C'è l'intesa tra Londra e Bruxelles sull'uscita del Regno Unito dalla Ue ma ora rischia di non essere approvata sabato dal Parlamento britannico per la contrarietà degli unionisti nordirlandesi. Il premier Johnson: "Sono fiducioso"
L'accordo sulla Brexit c'è. È stato raggiunto in extremis dopo una maratona negoziale poche ore prima del summit Ue e i 27 leader riuniti nel Consiglio europeo hanno già provveduto ad approvarlo. La strada però è in salita: il rischio è che il Parlamento britannico, che si riunirà sabato mattina per una seduta straordinaria, possa non approvarlo.
Il premier britannico Boris Johnson, sotto pressione per trovare una maggioranza disposta ad appoggiarlo a Westminster, ha lanciato un appello a sostenere l'accordo per attuare la Brexit e si è detto "molto fiducioso" che i parlamentari, una volta che studieranno il documento, lo approveranno. I numeri tuttavia non sono al momento dalla sua parte: il governo conservatore ha solo 288 deputati, mentre la maggioranza assoluta alla Camera dei Comuni è di 320 seggi; e subito dopo l'annuncio dell'accordo il partito nordirlandese Dup, che ha 10 seggi, ha annunciato che non lo sosterrà, e il leader laburista Jeremy Corbyn, il cui partito ne ha 244, ha invitato i suoi a "bocciarlo". "Il miglior modo di risolvere la questione Brexit è dare al popolo l'ultima parola con un voto popolare", ha detto Corbyn. Ostili all'intesa anche gli indipendentisti scozzesi dell'Snp, che hanno 35 deputati, e i LibDem che ne hanno 19. Johnson, però, spera che possano votare per l'accordo alcuni dei laburisti e qualcuno dei brexiteer più radicali.
A due settimane dalla data prevista per la Brexit, cioè il 31 ottobre, è dunque forte il rischio di vedere un accordo respinto da Westminster per la quarta volta (tre no erano già arrivati all'accordo negoziato dal governo di Theresa May). Se l'intesa verrà approvata dal Parlamento britannico, dovrà ancora ricevere il via libera dell'Europarlamento, il cui presidente David Sassoli ha assicurato che l'aula "agirà con il senso di responsabilità che gli è proprio". Se invece l'intesa verrà bocciata dal Parlamento di Londra, una legge impone a Boris Johnson di chiedere un rinvio della Brexit di ulteriori tre mesi per evitare l'uscita in scenario di 'no deal'. Secondo diversi esperti questo è lo scenario più probabile e l'opposizione ne approfitterebbe per sottoporre l'accordo a un nuovo referendum sulla Brexit. "Non so quale sarà il risultato del dibattito alla Camera dei Comuni sabato" ma "se verrà presentata una richiesta di rinvio della Brexit consulterò gli Stati membri", ha detto il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk.
Il nuovo testo elimina il controverso backstop, il meccanismo di salvaguardia che era stato pensato per evitare il ritorno di una frontiera fisica fra l'Irlanda e la provincia britannica dell'Irlanda del Nord. La nuova disposizione sull'Irlanda del Nord prevede che resterà parte del territorio doganale britannico (il che consentirà alla regione di essere inclusa in eventuali futuri accordi di libero scambio che il Regno Unito stringerà dopo la Brexit con Paesi terzi), ma al tempo stesso su una serie di regole resterà allineata al mercato unico Ue. Nella dichiarazione politica che accompagna l'accordo, inoltre Londra e Ue si impegnano a negoziare un accordo di libero scambio per il post Brexit: la presidente designata della prossima Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha affidato a Michel Barnier l'incarico di guidare anche i negoziati su questa nuova relazione commerciale.