Usa, Biden apre con lo stop all’oleodotto Keystone. Trump chiude graziando 100 persone

Il presidente eletto già a lavoro su diversi decreti che firmerà nel primo giorno della sua amministrazione

Mentre il presidente uscente Usa Donald Trump si prepara a concedere la grazia a un centinaio di persone nell’ultimo giorno del suo mandato, il presidente eletto Joe Biden è al lavoro su diversi decreti che firmerà già nel primo giorno della sua amministrazione, il 20 gennaio, per rovesciare l’eredità del tycoon. Secondo quanto anticipato dal suo team di transizione, il democratico avrebbe in programma, tra le altre misure, di bloccare la costruzione dell’oleodotto Keystone XL, ampiamente criticato dagli ambientalisti e dall’amministrazione di Barack Obama, e di porre fine alle esecuzioni federali che hanno preso il via sotto Trump dopo 17 anni di stop.

L’oleodotto di quasi 1.200 miglia, progettato per portare fino a 830.000 barili al giorno di greggio canadese e del Nord Dakota alle raffinerie del Texas e della Louisiana, ha ricevuto il via libera del tycoon nel 2017, dopo che nel 2015 l’ex presidente Barack Obama ha rifiutato di concedere il permesso per il progetto. Lo stop, promesso da Biden in campagna elettorale, fa parte del suo ambizioso piano contro il cambiamento climatico. La mossa accontenta gli elettori più attenti alle tematiche ambientali, ma ha già allarmato il Canada che considera l’infrastruttura strategica per espandere la sua esportazione di petrolio.

Trump, che non parteciperà all’Inauguration Day del rivale, si sta invece concentrando sulla concessione della grazia o la commutazione della pena di un centinaio di persone nel suo ultimo giorno da presidente. Nella lista ci sarebbero, tra gli altri, il suo legale Rudy Giuliani, e il suo ex stratega Steve Bannon, mentre non comparirebbe lo stesso tycoon che, secondo quanto avevano riportato precedentemente i media statunitensi, era orientato a graziare anche se stesso.

Intanto procedono le prove della cerimonia di inaugurazione di Biden tra i timori di nuovi disordini dopo l’assalto al Campidoglio avvenuto lo scorso 6 gennaio da parte dei sostenitori di Trump. Un incendio scoppiato in un accampamento di homeless a circa un miglio da Capitol Hill ha fatto scattare l’allarme. Le persone sul posto sono state evacuate e il Campidoglio per un’ora è rimasto in lockdown con il divieto di entrare e uscire dall’edificio. L’allerta è durata circa un’ora, ma il Secret Service, che si occupa della sicurezza della cerimonia, ha avvertito che non c’era stata alcuna minaccia al pubblico.

Per l’assalto al Campidoglio sono state accusate a vario titolo centinaia di persone, tra cui ex o attuali membri delle forze dell’ordine. L’Fbi sta indagando anche su una manifestante, Riley June Williams, accusata dal suo ex fidanzato di aver rubato durante la rivolta un laptop dall’ufficio della speaker della Camera Nancy Pelosi per poi inviarlo a un amico che lo avrebbe venduto all’intelligence russa. Per ora la donna non è stata ufficialmente accusata di furto ma gli inquirenti stanno indagando sulla vicenda. Lo stesso vicecapo dello staff di Pelosi, Drew Hammill, ha confermato che un laptop è stato preso da una sala conferenze, ma ha assicurato che questo “era utilizzato solo per le presentazioni”.