Morte Floyd, si apre il processo al poliziotto Derek Chauvin. Minneapolis blindata

L'agente è accusato di provocato il decesso del 46enne afroamericano lo scorso maggio

E’ arrivato in tribunale, mostrato alla giuria, il drammatico video in cui è stata filmata la morte di George Floyd. In aula c’era il poliziotto bianco Derek Chauvin, che nel maggio dello scorso anno premette il ginocchio sul collo di Floyd finché l’afroamericano perse i sensi. Mentre le immagini scorrevano su vari schermi, e Chauvin restava impassibile, l’accusa ha descritto ai giurati come quella situazione sia durata per 9 minuti e 29 secondi, ben più degli oltre otto di cui si era parlato sinora. Minuti in cui Floyd era immobilizzato a terra e per 27 volte chiese di essere liberato, perché non riusciva a respirare. Nelle dichiarazioni d’apertura, il procuratore Jerry Blackwell ha detto che Chauvin “non allentò, non si alzò”, nonostante le implorazioni di Floyd “lo oppresse fino all’ultimo respiro – anzi, fino a che gli ebbe tolto l’ultimo alito di vita”.

L’avvocato difensore Eric Nelson ha ribattuto sostenendo che Chauvin fosse stato chiamato in aiuto ad altri agenti in difficoltà nell’arrestare Floyd, mentre la folla intorno era sempre più ostile. “Fece esattamente quello che era stato addestrato a fare in 19 anni di carriera”, ha affermato. Per il legale, Floyd non mostrò segni di asfissia, ma aveva in corpo fentanil e metamfetamine, che combinate con una malattia cardiaca e la pressione sanguigna alta, oltre che con l’adrenalina, lo portarono alla morte per aritmia. “In quest’aula non c’è una questione sociale o politica”, ha detto. L’autopsia, tuttavia, segnalò sì la presenza delle due sostanze, ma rilevò come causa della morte “arresto cardiopolmonare”, citando “la presa degli agenti e la compressione del collo”.

Chauvin, 45 anni, è accusato di omicidio involontario di secondo grado, omicidio di terzo grado e omicidio colposo. Per il primo potrebbe essere condannato a 40 anni di carcere, per il secondo a 25 anni e per il terzo fino a 10 anni. L’accusa ha annunciato che porterà a testimoniare anche una vigile del fuoco che tentò di soccorrere Floyd ma fu minacciata da Chauvin, che non la lasciò avvicinare. Attorno, in quei drammatici quasi 10 minuti, la gente urlava ai poliziotti di liberare il 46enne, che ripeteva: “Non riesco a respirare”. La polizia lo stava arrestando per l’accusa che avesse tentato di usare una banconota da 20 dollari falsa.

Nella giuria sono state selezionate 14 persone, otto bianche, sei razzializzate, ha annunciato il tribunale. Sono state scelte mentre è virtualmente impossibile trovare qualcuno che non abbia seguito il caso o visto il video, facendosi un’idea dell’accaduto, dopo mesi di dibattiti e tensioni. Alla morte di Floyd sono seguite proteste di massa negli Usa, con echi anche in Europa, contro il razzismo istituzionale e la brutalità della polizia. Ora, nel timore che s’incendino nuove manifestazioni nel nome del movimento Black Lives Matter, attorno al tribunale sono state alzate barriere di cemento, metallo e filo spinato. La Guardia nazionale è stata mobilitata. Anche nel corso della prima udienza alcune decine di persone hanno manifestato fuori dal tribunale, accogliendo con cartelli e slogan di sostegno i familiari e gli avvocati di Floyd. Il legale della famiglia, Ben Crump, ha dichiarato: questo processo sarà “un test” sulla giustizia e sui principi degli Usa.