L'ex primo ministro giapponese è stato ucciso a luglio mentre teneva un discorso elettorale

I pubblici ministeri giapponesi hanno formalmente accusato di omicidio l’uomo sospettato dell’assassinio dell’ex primo ministro Shinzo Abe. Lo riferiscono i media giapponesi. Tetsuya Yamagami, questo il suo nome, era stato arrestato subito dopo aver presumibilmente sparato ad Abe con una pistola fatta in casa mentre l’ex leader stava tenendo un discorso elettorale lo scorso luglio fuori da una stazione ferroviaria a Nara, nel Giappone occidentale. Yamagami era stato poi mandato in un centro di detenzione di Osaka per una valutazione mentale durata circa sei mesi. I pubblici ministeri hanno reso noto che i risultati della sua valutazione mentale hanno mostrato che l’uomo è idoneo a essere processato. Yamagami è stato anche accusato di aver violato una legge sul controllo delle armi. 

La polizia ha detto che Yamagami aveva spiegato loro di aver ucciso Abe a causa dei suoi apparenti legami con un gruppo religioso. Nelle sue dichiarazioni e nei post sui social media a lui attribuiti, Yamagami aveva affermato di aver sviluppato un rancore perché sua madre aveva fatto massicce donazioni alla Chiesa dell’Unificazione che hanno mandato in bancarotta la sua famiglia e rovinato la sua vita. Alcuni giapponesi hanno espresso simpatia per Yamagami, in particolare quelli che hanno sofferto come figli dei seguaci della Chiesa dell’Unificazione, con sede in Corea del Sud, che è nota per fare pressioni sugli adepti affinché facciano grandi donazioni. Migliaia di persone hanno firmato una petizione chiedendo clemenza per Yamagami, e altri hanno inviato pacchetti di assistenza ai suoi parenti o al centro di detenzione.

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