si è schierato per la Costituzione”. Lo stesso Pence ha difeso le sue azioni il 6 gennaio e ha affermato che l’ex presidente Donald Trump “non aveva il diritto di ribaltare il risultato elettorale”.
Sei degli otto candidati presenti hanno detto che, se Trump vincesse le primarie, sosterrebbero la candidatura dell’ex inquilino della Casa Bianca anche se dovesse essere condannato in seguito a una delle incriminazioni presentate contro di lui negli ultimi mesi. Alla domanda di uno dei conduttori dell’emittente, i candidati hanno risposto per alzata di mano. Si sono espressi a favore quindi l’uomo d’affari Vivek Ramaswamy (primo ad alzare la mano), Nikki Haley, l’ex vicepresidente Mike Pence, il governatore del Nord Dakota Doug Burgum e il senatore Tim Scott. Tentenna, si guarda intorno ma poi alza la mano il governatore della Florida Ron Desantis. Non alza la mano invece l’ex governatore dell’Arkansas Asa Hutchinson. Contrario anche l’ex governatore del New Jersey Chris Christie, che sembra alzare la mano salvo poi scuoterla in senso di diniego.
Nel corso del dibattito il governatore della Florida Ron DeSantis non ha voluto dire se è o meno favorevole a un divieto federale dell’aborto, ma ha assicurato che in caso di elezione sarà un presidente contro l’aborto. “Mi schiererò dalla parte della vita. Capisco che il Wisconsin si comporterà in modo diverso dal Texas. Capisco che l’Iowa e il New Hampshire saranno diversi, ma io sosterrò la causa della vita come governatore e come presidente”, ha detto DeSantis. Tutti i candidati si sono dichiarati “a favore della vita”, ma si sono trovati in disaccordo sul momento in cui le restrizioni dovrebbero entrare in vigore dopo che la Corte suprema ha rovesciato la sentenza Roe v. Wade ponendo fine al diritto costituzionale all’aborto, provocando un’ondata di restrizioni negli Stati a guida repubblicana.
Tanto il governatore della Florida Ron DeSantis, quanto l’imprenditore Vivek Ramaswamy si sono detti contrari a maggiori finanziamenti all’Ucraina, sostenendo che il denaro dovrebbe essere speso invece per proteggere il confine sud degli Stati Uniti dal traffico di droga e di esseri umani. “Come presidente degli Stati Uniti, il suo primo obbligo è quello di difendere il nostro Paese e il suo popolo”, ha detto DeSantis. E Ramaswamy ha paragonato il sostegno all’Ucraina agli sfortunati interventi militari Usa in Iraq e Vietnam. Diversa invece la posizione dell’ex governatore del New Jersey Chris Christie, dell’ex vice presidente Usa Mike Pence e della ex ambasciatrice Usa all’Onu Nikki Haley, che hanno definito il sostegno all’Ucraina un obbligo morale e un imperativo di sicurezza nazionale, avvertendo che il presidente russo Vladimir Putin continuerà la sua aggressione se avrà successo in Ucraina, minacciando potenzialmente gli alleati degli Stati Uniti. “Chiunque pensi che non possiamo risolvere i problemi qui negli Stati Uniti ed essere leader del mondo libero ha una visione limitata della più grande nazione del mondo”, ha detto Pence.
Il cambiamento climatico è reale ma per affrontarlo gli Stati Uniti devono fare pressioni su Cina e India per abbassare le loro emissioni, ha dichiarato Haley.