In Ucraina è il 132esimo giorno di guerra. Non si arresta l’avanzata delle truppe russe nel Donbass. Dopo aver conquistato la regione del Lugansk, ora le forze di Mosca stanno intensificando i bombardamenti nel Donetsk, in particolare a Bakhmut, una delle tre grandi città ancora controllate dagli ucraini, insieme a Sloviansk e Kramatorsk. Alla Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina, in corso a Lugano, presentato da Kiev il piano da oltre 750 miliardi di dollari che prevede 850 progetti per rilanciare il Paese.
Con il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi abbiamo parlato “della crisi Ucraina, dell’esportazione del grano e anche di altri argomenti come la Libia”. Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan in conferenza stampa congiunta con Draghi ad Ankara.
Un accordo tra Russia e Ucraina sul grano “nel complesso degli sforzi per la pace sarebbe un primo atto di concordia, un primo tentativo di arrivare a un accordo per un fine che deve coinvolgerci tutti perchè ne va della vita di milioni di persone nelle aree più povere del mondo”. Così il presidente del Consiglio Mario Draghi dopo l’incontro con il Presidente della Repubblica di Turchia, Recep Tayyip Erdogan, ad Ankara. Per Draghi l’intesa avrebbe “un importantissimo valore strategico”.
“Abbiamo davanti grandi sfide, a partire dalla guerra in Ucraina, e vogliamo lavorare insieme per affrontarle. Italia e Turchia sono unite nella condanna dell’invasione russa dell’Ucraina e nel sostegno a Kiev. Allo stesso tempo, siamo in prima linea nel cercare una soluzione negoziale che fermi le ostilità e garantisca una pace stabile e duratura. Una pace che l’Ucraina e il presidente Zelensky ritengano accettabile”. Così il presidente del Consiglio Mario Draghi dopo l’incontro con il presidente della Repubblica di Turchia, Recep Tayyip Erdogan, ad Ankara.
“Voglio ringraziare la Turchia per il suo sforzo di mediazione, in particolare per quanto riguarda lo sblocco dei cereali fermi nelle città del Mar Nero. Dobbiamo liberare al più presto queste forniture, e quelle di fertilizzanti, per evitare una catastrofe umanitaria e sociale nei Paesi più poveri del mondo”. Così il presidente del Consiglio Mario Draghi dopo l’incontro con il Presidente della Repubblica di Turchia, Recep Tayyip Erdogan, ad Ankara.
L’Alta commissaria dell’Onu per i diritti umani Michelle Bachelet, ha riferito che le Nazioni Unite hanno documentato fino al 3 luglio, l’uccisione e il ferimento di oltre 10mila civili in Ucraina. Tra i 4.889 civili uccisi, 335 sono bambini. “Le cifre reali sono probabilmente molto più alte”, ha precisato Bachelet.
I bambini e le loro famiglie, che stanno affrontando la peggiore carestia globale degli ultimi decenni, ricorrono a mezzi disperati per sopravvivere, come bere dagli abbeveratoi del bestiame, mangiare carne putrida e lottare contro gli animali selvatici per procurarsi il cibo. Lo afferma Save the Children, che ha stanziato 28,5 milioni di fondi per affrontare l’emergenza. Dagli ultimi dati disponibili si evince che il numero di persone che soffrono la fame ogni giorno è raddoppiato, passando da 135 milioni a 276 milioni negli ultimi due anni. Attualmente 750.000 persone stanno affrontando condizioni di fame in cinque Paesi – Etiopia, Yemen, Sud Sudan, Afghanistan e Somalia – a causa della siccità che si aggiunge agli effetti dei conflitti e del COVID-19. La guerra in Ucraina ha sconvolto il sistema alimentare globale facendo schizzare alle stelle i prezzi del grano e dell’olio di girasole e aggravando la grave crisi alimentare nei Paesi che vanno dall’Afghanistan allo Yemen, fino alla regione del Sahel, nell’Africa occidentale, dove il personale di Save the Children vede sempre più bambini con un livello di malnutrizione potenzialmente letale.
Il consigliere del sindaco di Mariupol, occupata dai russi, ha riferito che solo il 3% dei residenti della città ha accesso all’acqua. L’acqua viene raccolta ovunque, compresi i pozzi fognari, ha detto Petro Andriushchenko. Gli attivisti riferiscono che nella città non ci sono più medici e oltre 100mila persone sono senza assistenza sanitaria e farmaci.
