Ormai per l’Afghanistan non si esclude la peggiore delle ipotesi. La caduta di Kabul, e di conseguenza dell’intero Paese, nelle mani dei talebani nei prossimi mesi. Secondo alcune fonti del Pentagono, riportate dal Washington Post, questo scenario non va escluso: nella migliore delle ipotesi la conquista talebana potrebbe avvenire tra 90 giorni, nella peggiore tra 30. Per il portavoce del Pentagono, John Kirby, la situazione della sicurezza “chiaramente non va nella giusta direzione”. Lo Stato, ha sottolineato, dovrebbe usare il suo vantaggio per controllare la nazione, tra cui oltre 300mila soldati e poliziotti. I talebani, nel frattempo, hanno preso il controllo di altri tre capoluoghi provinciali, portandole a nove su 34.
La caduta a Badakhshan e Baghlan a nordest e Farah a ovest ha messo sempre più sotto pressione il governo centrale. E si sta allargando anche quella porzione di territorio in mano agli insorti, ben il 65%, di cui un alto funzionario dell’Unione europea aveva riferito. Tante altre province rimangono contese tra il controllo governativo e quello talebano. Ben otto punti di attraversamento di frontiera sono in mano talebana (con Iran, Turkmenistan, Tagikistan, uno a sud con il Pakistan), cinque sono ancora sotto il controllo del governo (nel confine con il Pakistan vicino a Kabul e con l’Uzbekistan), uno conteso. Come risposta, il governo cerca di correre ai ripari. Il presidente Ashraf Ghani da una parte ha deciso di visitare la città settentrionale di Mazar-i-Sharif, assediata dai talebani, dall’altra ha rimosso il capo di stato maggiore dell’esercito, Wali Ahmadzai, sostituendolo con il generale Hibatullah Alizai.
La situazione umanitaria è drammatica, riferiscono diverse organizzazioni internazionali. Oltre 17mila persone sono confluite a Kabul nelle ultime due settimane, lasciando le proprie case e città per sfuggire dall’avanzata dei talebani, e si sono accampate nei parchi e nelle strade. Lo ha fatto sapere Tamim Azimi, portavoce del ministero per le Emergenze afghano. Abitanti delle cittadine e dei villaggi del nord del Paese continuano a lasciare le proprie case e città, teatro di scontri fra i combattenti estremisti islamici e le forze del governo che tentano di frenare la loro avanzata. Gli sfollati hanno raccontato di essere fuggiti dai quartieri dove i civili sono stati presi nel mezzo dei combattimenti o dopo che i talebani hanno ucciso gli uomini imparentati con gli agenti di polizia e imposto restrizioni alle donne.
Sul fronte dei rifugiati afghani, è arrivato il ripensamento da parte di Germania e Olanda, due dei sei paesi che avevano mandato una lettera alla Commissione europea per protestare contro lo stop temporaneo ai rimpatri forzati deciso da Kabul. Il ministero dell’interno tedesco ha deciso di sospendere i rimpatri degli afghani che non hanno ottenuto protezione umanitaria, “a causa degli attuali sviluppi della situazione di sicurezza” del Paese. Il ministero “continua ad essere del parere che ci siano persone in Germania che debbano lasciare il Paese, il prima possibile”, ha detto un portavoce. Anche l’Olanda ha preso la stessa decisione, dopo che il governo è stato criticato da vari partiti e gruppi, compresi i partiti della coalizione di maggioranza. Secondo la segretaria di Stato ad interim, Ankie Broekers-Knol, la situazione nel Paese dell’Asia centrale è peggiorata troppo, a causa dell’avanzata dei talebani.