Il 2 maggio, la stampa spagnola ha dato ampio spazio alle rivelazioni da parte di Madrid su come fonti straniere avessero spiato i telefoni del capo del governo, Pedro Sanchez, e del suo ministro della difesa, Margarita Robles, nel maggio 2021 grazie al rinomato sistema Pegasus. Diversi organi di stampa iberici, ripresi da quelli francesi, hanno indicato il Marocco come uno dei principali indiziati, giustificando il sospetto con la crisi diplomatica senza precedenti che all’epoca imperava tra i due paesi.
Fonti del governo di Rabat hanno puntato il dito sulla tempistica di un tale annuncio e sulla genesi di tutto l’affaire. L’accusa arriva infatti – viene fatto notare – pochi giorni dopo lo scandalo delle intercettazioni da parte del CNI (Centro di intelligence spagnolo) sulle utenze di oppositori catalani, sempre attraverso il software di spionaggio NSO, operazione confermata dalla stessa ministra della difesa spagnola, che in un primo omento aveva negato. L’intercettazione di attivisti pro-indipendenza non è una sorpresa ne una novità in Spagna. Dossier di questo genere sono emersi a più riprese nella recente storia spagnola. Come rivelavava fra gli altri El Diario nella sua edizione del 2 maggio 2020 – evidenziano le fonti marocchine – la questione dell’uso di Pegasus per lo spionaggio di massa ha assunto particolare importanza in Spagna dopo che il Citizen Lab (un laboratorio canadese) ha rivelato che il sistema era stato utilizzato a partire dal 2015 con l’obiettivo di intercettare i telefoni di leader indipendentisti, come l’allora presidente del Parlamento, Roger Torrent.
Il ministro della Difesa, Margarita Robles – insiste Rabat – ha giustificato lo spionaggio ancora recentemente durante un’audizione del governo: si chiedeva la Robles “Cosa dovrebbe fare uno Stato, cosa dovrebbe fare un governo quando qualcuno viola la Costituzione, quando qualcuno dichiara l’indipendenza, quando qualcuno taglia le strade pubbliche, causa disordini pubblici, quando qualcuno ha relazioni con i leader politici di un paese che invade l’Ucraina, o quando organizzazioni come la SEPE o i telefoni dei ministri vengono violati?”
Gli interrogativi fatti filtrare da parte del Governo marocchino vertono sul perché l’esecutivo spagnolo abbia aspettato un anno per diffondere la notizia sui telefoni del primo ministro e del ministro della difesa spiati da Pegasus. E ancora per quale motivo l’inchiesta mediatica “Storie proibite” (così rapida ad accusare il Marocco) non ha menzionato l’utenza di Sanchez nella lista dei 14 capi di stato che ha pubblicato la scorsa estate? “Non che qualcuno in Marocco dia credito alle presunte accuse di Forbidden Stories e Amnesty Lab – precisa la fonte governativa – ma si interroga su questo annuncio, che arriva al momento giusto per scagionare il CNI e, per estensione, il governo, che è stato pesantemente criticato dall’opinione pubblica per aver spiato i leader politici catalani”.
Rabat allora ricorda ancora come il motivo per cui viene dato poco credito alla lista Forbidden Stories-Amnesty International, è perché la sua attendibilità è stata messa in discussione da noti e riconosciuti specialisti in informatica e crittografia applicata come Nadim Kobeissi, Kim Zetter, Runa Sandvik , Stefan Esser, e Thaddeus e.Grugq, che descrivono i dati di Amnesty Lab come “un insieme di elementi e certificati che possono essere falsificati e introdotti in un dataset con facilità e nello spazio di pochi secondi”.
Si ricorda anche come il nome del Re Mohammed VI era stato fatto come uno di quelli contenuti nella lista dei leader spiati. “Il Marocco avrebbe potuto cogliere anche questa occasione, attraverso la sua stampa e i suoi ministri interessati, per accusare i governi, con i quali le sue relazioni erano tese, di spiare il telefono della massima autorità del paese” viene stigmatizzato “Sì, il Marocco avrebbe potuto… se fosse stato usato per fare propaganda per attaccare paesi terzi o per servire i propri interessi. Ma come potrebbe il Marocco dare credito a un’indagine strampalata che lo accusa sulla base dell’uso di un software che non possiede”.
I sospetti di Rabat cadono poi inoltre, sui media francesi e su comme questi abbiano ripreso le informazioni del governo spagnolo per accusare direttamente il Marocco, anche se la maggior parte dei media riconosce che il Regno ha negato di utilizzare Pegasus. “Queste azioni hanno un nome: persistenza. E questo è pari solo alla misura della mancanza d’indipendenza e d’obiettività di questi organi di stampa francesi quando si tratta del Marocco. Il posto crescente e meritato del Regno sulla scena internazionale dà tanto fastidio allo stato profondo francese, che è certamente colonialista e quindi anacronistico?”
Per quanto riguarda l’annuncio del governo spagnolo di spionaggio esterno, è stato contestato il 2 maggio da Citizen Lab. Scott Railton, ricercatore senior del laboratorio canadese, ha pubblicato una serie di tweet che metterebbero in dubbio la credibilità dell’indagine del governo spagnolo sull’infiltrazione dei cellulari di Pedro Sanchez e Margarita Robles da parte dello spyware “Pegasus”. Viene chiesto, su twitter, perché Madrid, dopo aver inizialmente negato qualsiasi forma di spionaggio, ha deciso di riconoscere questo attacco.
Lo stesso ricercatore ha anche chiesto un’indagine approfondita per dare una risposta a diverse domande chiave relative, tra l’altro, alla data di scoperta delle infezioni, l’identità dell’organismo incaricato dell’indagine e le persone prese di mira. A Rabat quindi ci si interroga su chi possa beneficiare del “crimine”. Se ci sono ambienti spagnoli ostili al riavvicinamento tra il Marocco e la Spagna e alla nuova posizione spagnola sul Sahara marocchino, resta il fatto che a Parigi – instono le fonti governative – i media pubblici, orchestrati da ambienti dello Stato, fanno fronte comune quando si tratta del regno del Marocco. “Il Marocco e i suoi avvocati possono spiegare che Rabat non ha mai usato Pegaso, ma chi ubbidisce agli ordini se ne frega e ha un solo obiettivo: terremotare questo Marocco indisciplinato e disobbediente, che vola con le sue stesse ali con successo”. Come ha potuto il nome di Pedro Sanchez sfuggire per un anno agli “investigatori” di Forbidden Stories, Amnesty International, Le Monde, Media Part e altri? Quali altre vittime dei servizi segreti marocchini verranno tirati fuori nell’estate del 2023? “La regina d’Inghilterra, il re Juan Carlos di Spagna? Oppure, visto che il ridicolo non uccide, perché non Charles De Gaule, John Fitzgerald Kennedy o Cristiano Ronaldo?” si ironizza. “Se c’è una lezione da imparare dall’attacco implacabile dei media francesi su Rabat, è che il Marocco di Mohammed VI suscita inquietudine, non lascia nessuno indifferente, e i suoi servizi segreti fanno passare notti insonni ai loro omologhi in Francia”.