Germania: prestò servizio in campo nazista, 101enne condannato a 5 anni

La sentenza dalla Corte regionale di Neuruppin, in Brandeburgo, per 3.518 capi di imputazione

Un uomo di 101 anni è stato condannato a cinque anni di carcere in Germania per avere prestato servizio in un campo di concentramento nazista. L’uomo, che non è stato identificato, è stato condannato dalla Corte regionale di Neuruppin, in Brandeburgo, per 3.518 capi di imputazione per complicità in omicidio, per avere prestato servizio nel campo di concentramento nazista di Sachsenhausen durante la Seconda guerra mondiale. Lui aveva negato di avere lavorato come guardia delle SS nel campo e di aver contribuito e favorito l’uccisione di migliaia di prigionieri.

Nel processo, che si è aperto a ottobre, l’uomo ha sostenuto di aver lavorato come bracciante agricolo vicino a Pasewalk, nel nord-est della Germania, durante il periodo in questione. Il tribunale, tuttavia, ha ritenuto dimostrato il fatto che avesse lavorato nel campo alla periferia di Berlino tra il 1942 e il 1945 come membro arruolato dell’ala paramilitare del partito nazista, le SS, ha riferito l’agenzia di stampa tedesca dpa. “La Corte è giunta alla conclusione che, contrariamente a quanto lei sostiene, lei ha lavorato nel campo di concentramento come guardia per circa tre anni”, ha detto il presidente della Corte Udo Lechtermann, secondo quanto riporta dpa, aggiungendo che l’imputato ha così assistito la macchina nazista del terrore e degli omicidi. “Ha volentieri sostenuto questo sterminio di massa con la sua attività”, ha detto Lechtermann. I pubblici ministeri avevano basato le loro accuse su diversi documenti, fra cui quelli relativi a una guardia delle SS con nome, data e luogo di nascita che coincidevano con quelli dell’uomo.

Per motivi organizzativi, il processo si è svolto in una palestra a Brandeburgo/Havel, luogo di residenza del 101enne. L’uomo era idoneo a sostenere un processo solo in forma limitata e poteva partecipare solo per circa due ore e mezza al giorno. Il processo è stato interrotto più volte per motivi di salute e degenze ospedaliere. Il campo di Sachsenhausen fu aperto nel 1936, appena a nord di Berlino, come il primo nuovo campo dopo che Adolf Hitler diede alle SS il pieno controllo del sistema dei campi di concentramento nazisti. Doveva essere una struttura modello e un campo di addestramento per la rete labirintica che i nazisti costruirono in Germania, Austria e territori occupati. Tra il 1936 e il 1945 vi furono detenute più di 200mila persone. Decine di migliaia di detenuti morirono per fame, malattie, lavori forzati e altre cause, nonché per esperimenti medici e operazioni sistematiche di sterminio delle SS, tra cui sparatorie, impiccagioni e uso di camere a gas. I numeri esatti sulle vittime variano: le stime più alte parlano di 100mila morti, sebbene gli studiosi suggeriscano che cifre comprese tra 40mila e 50mila siano probabilmente più accurate. Sachsenhausen fu liberata nell’aprile del 1945 dai sovietici, che la trasformarono in un loro campo. La sentenza di martedì si basa su un recente precedente legale in Germania che stabilisce che chiunque abbia aiutato un campo nazista a funzionare può essere perseguito per complicità negli omicidi che vi sono stati commessi.