Usa: Corte Suprema capovolge storica sentenza su diritto aborto | SCHEDA

Insieme ad Alito, la decisione odierna è stata presa dai giudici Clarence Thomas, Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh e Amy Coney Barrett

La Corte suprema Usa, con una decisione della sua maggioranza conservatrice, ha capovolto la storica sentenza Roe v. Wade sul diritto all’aborto in vigore da quasi 50 anni negli Stati Uniti. La decisione, impensabile solo pochi anni fa, potrebbe portare al divieto di aborto in circa la metà degli Stati Uniti ed è giunta al culmine di decenni di sforzi da parte degli anti-abortisti. Una decisione resa possibile dall’ala conservatrice della Corte, rafforzata dai tre giudici incaricati dall’ex presidente Usa, Donald Trump. Una risoluzione il cui esito è arrivato ad oltre un mese dall’incredibile fuga di notizie arrivata dopo la pubblicazione di una bozza con il parere del giudice Samuel Alito che aveva fornito indicazioni sulle possibili decisioni della Corte.

La scelta presa questo venerdì mette la Corte contro la maggioranza degli americani che, stando ai sondaggi di opinione, si è espressa a favore del mantenimento della legge sul diritto all’aborto. Nel suo parere finale, il giudice Alito ha scritto che le decisioni relative a Roe v. Wade ed a Planne Parenthood v. Casey del 1992, che riaffermava il diritto all’aborto, sono sbagliate e devono essere ribaltate. “Riteniamo che la Costituzione non garantisca il diritto all’aborto. Le sentenze Roe e Casey devono essere annullate e l’autorità di regolamentare l’aborto deve essere restitutita al popolo e ai suoi rappresentati eletti”, ha scritto Alito.

Insieme ad Alito, la decisione odierna è stata presa dai giudici Clarence Thomas, Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh e Amy Coney Barrett. Gli ultimi tre nominati da Trump. Mentre Thomas aveva votato per la prima volta per annullare la sentenza Roe già 30 anni fa. Il Presidente della Corte Suprema John Roberts si sarebbe fermato prima di porre fine al diritto all’aborto, facendo notare che lui avrebbe sostenuto la legge del Mississippi, al centro del caso, ovvero il divieto di abortire dopo 15 settimane, e non ha detto altro. Dissenso, invece, espresso da parte dei giudici Stephen Breyer, Sonia Sotomayor ed Elena Kagan – l’ala liberale e in minoranza della Corte. “Ci dispiace per questa Corte, ma soprattutto per i molti milioni di donne americane che oggi hanno perso una fondamentale protezione costituzionale. Noi dissentiamo”, hanno scritto i tre giudici.

Secondo le statistiche analizzate dall’Associated Press, la sentenza dovrebbe colpire in particolare le donne delle minoranze che già affrontano un accesso limitato all’assistenza sanitaria. L’unica clinica per aborti del Mississippi, che è al centro del caso arrivato alla Corte Suprema, ha continuato a visitare i propri pazienti anche questo venerdì. Alcune persone che manifestavano fuori della clinica hanno usato un megafono per annunciare alle persone che si trovavano all’interno che sarebbero bruciate all’inferno. I volontari della clinica hanno replicato suonando a tutto volume la canzone ‘I Won’t Back Down’ (Non mi tirerò indietro) di Tom Petty.

Il Mississippi è uno dei 13 stati, situati principalmente nel sud e nel Midwest, che hanno già pronte delle leggi che vietano l’aborto in caso di rovesciamento della sentenza Roe. Un’altra mezza dozzina di stati impone divieti quasi totali dopo 6 settimane di gravidanza, prima che molte donne realizzino di essere incinta. Secondo il Guttmacher Institute, un gruppo di ricerca che sostiene l’aborto, in circa una mezza dozzina di altri stati, la lotta ora riguarderà i divieti ‘dormienti’ sull’aborto emanati prima che la sentenza Roe fosse decisa nel 1973 o le nuove proposte per limitare drasticamente i tempi su quando e come gli aborti possono essere eseguiti. Ad oggi, più del 90% degli aborti avviene nelle prime 13 settimane di gravidanza e più della metà viene effettuato con l’utilizzo di pillole, non tramite interventi chirurgici, sempre secondo i dati raccolti da Guttmacher.

I sondaggi condotti dall’Associated Press-NORC Center for Public Affairs Research e altri rilevamenti hanno evidenziato che circa 1 americano su 10 vorrebbe che l’aborto fosse illegale in qualsiasi caso. Mentre la maggioranza degli intervistati è a favore della legalità dell’aborto in tutte o la maggior parte delle circostanze. I sondaggi però, indicano che sono in molti quelli che sostengono anche le restrizioni, soprattutto durante uno stato più avanzato della gravidanza.

Intanto, il timore espresso dall’amministrazione Biden e dai difensori del diritto all’aborto, è che la decisione odierna della Corte possa minacciare anche le decisioni riguardanti i diritti degli omosessuali e, potenzialmente, quelli che regolano la contraccezone. Un timore espresso anche da giudici liberali nel loro dissenso: “La decisione elimina un diritto costituzionale di 50 anni che salvaguarda la libertà e la parità delle donne. Viola un principio fondamentale dello stato di diritto, progettato per promuovere la costanza della legge. Nel fare tutto ciò, mette a repentaglio altri diritti, dalla contraccezione all’intimità tra persone dello stesso sesso e al matrimonio. E, infine, mina la legittimità della Corte”.

Per i giudici liberali, cambiare la composizione della corte è stato fondamentale per la strategia dell’ala contraria all’aborto: “La Corte oggi inverte il corso per un motivo e un solo motivo: perché la composizione di questa Corte è cambiata”. Un esito previsto dall’ex presidente Trump secondo cui, chiunque avesse nominato alla Corte, avrebbe votato “automaticamente” per capovolgere la sentenza Roe.