Negoziati in stallo mentre la Russia sta intensificando l'offensiva nel Donbass. Putin: "Le sanzioni dell'Occidente ci rendono più forti"
Restano in stallo i negoziati tra Mosca e Kiev, mentre la Russia sta intensificando l’offensiva nel Donbass. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto di aspettarsi che Kiev accetti le richieste avanzate dalla Russia e si renda conto della situazione reale. Un riferimento ai territori che sono attualmente sotto il controllo di Mosca. Da parte sua l’Ucraina continua a ribadire di non essere disposta a concessioni territoriali per porre fine alla guerra.
Mentre prosegue il lavoro della diplomazia internazionale per raggiungere un cessate il fuoco, Mosca è tornata a criticare il piano di pace che l’Italia ha presentato all’Onu. Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov lo ha definito “poco serio” e ha detto di conoscere i suoi contenuti solo tramite quanto pubblicato dai media.
Il Cremlino aveva fatto sapere nei giorni scorsi di non aver ricevuto ancora una versione ufficiale del piano di Roma, che intanto ha revocato le onorificenze a quattro diplomatici russi, tra cui il premier russo Mikhail Vladimirovich Mishustin. I rapporti sono tesi, ma il canale istituzionale resta aperto per tentare di arrivare a una soluzione diplomatica del conflitto.
L’Occidente ha varato dall’inizio della guerra pesanti sanzioni contro Mosca e nell’Ue è attualmente in discussione un sesto pacchetto di misure. Ma secondo il presidente Vladimir Putin le imprese russe si stanno adattando alla situazione attuale e le sanzioni stanno danneggiando i Paesi che le hanno imposte piuttosto che Mosca. “Le sanzioni causano una serie di difficoltà per la Russia, ma allo stesso tempo la rendono un po’ più forte”, ha detto il leader, parlando al Forum economico eurasiatico. Putin ha avvertito che nessun “gendarme mondiale” potrà bloccare gli Stati che perseguono una politica indipendente e l’Occidente non riuscirà a isolare la Russia.
Intanto, nel Donbass continua l’offensiva di Mosca. Il generale ucraino Oleksiy Gromov ha ammesso che l’esercito russo è in vantaggio nella regione di Luhansk, mentre secondo i separatisti filorussi nelle autoproclamate Repubblica popolari di Donetsk e Luhansk ci sarebbero 8mila ucraini prigionieri. Un nuovo bombardamento nella zona di Kharkiv ha ucciso 4 persone e ne ha ferite altre 7, hanno riferito le autorità ucraine. L’Ufficio dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr) ha confermato la morte di 3.998 civili dall’inizio del conflitto. Il totale dei feriti è salito a quota 4.693. La maggior parte delle persone è stata uccisa dal lancio di bombe e missili. Ma il numero effettivo delle uccisioni, secondo l’Onu, sarebbe in realtà più alto.
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