I bombardamenti che oggi hanno colpito la città di Sloviansk hanno provocato la morte di una persona, mentre altre sette sono rimaste ferite. Lo riferisce ‘Ukrinform’ che cita quanto scritto dal sindaco di Sloviansk, Vadym Lyakh, su Telegram. “Secondo le prime informazioni a seguito del massiccio bombardamento odierno della città, una persona è morta. Altri sette sono rimasti feriti… A causa dei colpi, il mercato centrale ha preso fuoco. Anche il distretto centrale della città, ‘Warshav’, Severniy e i quartieri di Slovkurort sono stati colpiti. L’entità del danno è in fase di definizione”, afferma il rapporto dell’amministrazione militare-civile di Sloviansk, presieduta dal sindaco Lyakh. Il 3 luglio, come riferisce sempre ‘Ukrainform’, le truppe russe hanno lanciato un massiccio attacco a Sloviansk, uccidendo sei persone e ferendone altre 15. In città sono scoppiati fino a 15 incendi. A seguito dei bombardamenti odierni, 144 civili sono stati evacuati dalla città, inclusi 20 bambini.
“Presto arriveranno” all’Ucraina “altri aiuti militari britannici”. Lo ha riferito su Twitter il premier britannico Boris Johnson, dopo il colloquio avuto con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
“Credo che l’esercito ucraino possa riprendersi il territorio recentemente conquistato dalle forze di Putin”. Lo ha scritto su Twitter il premier britannico Boris Johnson dopo il colloquio avuto con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Il Regno Unito rimane impegnato ad aiutare l’Ucraina nella difesa e nella ricostruzione”, ha aggiunto Johnson, sottolineando di aver aggiornato Zelensky sui progressi compiuti dal G7 e dalla Nato la scorsa settimana.
La Duma di Stato, camera bassa del Parlamento russo, ha adottato in prima lettura un progetto di legge che permetterebbe alla Russia di passare a un’economia di guerra. Lo riportano le agenzia russe. La misura autorizzerebbe il governo a obbligare le imprese a rifornire le forze armate di beni e i loro dipendenti a fare gli straordinari per sostenere l’invasione russa dell’Ucraina. Per diventare legge, il progetto deve essere sottoposto a una seconda e a una terza lettura, esaminato dalla Camera alta e firmato dal presidente russo Vladimir Putin.
Attenzione alla persona, comunione e rinnovamento sono state le tre parole chiave dell’indirizzo di saluto che il Cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, ha rivolto in apertura della sessione straordinaria del Consiglio Episcopale Permanente, che si è svolta oggi in videoconferenza. Nel suo intervento, il cardinale Zuppi non ha mancato di fare riferimento alla guerra che “riempie il cuore di incertezze per i rischi imprevedibili che porta con sé”. La guerra “è una pandemia terribile, che rivela anche tante complicità, omissioni, rimandi, la inquietante facilità con cui il suo incendio può distruggere la vita normale delle persone. Non basta solo esortare o deprecare, ma occorre contribuire positivamente con la riflessione, la cultura, la competenza, il coraggio evangelico. La guerra, in questo mondo dalle connessioni globali, si contagia anche a Paesi lontani, come vediamo con la preoccupante crisi alimentare, che metterà in gravissima difficoltà tutte le economie, specie quelle del Sud del mondo. Questo comporta anche gravi conseguenze sociali nel nostro Paese che ci responsabilizzano e che richiedono interventi dello Stato e maggiore solidarietà. Dobbiamo attrezzarci a questa situazione di emergenza anche in Italia per i nuovi bisogni e le povertà che si apriranno. E questo richiede un rinnovato e responsabile senso di unità e di ricerca del bonum comune, capace di mettere da parte approcci ideologici sterili e pericolosamente opportunistici, interessi di parte, polarizzazioni controproducenti e di contribuire ciascuno con la propria visione, ma nella consapevolezza di un destino che ci unisce. Le prossime scelte segneranno la vita della nostra gente per molto tempo! Sarà necessario anche rinvigorire e riorientare la nostra azione di solidarietà, come Chiesa in Italia, in tante parti del mondo che saranno toccate drammaticamente dalla crisi economica e alimentare, aggiornando ai bisogni e alle emergenze il nostro modo di aiutare ed essere vicini”.
