L'accusa rilanciata dal Segretario di Stato Mike Pompeo. Covid 'sfuggito' a laboratio Wuhan: abbiamo le prove 

 Il coronavirus è sfuggito da un laboratorio di Wuhan. Ci sarebbero numerose prove, raccolte dagli 007 americani, che lo confermano. L'accusa, già formulata nei giorni scorsi dal presidente Usa Donald Trump, viene rilanciata dal suo ministro degli Esteri, Mike Pompeo.

 Il segretario di Stato, comunque, precisa che non si tratterebbe di un virus creato dall'uomo. L'agente patogeno sarebbe uscito per errore da strutture "mal gestite". E il problema, sottolinea Pompeo, è che la Cina avrebbe fatto di tutto per tenere il mondo all'oscuro dalla terribile minaccia del Covid-19. In America, invece, "gli scienziati ci avrebbero avvertito, ci saremmo scambiato informazioni per trovare una soluzione". Pechino invece ha messo in atto il "classico metodo della propaganda comunista", è l'accusa di Washington.

 Quali che siano le sue origini, il virus ha sconvolto il mondo, senza risparmiare nessuno, colpite globalmente almeno 3,4 milioni di persone uccidendone 244mila. Ne sa qualcosa il premier britannico Boris Johnson, che nei giorni scorsi lo ha sottovalutato. Poi è stato contagiato, ricoverato e fortunatamente dimesso. "Mi hanno dato una maschera respiratoria e ho ricevuto litri e litri di ossigeno per molto tempo", racconta Johnson in un'intervista, svelando che Londra aveva pronto uno scenario da 'Morte di Stalin' per l'ipotesi peggiore.

 Il riferimento alla Russia riporta sotto i riflettori una situazione sempre più drammatica: domenica sono stati superati i 10mila contagi giornalieri, portando il totale a 124mila positivi con 1.222 decessi. L'aumento, secondo gli scienziati russi, sarebbe dovuto ad un maggior numero di test. Una situazione simile, e altrettanto preoccupante, arriva dalla capitale afghana dove sono state testate 500 persone a campione, e 156 sono risultate positive. Il dubbio: a Kabul e Mosca gli ospedali reggeranno l'impatto? Nei Paesi europei, fortunatamente, questo scenario sembra allontanarsi, e si ragiona sulle riaperture. In Francia, dove il presidente Emmanuel Macron vorrebbe riaprire le scuole già l'11 settembre, arriva l'appello di oltre 300 sindaci della regione parigina: è troppo presto, tutto viene lasciato alla scelta dei singoli comuni e dei genitori, che possono decidere di tenere i figli a casa. Meglio sarebbe rinviare la riapertura. E, tra polemiche e dubbi sulla privacy, sembra che pure 'StopCovid', l'app anti-contagio d'Oltralpe, vedrà la luce in ritardo.

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