Libia: scontri fra milizie dei due premier a Tripoli, morti 13 civili

L'escalation minaccia di mandare in frantumi la relativa calma di cui la Libia ha goduto per la maggior parte degli ultimi due anni, dopo il caos nel quale era precipitata a seguito del rovesciamento e dell'uccisione di Muammar Gheddafi nel 2011

È di 13 civili morti e 95 feriti il bilancio di nuovi scontri scoppiati sabato a Tripoli fra milizie appoggiate dalle due amministrazioni rivali della Libia. L’escalation minaccia di mandare in frantumi la relativa calma di cui la Libia ha goduto per la maggior parte degli ultimi due anni, dopo il caos nel quale era precipitata a seguito del rovesciamento e dell’uccisione di Muammar Gheddafi nel 2011.

A fornire il bilancio è stato il ministero libico della Sanità, aggiungendo che 64 famiglie sono state evacuate da zone vicine ai combattimenti. Fra le vittime, secondo il portavoce dei servizi di emergenza Malek Merset, c’è Mustafa Baraka, comico noto per i suoi video sui social network, che è morto a seguito di uno sparo al petto. E il ministero denuncia atti “equivalenti a crimini di guerra”, parlando di ospedali colpiti e squadre delle ambulanze a cui è stato impedito di evacuare civili,
Gli scontri hanno visto contrapporsi la milizia della Brigata rivoluzionaria di Tripoli, guidata da Haitham Tajouri, e un’altra milizia alleata con Abdel-Ghani al-Kikli, famigerato signore della guerra noto come Gheniwa. E il governo di unità nazionale del primo ministro Abdul Hamid Dbeibah, basato a Tripoli, ha affermato che gli scontri sono scoppiati quando una milizia ha sparato contro un’altra. Ma i combattimenti sono molto probabilmente parte della lotta per il potere in corso tra Dbeibah e il suo rivale Fathy Bashagha, premier ‘parallelo’ sostenuto dal Parlamento di Tobruk, che opera dalla città costiera di Sirte. Sia Dbeibah che Bashagha sono sostenuti da milizie, e Bashagha si è mobilitato nelle ultime settimane per cercare di entrare a Tripoli per cacciare il suo rivale. A maggio un suo tentativo di insediare il suo governo a Tripoli aveva innescato scontri che si sono conclusi con il suo ritiro dalla capitale.

Secondo il Libya Observer, i combattimenti in corso a Tripoli sono tra forze governative e “gruppi armati leali al governo parallelo di Fathi Bashagha guidati da Haitem Tajouri”. E il governo di unità nazionale di Dbeibah “ha accusato il governo parallelo del primo ministro Fathi Bashagha di avere innescato le violenze a Tripoli dopo avere rifiutato colloqui di pace per tenere nuove elezioni alla fine di quest’anno”.

L’Onu e gli Usa hanno espresso preoccupazione per gli scontri. La missione Onu in Libia, Unsmil, ha chiesto “l’immediata cessazione delle ostilità e ricorda a tutte le parti i loro obblighi di proteggere civili e obiettivi civili in base ai diritti umani internazionalmente riconosciuti e al diritto umanitario”. L’ambasciatore degli Stati Uniti in Libia, Richard Norland, ha esortato a una riduzione dell’escalation “prima che le cose peggiorino” e ha chiesto ai partiti libici di concordare una data anticipata per le elezioni. “Gli Stati Uniti sono molto preoccupati dai violenti scontri”, “stiamo dalla parte del popolo libico chiedendo un dialogo pacifico”, aveva scritto precedentemente l’ambasciata Usa su Twitter.