La Spagna sta aumentando le spese militari per rispettare l’impegno della Nato di destinare il 2% del prodotto interno lordo alla difesa. Lo ha annunciato il governo spagnolo. I membri del gabinetto hanno approvato una spesa una tantum di quasi 1 miliardo di euro per il ministero della Difesa spagnolo, che, secondo il governo è necessaria per coprire le spese impreviste prodotte dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. La Spagna ha inviato aiuti militari e umanitari all’Ucraina e ha schierato più truppe e aerei per le missioni Nato in Europa orientale.
Il Cremlino hanno in programma di tenere referendum nella regione del Donbass entro agosto. Lo riporta il quotidiano russo Kommersant, ripreso da Sky News. Una fonte ha detto al giornale che i preparativi tecnici sono “in corso” per possibili referendum sia nella regione di Luhansk che in quella di Donetsk e che i referendum dovrebbero “tenersi simultaneamente”. Il mese scorso, l’amministrazione filorussa nella regione di Kherson, che si trova appena a nord-ovest della penisola di Crimea, ha annunciato di aver iniziato i preparativi per un referendum sull’adesione alla Russia.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha avuto un nuovo colloquio telefonico con il premier britannico Boris Johnson. “L’ho ringraziato per l’incrollabile sostegno all’Ucraina – la recente decisione di fornire 1 miliardo di sterline in aiuti alla sicurezza e quella di oggi di 100 milioni di sterline. Si è parlato di sicurezza alimentare per il mondo e di garanzie di sicurezza per l’Ucraina”, ha scritto Zelensky su Twitter dicendosi poi grato per la disponibilità del Regno Unito a ospitare la Ukraine Recovery Conference nel 2023.
Gli appelli dell’Occidente rivolti all’Ucraina affinché continui a combattere sono “molti preoccupanti”. Lo ha detto l’ambasciatore russo nel Regno Unito, Andrei Kelin, come riporta il profilo Twitter ufficiale delll’ambasciata russa a Londra. “Le forniture di armi avanzate” da parte dei paesi occidentali “istigano e colpiscono la stessa Ucraina”, ha detto ancora Kelin. “Continuando a fornire sempre più armi a Kiev – ha concluso l’ambasciatore – l’Occidente non si sta preoccupando del futuro dell’Ucraina”.
La città di Sloviansk si deve preparare ad una rapida evacuazione. L’avvertimento arriva dal sindaco della città Ucraina, Vadim Lyakh, il quale teme che Sloviansk possa essere il prossimo obiettivo dell’esercito russo nella sua avanzata nel cuore del Donbass. Le forze armate russe hanno conquistato la regione di Luhansk e costretto l’esercito ucraino a ritirarsi dalla città di Lysychansk per evitare di ritrovarsi circondato. Ora i soldati di Putin potrebbero attaccare Sloviansk, già teatro di intense battaglie nel 2014 all’inizio del conflitto separatista nell’Ucraina orientale. I bombardamenti su Sloviansk sono aumentati da quando Mosca ha conquistato la regione di Luhansk, ha spiegato il sindaco Lyhakh, e 40 abitazioni sono state colpite. “E’ importante evacuare quante più persone possibile”, ha affermato il sindaco.
“Credo che la Bielorussia non sarà coinvolta nella guerra. Tuttavia sono già in atto provocazioni” da parte di Minsk, “pertanto l’Ucraina si sta preparando per qualsiasi sviluppo di eventi”. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parlando alla tavola rotonda dell’Economist.
“Il mondo è ormai interconnesso, non esistono più le zone di influenza delle grandi potenze perché è strettamente raccolto: la pretesa di ricrearle è fuori dalla realtà e contrasta con il senso e il valore della pace che oggi intendiamo coltivare”. Così il capo dello Stato, Sergio Mattarella, rispondendo alle domande al termine del colloquio con il presidente del Mozambico.
Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa russa Tass, Yevgeny Balitsky, capo dell’amministrazione russa della regione ucraina occupata di Zaporizhzhia, ha affermato che la regione intende vendere il grano ucraino al Medio Oriente. Secondo la Tass, i principali Paesi coinvolti nell’accordo sono Iraq, Iran e Arabia Saudita. L’ucraina ha ripetutamente accusato la Russia di rubare il grano, accusa che Mosca ha negato.
Tra le conseguenze “gravissime” della guerra scatenata dalla federazione russa “l’approvviggionamento alimentare e di fertilizzanti che colpiscono tutti, in particolare il continente africano. L’Italia e l’Unione europea sono pronte a sostenere i paesi in difficoltà per la crisi alimentare”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso del punto stampa a Maputo dopo il colloquio nel palazzo presidenziale con il presidente del Mozambico Filipe Jacinto Nyusi.
