Al Consiglio europeo di Bruxelles i leader hanno discusso come primo tema la pandemia. I capi di governo hanno convenuto sulla necessità di adottare “una proposta sul coordinamento delle regole sui viaggi nell’Unione” . L’inasprimento delle regole deve essere basato su “criteri oggettivi”. Italia e Portogallo hanno da poco reso più stringente l’ingresso nei loro paesi.
“Sono necessari sforzi coordinati continui per rispondere agli sviluppi basati sulle migliori prove scientifiche disponibili, garantendo nel contempo che eventuali restrizioni si basino su criteri oggettivi e non pregiudichino il funzionamento del mercato unico o ostacolino in modo sproporzionato la libera circolazione tra gli Stati membri o i viaggi nell’Ue. Il Consiglio europeo chiede la rapida adozione della raccomandazione rivista del Consiglio sulla libera circolazione in sicurezza e della raccomandazione rivista del Consiglio sui viaggi non essenziali nell’Ue”, si legge nell conclusioni approvate dal Consiglio europeo a Bruxelles.
Il presidente del Consiglio Mario Draghi è intervenuto ricordando i numeri elevati del tasso di vaccinazione nel nostro Paese (83-85% per cento di vaccinati in Italia, circa 500.000 terze dosi), e come la variante Omicron sia per ora meno diffusa in Italia che in altri Stati Membri. Riguardo al testing e alla flessibilità nazionale sulle misure, Draghi è tornato a ricordare (come aveva già fatto ieri in Parlamento) le 135.000 persone decedute in Italia a causa del Covid e la caduta, pari al 9% del Pil. “Occorre mantenere questo vantaggio a protezione del nostro Sistema sanitario nazionale“, ha detto Draghi. Questa la ragione alla base della decisione di far fare i test a chi entra in Italia. Lo riferiscono fonti italiane.
“Il Consiglio europeo ha affrontato il peggioramento della situazione epidemiologica nell’Ue e l’impatto dell’emergere di Omicron, una nuova variante di preoccupazione. Ribadisce l’importanza vitale della vaccinazione nella lotta alla pandemia – prosegue il testo – . La diffusione della vaccinazione a tutti e la distribuzione di dosi di richiamo sono cruciali e urgenti. In tale contesto, rimane fondamentale superare l’esitazione vaccinale, anche affrontando la disinformazione”.