Ucraina, otto ore di colloqui tra Stati Uniti e Russia

Mosca: "Non c'è motivo di temere escalation". Washington: "Aperti a discutere"

È iniziata una settimana cruciale per le relazioni tra Mosca e l’Occidente. A Ginevra si sono incontrate le due controparti, Stati Uniti e Russia, in una lunga sessione di quasi otto ore. Rimangono le distanze ma l’impressione è che si possa andare avanti nel dialogo. La Russia ha detto di non avere intenzione di invadere l’Ucraina, anche se per la vicesegretaria di Stato Usa, Wendy Sherman, la controparte russa “non ha dato una risposta diretta alla domanda se sia pronta a ridurre l’escalation al confine con l’Ucraina”. Il viceministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov, rassicura. “Non c’è motivo di temere una sorta di scenario escalation“, ha detto. “I colloqui sono stati difficili, lunghi, molto professionali, profondi, concreti, senza tentativi di sorvolare su alcuni spigoli vivi”, ha affermato Ryabkov. “Avevamo la sensazione che la parte americana prendesse molto sul serio le proposte russe e le studiasse a fondo”.

Gli Stati Uniti hanno chiarito alla Russia che sono aperti a discutere dei “modi in cui possiamo stabilire limiti reciproci alle dimensioni e alla portata delle esercitazioni militari e migliorare la trasparenza di tali esercitazioni”. “Il ritorno delle forze militari russe dal confine russo-ucraino alle caserme sarebbe la prova dell’assenza di piani per una presunta potenziale invasione russa dell’Ucraina”, ha sottolineato la vicesegretaria di Stato Usa Wendy Sherman. A questo primo intenso contatto a Ginevra seguiranno altri colloqui tra Mosca e Washington. “Oggi c’è stata una discussione, una migliore comprensione delle priorità reciproche”, ha detto Sherman precisando che l’incontro “non era una trattativa”. Colloqui che anche il ministro russo ha definito molto utili a far emergere problemi finora taciuti. “Non credo che la situazione sia senza speranza – ha detto Ryabkov -. Per la prima volta abbiamo potuto parlare di questioni che prima esistevano in modo invisibile. Tutti sapevano che c’erano, ma hanno fatto finta che fosse meglio non nominarli”. Ora le cose sono chiamate con i loro nomi si avrà un “effetto di miglioramento della salute sulle nostre relazioni con l’Occidente“, ha affermato il viceministro.

Le distanze rimangono siderali sull’allargamento della Nato a Est e la volontà dell’Ucraina di aderire al blocco occidentale. Per Mosca si tratta di un “imperativo assoluto” quello di avere garanzie legali di non espansione della Nato, che dovrebbe, in linea di massima, abbandonare lo sviluppo materiale del territorio degli Stati che ha aderito all’alleanza per il periodo successivo al 1997. Altrettanto chiara la replica di Washington, che ha affermato di non voler rinunciare alla “politica delle porte aperte della Nato”. “Non rinunceremo alla cooperazione bilaterale con gli Stati sovrani che desiderano lavorare con gli Stati Uniti. E non prenderemo decisioni sull’Ucraina senza l’Ucraina, sull’Europa senza l’Europa o sulla Nato senza la Nato“, ha detto la vicesegretaria di Stato Usa.

Posizione ribadita poche ore prima anche dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, che ha incontrato la vice prima ministra per l’integrazione europea ed euro-atlantica dell’Ucraina, Olga Stefanishyna, in occasione della Commissione Ucraina-Nato. “Aiutiamo l’Ucraina a progredire verso l’adesione alla Nato implementando le riforme che soddisfano gli standard della Nato. E abbiamo affermato molto chiaramente che non scenderemo mai a compromessi sul diritto di ogni nazione in Europa di scegliere la propria strada“, ha Stoltenberg in conferenza stampa. La Nato sta lavorando “duramente” per una soluzione pacifica, assicura il segretario generale, ma “allo stesso tempo, dobbiamo essere preparati”, in caso Mosca decida di attaccare, ha rimarcato. “Dobbiamo anche inviare un messaggio molto chiaro alla Russia, che siamo uniti e che ci saranno gravi costi economici politici per la Russia se userà ancora una volta la forza militare contro l’Ucraina”. Dal quartier generale dell’Alleanza atlantica, dunque pieno sostegno, anche pratico, al paese partner dell’Est. Ora gli occhi sono tutti puntati sul Consiglio Nato-Russia di mercoledì a Bruxelles, il primo dopo più di due anni, in cui l’Alleanza valuterà la proposta di dialogo e le condizioni di Mosca.