Stop dalla Camera dei Comuni con 391 voti contrari e 242 favorevoli. Mercoledì il voto sul 'no deal'
L'accordo sulla Brexit negoziato dalla premier britannica Theresa May con l'Unione europea è stato di nuovo bocciato al Parlamento di Londra, con 391 voti contrari e 242 favorevoli. Nonostante le garanzie ottenute sul backstop, arriva quindi un'altra sconfitta per la premier. Ora restano solo due strade: o la Brexit senza accordo ("no deal") il 29 marzo che tutti temono e definiscono "disastrosa", o un rinvio con la modifica dell'art. 50 che farebbe slittare di qualche mese (fine maggio?) la data per un'uscita concordata.
Il preludio al ko era stato il parere legale dell'attorney general Geoffrey Cox, per cui il rischio legale di restare imbrigliati nel backstop (la contestata clausola di salvaguardia per evitare il confine fisico con l'Irlanda) è rimasto "fondamentalmente invariato".
May – Dopo lo stop May ha confermato il voto di mercoledì sull'opzione 'no deal'. May ha sottolineato che voterà contro, ma che lascerà libertà di voti ai parlamentari conservatori. Quanto a un rinvio dell'uscita, i deputati, ha affermato May, devono affrontare "una scelta non invidiabile" su cosa fare.
Corbyn – Il leader dell'opposizione britannica Jeremy Corbyn ha dichiarato "morto" l'accordo e ha invitato il governo ad adottare le sue proposte per una Brexit più morbida. "Il loro accordo, la loro proposta, la proposta del primo ministro è chiaramente morta", ha detto al parlamento il leader del Partito laburista.
Barnier – "L'Ue ha fatto tutto il possibile per aiutare a raggiungere l'accordo di ritiro. L'impasse può essere risolta solo nel Regno Unito. I nostri preparativi per il 'no deal' sono ora più importanti che mai", ha commentato il capo negoziatore dell'Ue per la Brexit, Michel Barnier, su Twitter.
Juncker – "Se dovesse esserci una richiesta motivata del Regno Unito" per un rinvio dell'uscita, "i 27 Paesi dell'Ue saranno pronti a prenderla in considerazione e decidere all'unanimità", ha fatto sapere la portavoce del presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker. "Un'estensione avrebbe bisogno del sostegno di tutti i 27 restanti Paesi dell'Ue", ha aggiunto.
Tusk – Secondo Preben Aamann, portavoce del presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, la bocciatura accresce "significativamente" il rischio che il divorzio avvenga senza un accordo. "È difficile capire cosa possiamo fare di più. Se c'è una soluzione all'attuale impasse, si può trovare solo a Londra", ha detto Aamann, aggiungendo che l'Ue continuerà i suoi "preparativi" per una Brexit senza accordo.