“Abbiamo parlato dell’aggressione della federazione russa all’Ucraina che sta determinado conseguenze gravissime. La prima di queste il ritorno in questo millennio di criteri che pensavamo relegati ai secoli passati, quello per cui un paese più grande e più forte può invadere uno più piccolo e più debole come una preda da conquistare”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso del punto stampa a Maputo dopo il colloquio nel palazzo presidenziale con il presidente del Mozambico Filipe Jacinto Nyusi.
Il ministro della Difesa della Russia Sergei Shoigu ha affermato che all’Ucraina sono già state consegnate 28mila tonnellate di aiuti militari e che alcune delle armi arrivate dall’Occidente “si stanno diffondendo in tutta la regione del Medio Oriente e finiscono anche sul mercato nero”. Lo riporta l’agenzia russa Interfax.
Due civili sono stati uccisi e altri quattro sono rimasti feriti dopo che una zona residenziale nella regione di Donetsk è stata distrutta in seguito agli attacchi dell’esercito russo. Ad affermarlo è il governatore della regione, Pavlo Kyrylenko, secondo quanto riferisce ‘Kiev Independent’. Secondo il ministero dell’Interno ucraino, riporta ancora ‘Kiev Independent’, la Russia ha attaccato tredici insediamenti nella regione di Donetsk, danneggiando diversi obiettivi civili, tra cui alcune abitazioni.
Sale a 36.350 il numero dei soldati russi uccisi in Ucraina dall’inizio dell’invasione da parte della Russia. Lo riferisce lo Stato Maggiore Generale delle Forze Armate dell’Ucraina, secondo quanto riporta ‘Ukrinform’. L’esercito ucraino ha comunicato poi che sono stati abbattuti, tra gli altri, 1.594 carri armati nemici, 3.772 veicoli corazzati da combattimento, 806 sistemi di artiglieria, 247 missili antiaerei, 105 equipaggiamenti di difesa aerea, 217 caccia, 187 elicotteri, 144 missili e 15 navi.
Diversi insediamenti al confine della regione russa di Kursk sono stati colpiti dalle forze armate ucraine. Lo ha riferito il governatore della regione, Roman Starovoit, sul suo canale Telegram, come riferisce l’agenzia Tass. “La mattinata di oggi è ricominciata con i bombardamenti di artiglieria sugli insediamenti al confine del distretto di Glushkovsky. Esplosioni sono state registrate nel villaggio di Markovo e nel villaggio di Tetkino”, ha scritto il governatore, aggiungendo che i bombardamenti sono ancora in corso e che diverse case sono state danneggiate.
La Russia ha, in questo momento, tre navi e due sottomarini nel Mar Nero, equipaggiati con un totale di oltre 30 missili Kalibr. Lo ha annunciato su Facebook il comando operativo meridionale di Mosca, secondo quanto riferisce Ukrinform. “Nella parte nord-occidentale del Mar Nero ci sono attualmente tre portaerei e due sottomarini pronte a lanciare più di 30 missili”, si legge nel comunicato.
“La battaglia per il Donbass è stata caratterizzata da un avanzamento a ritmi lenti e da un massiccio impiego di artiglieria da parte della Russia, che ha raso al suolo paesi e città. I combattimenti nella regione di Donetsk quasi certamente continueranno in questo modo”. Lo si legge nel quotidiano rapporto dell’intelligence britannica. Dopo la cattura di Lysychansk e l’estenione del controllo su praticamente tutto il territorio della regione di Luhansk, c’è la possibilità che le forze ucraine “saranno ora in grado di ripiegare su una linea del fronte più facilmente difendibile”, si legge ancora nel rapporto. Il report pubblicato dal ministero della Difesa di Sua Maestà su Twitter, spiega poi che dopo la “cattura relativamente rapida” di Lysychansk e il controllo sul territorio di Luhansk, la Russia può “rivendicare progressi sostanziali relativamente all’obiettivo politico presentato come lo scopo immediato della guerra, vale a dire la ‘liberazione’ del Donbass”. “A differenza delle fasi precedenti della guerra – spiega l’intelligence britannica -, la Russia ha probabilmente raggiunto un coordinamento ragionevolmente efficace tra almeno due gruppi di forze: quello centrale probabilmente comandato dal generale colonnello Alexandr Lapin e quello meridionale probabilmente sotto il generale Sergei Surovikin, di recente nominato”.