“L’Italia è con voi e non vi abbandonerà”. È questo il messaggio al popolo ucraino da parte del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in occasione della sua visita a Irpin e Kiev. Di Maio ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e lo ha rassicurato sull’impegno italiano “per ritrovare la pace e difendere la democrazia”. Da parte sua Zelensky ci ha tenuto a ringraziare Di Maio, ma anche il presidente del consiglio Mario Draghi e tutta la “società italiana” per “aver sostenuto l’indipendenza e la sovranità dell’Ucraina”.
Nella sua visita a Irpin, Di Maio si è detto molto colpito dalle “atrocità commesse e le sofferenze inferte dalla Russia al popolo ucraino”, e ha ribadito che l’Italia “continuerà a lavorare affinché la Russia risponda dei crimini di guerra commessi dall’inizio dell’invasione”. Di Maio ha poi incoraggiato le parti “a tenere aperto ogni utile canale di interlocuzione che auspichiamo possa portare in futuro a una soluzione giusta, equa, sostenibile e sotto la piena ownership dell’Ucraina”. Un’interlocuzione che per il ministro degli Esteri “ha permesso di ottenere importanti risultati, come l’accordo sull’export del grano”.
Intanto a tenere nuovamente la comunità internazionale con il fiato sospeso è stata la situazione intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, rimasta per la prima volta senza corrente. Ancora una volta c’è stato uno scambio di accuse tra Mosca e Kiev riguardo alle cause della disconnessione che Energoatom, l’azienda di Stato ucraina che gestisce le centrali nucleari del paese, ha attribuito a “incendi nella centrale termica situata vicino alla centrale nucleare”. Fortunatamente, non si sono riscontrate ulteriori criticità e in serata l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha comunicato che la centrale è stata ricollegata alla rete elettrica.
Lo scambio di accuse tra Kiev e Mosca è proseguito anche in merito al bombardamento alla stazione ferroviaria di Chaplyne di mercoledì. Per Kiev l’attacco russo ha causato 25 vittime civili. Mosca ha replicato affermando che il raid ha colpito solo “obiettivi militari” ed ha causato la morte di “200 soldati ucraini”. La guerra, dunque, prosegue, e sembra destinata ad andare avanti ancora a lungo. Il presidente russo Vladimir Putin ha, infatti, ordinato un aumento di 137mila unità dell’esercito russo per il 2023. Il decreto di Putin, che entrerà in vigore il 1° gennaio, mira a portare il numero del personale delle forze armate russe a 2.039.758 complessivi, di cui 1.150.628 militari.