Afghanistan, rame, oro e litio: c’è un tesoro sotto i piedi dei talebani

Secondo un rapporto congiunto Onu-Ue del 2013, il potenziale di tutte le risorse sotterranee del Paese è stimato in un trilione di dollari.

Rame, litio, ferro, oro, bauxite. C’è un vero e proprio tesoro sotto il suolo dell’Afghanistan. Secondo l’ultimo rapporto dell’Istituto di studi geopolitico degli Stati Uniti (Usgs), pubblicato a gennaio 2021, i giacimenti afgani sono ricchissimi di risorse minerarie necessarie alla realizzazione della transizione energetica e climatica.

Metalli sempre più ricercati, come il litio, adoperato nelle batterie per auto o negli impianti solari ed eolici. Un metallo sempre più prezioso, che secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (Aie) registrerà un vero e proprio boom: la domanda crescerà in modo esponenziale nei prossimi venti anni.

Nel 2020 l’Unione europea – riporta Le Journal de Montréal – ha inserito il litio tra le 30 materie prime reputate ‘critiche’ per la sua indipendenza energetica, insieme al cobalto, alla grafite e al silicio. Mentre il mondo cerca di abbandonare petrolio e gas, questi metalli sono sempre più ricercati per trasportare o immagazzinare l’elettricità.

Nel sottosuolo afghano c’è anche il rame, indispensabile per la produzione di cavi elettrici, che quest’anno ha battuto il suo record storico sui mercati mondiali toccando la valutazione di 10.000 dollari a tonnellata. L’Afghanistan è noto inoltre per le sue pietre preziose (lapislazzuli, smeraldi, rubini, tormaline) e il suo marmo. Produce anche carbone e metalli tradizionali come il ferro.

Un vero e proprio tesoro nascosto, insomma. Secondo un rapporto congiunto Onu-Ue del 2013, il potenziale di tutte le risorse sotterranee del Paese è stimato in un trilione di dollari. Alti funzionari del Pentagono ritenevano, già da tempo, ad esempio, che l’Afghanistan sarebbe potuto diventare “l’Arabia Saudita del litio”.