Il Comitato Onu per i diritti umani, organo di sorveglianza dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani che supervisiona l'applicazione della Convenzione internazionale sui diritti civili e politici, ha inserito il Marocco nella top 5 per l'applicazione di alcune raccomandazioni prioritarie, insieme ad Argentina, Burkina Faso, Danimarca e Svezia. I cinque Paesi hanno ottenuto il voto A, cioè il più alto, in conseguenza di "azioni significative" per l'applicazione di raccomandazioni specifiche. Nel caso del Marocco, l'Onu spiega che la valutazione è dovuta "all'adozione della legge sul meccanismo nazionale per la prevenzione della tortura (Mnp), che designa il Consiglio nazionale per i diritti umani come organo operativo".
Nel 2019 il Consiglio nazionale per i diritti umani del Marocco (Cndh) aveva rafforzato la sua interazione con i meccanismi Onu per i diritti umani in modo da aggiornare l'Alto commissariato Onu sulle evoluzioni del meccanismo nazionale per la prevenzione della tortura. In quest'ottica, per esempio, il 4 marzo scorso la presidente del Cndh aveva avuto a Ginevra una riunione con l'Alta commissaria Onu per i diritti umani Michelle Bachelet, in cui si era discusso di diverse questioni legate ai diritti umani nel Paese nordafricano, compresa l'operatività del meccanismo contro la tortura. E il 13 novembre scorso nella sede del Consiglio nazionale marocchino per i diritti umani si è tenuta una sessione di lavoro con il responsabile per Medioriente e Nord Africa dell'Alto commissariato Onu, Mohammad Alnssour, durante la quale si sono passate in rassegna le diverse evoluzioni legate al funzionamento del Mnp.
Per quanto riguarda gli altri quattro Paesi nella top 5, la A del Burkina Faso è dovuta agli sforzi nell'affrontare il problema del traffico di esseri umani e quello del lavoro minorile tramite attività di sensibilizzazione. All'Argentina è stata assegnata la A per la decisione della Corte suprema di Tucuman di liberare e assolvere Belen, una giovane accusata di avere posto fine alla sua gravidanza. La Danimarca è stata apprezzata per le misure per prevenire e combattere la violenza domestica, per esempio con l'operatività di un'unità nazionale per combattere le violenze in famiglia. Della Svezia, infine, sono state prese in considerazione le azioni per prevenire e combattere il razzismo, come l'istituzione da parte della polizia nazionale di un punto di contatto su questi temi e di unità per i crimini d'odio nelle tre città più grandi del Paese.