Nato, al vertice atteso il via libera turco all’adesione: “Più forze contro la minaccia di Mosca”

Da Madrid l'Alleanza lancerà un chiaro messaggio alla Russia, rafforzate le difese avanzate e potenziati i gruppi tattici nella parte orientale

Da Madrid la Nato lancerà un chiaro messaggio alla Russia. Nello Strategic Concept sul tavolo dei leader Mosca sarà indicata come “la minaccia più significativa e diretta alla nostra sicurezza”, ha anticipato il segretario generale Jens Stoltenberg. Non solo: il numero delle nostre forze di intervento rapido verrà incrementato di molto, fino a oltre 300.000 unità, verranno rafforzate le difese avanzate e potenziati i gruppi tattici nella parte orientale dell’Alleanza. La nuova strategia Nato si rivolgerà per la prima volta alla Cina e alle sfide che Pechino pone alla sicurezza, agli interessi e ai valori dell’Alleanza. Al vertice di Madrid, che si aprirà ufficialmente domani sera con la cena dei capi di Stato e di governo ospitata dal re Filippo VI, è atteso il via libera alla domanda di adesione di Svezia e Finlandia.

Nelle ultime ore si sono intensificati i contatti tra i due paesi, la Nato e la Turchia, con l’ultimo incontro dei rispettivi funzionari avvenuto oggi a Bruxelles. Nessuna promessa da parte del segretario generale dell’Alleanza ma si sta facendo di tutto per arrivare alla rimozione del veto della Turchia nella più importante delle riunioni decisionali dell’Alleanza. Più ottimista la premier svedese, Magdalena Andersson, che in un punto stampa con Stoltenberg ha elencato le misure intraprese per venire incontro alle richieste di Ankara. La prima ministra ha definito il Pkk un’organizzazione terroristica e si sta adoperando per esaudire le richieste di estradizione della Turchia. A Stoccolma hanno anche messo mano alla legge svedese sull’antiterrorismo. “Ho parlato con il presidente Erdogan e direi che è stato un discorso positivo e costruttivo. La mia forte speranza è che questo dialogo possa concludersi con successo nel prossimo futuro, idealmente prima del vertice”, ha auspicato Andersson.

Al vertice sono invitati anche Svezia e Finlandia, che si riuniranno con la Turchia a margine dei lavori. Al vertice gli alleati ribadiranno il sostegno all’Ucraina e concorderanno “un pacchetto di assistenza globale rafforzato che includerà sostanziali consegne di supporto in aree come comunicazioni sicure, sistemi antidroni e carburante”, mentre a lungo termine, la Nato aiuterà Kiev “a passare dall’equipaggiamento militare dell’era sovietica al moderno equipaggiamento Nato e rafforzare ulteriormente le sue istituzioni di difesa e sicurezza”. Per essere competitivi e preparati alle nuove minacce globali, a quella russa ma anche al terrorismo e agli attacchi cyber e ibridi, occorre spendere di più. Stoltenberg lo va dicendo da tempo e l’obiettivo è sempre quello: almeno il 2% del Pil in spese per la difesa. Al momento solo nove Stati lo hanno raggiunto o superato, mentre diciannove alleati hanno piani chiari per raggiungerlo entro il 2024 e altri cinque hanno impegni concreti per rispettarlo in seguito. L’Italia è poco sopra l’1,5% e al di sotto della media degli alleati del 1,65%, stando alla relazione sulla spesa per la difesa dei paesi Nato (2014-2021) pubblicata oggi. Nell’Alleanza, tuttavia, la spesa complessiva per la difesa è in crescita da otto anni ed entro l’anno “gli alleati avranno investito ben oltre 350 miliardi di dollari in più da quando abbiamo concordato il nostro impegno di investimento nella difesa nel 2014”, ha spiegato Stoltenberg, che ha ricordato: “Il 2% è sempre più considerata una soglia base e non un soffitto”.