I grandi d’Europa (tranne l’Italia) riconoscono Guaidò. Salvini: “Non stiamo facendo una bella figura”

L'appello del leader dell'opposizione venezuelana al governo gialloverde. Monito di Mattarella: "Necessaria una linea comune con l'Ue"

I 28 Stati dell'Ue non sono riusciti ad approvare una dichiarazione comune di appoggio per il riconoscimento di Juan Guaido come presidente ad interim del Venezuela. "Non ci sarà una dichiarazione comune", hanno detto fonti diplomatiche a Europa Press. Questo non ha impedito però ai singoli Paesi di dire la loro: Francia, Austria, Germania, Spagna, Olanda, Svezia, Danimarca e Gran Bretagna hanno annunciato di riconoscere ufficialmente il leader, che è quindi "legittimato" a convocare elezioni presidenziali in Venezuela.

L'Italia, invece, non si è espressa. Secondo una fonte diplomatica dell'Ue, il nostro sarebbe è l'unico Paese a non aver accettato il testo dell'Unione. La testata ricorda che già giovedì l'Italia è stata l'unico Paese a respingere una formula di compromesso nell'Ue, perché il blocco riconoscesse implicitamente Guaido, accettando che l'oppositore lavorasse per nuove elezioni "in virtù della sua capacità istituzionale come presidente dell'Assemblea nazionale".

"Bisogna uscire da questa crisi con presidenziali completamente legittime", ha dichiarato il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, affermando che "solo elezioni libere possono permettere di avere un'autorità e una democrazia ritrovate". Guaido ha "un obiettivo chiaro", che è "convocare elezioni nel minor tempo possibile, elezioni libere, democratiche, con garanzie e senza esclusioni, in cui i venezuelani decidano il loro futuro senza paura, senza pressioni, senza minaccia": così ha dichiarato Pedro Sanchez. Per il premier spagnolo è "esclusivamente il popolo del Venezuela che deve decidere il suo futuro" e la "comunità internazionale deve rispettare il risultato del processo democratico e verificarlo". "Nelle prossime ore entreremo in contatto con le principali istituzioni europee, e con i vari governi europei latinoamericani, che vogliano unire gli sforzi per la causa della democrazia in Venezuela", ha aggiunto. Sanchez ha anche sottolineato che il suo Paese appoggia il gruppo di contatto creato dall'Unione europea e "promuoverà all'Ue e all'Onu un piano di aiuti umanitari per affrontare con urgenza la grave situazione che vive il Venezuela". 

Italia. Juan Gaido invoca ancora una volta l'appoggio italiano. "Faremo tutto quello che è possibile affinché il governo italiano aggiunga il suo appoggio, per noi importantissimo, al resto dell'Unione Europea. Nella grande manifestazione di domenica si sono espressi sul palco vicino a me anche i rappresentanti della grande comunità italo-venezuelana. Spero che il governo italiano ascolti con attenzione il loro messaggio",  così Juan Guaidò in una intervista al Corriere della Sera. Sull'atteggiamento del governo italiano in merito alla situazione in Venezuela Guaido ha aggiunto: "Non è facile per noi capire la politica italiana o le difficoltà interne al vostro governo ad assumere certe posizioni. Immagino che anche il resto del mondo non possa capire fino in fondo come funzionano le cose da noi. Ma qui ci sono alcuni fatti evidenti che in Italia si devono conoscere. In Venezuela negli ultimi 15 anni sono morte a causa della violenza 250mila persone". "Se i governi europei vogliono contribuire a fermare tutto questo devono muoversi in blocco affinché le forze che sostengono Maduro sentano tutto il peso della pressione diplomatica e politica dell'Europa", ha aggiunto Guaidò. Sulla creazione di un gruppo di contatto proposta da Messico e Uruguay Guaidò è chiaro: "Tutte le forze democratiche venezuelane pensano che le possibilità di dialogo con il governo di Maduro si siano esaurite".

È lo stesso presidente della Repubblica a riconoscere l'importanza della decisione di Roma. "Tra Venezuela e Italia il legame è strettissimo, questa condizione ci richiede senso di responsabilità e linea condivisa con partner europei. E nella scelta non vi può essere né incertezza né esitazione", ha dichiarato Sergio Mattarella. "Non ci può essere incertezza o esitazione sulla scelta tra volontà popolare e richiesta di autentica democrazia da un lato e dall'altro la violenza della forza e le sofferenze della popolazione civile". 

Il monito di Mattarella va sicuramente a favore di una condivisione della risoluzione Ue, però Salvini rincara dicendo che "non stiamo facendo una bella figura", il Movimento difende la sua 'neutralità', bloccando di fatto le procedure per nuove elezioni nel Paese.

Canada. Anche il premier canadese ha dimostrato il suo appoggio. Justin Trudeau ha parlato al telefono con Guaido, elogiandone "il coraggio e la leadership". La telefonata arriva un giorno prima dell'incontro a Ottawa dei ministri degli Affari esteri del Gruppo di Lima, di cui 11 su 14 membri hanno riconosciuto Guaido come presidente ad interim. "I due leader hanno discusso l'importanza della comunità internazionale mandando un chiaro messaggio sull'illegittimità del governo di Maduro e la necessità di rispettare la Costituzione venezuelana", ha fatto sapere l'ufficio di Trudeau. "Entrambi hanno rimarcato l'importanza che elezioni presidenziali libere e giuste si tengano. Il premier ha elogiato Guaido per il suo coraggio e la sua leadership nel contribuire al ritorno alla democrazia in Venezuela e ha offerto il continuo sostegno del Canada", ha aggiunto. Trudeau ha sottolineato che il Gruppo di Lima "valuterà come la comunità internazionale possa ulteriormente appoggiare il popolo del Venezuela, anche con immediata assistenza umanitaria".

Russia. Mosca non è d'accordo al riconoscimento di Guaido. "I tentativi di legittimare il potere usurpato" costituiscono "un'interferenza negli affari interni del Venezuela", ha dichiarato il portavoce del presidente russo, Vladimir Putin,

Maduro. Nel frattempo Nicolas Maduro, considerato un dittatore dall'opposizione in Patria e non riconosciuto più come presidente del Venezuela da molti paesi europei, fa appello a Bergoglio: "Ho inviato una lettera a Papa Francesco, spero che sia in viaggio o che sia arrivata a Roma, al Vaticano, dicendo che io sono al servizio della causa di Cristo. E con questo spirito gli ho chiesto aiuto, in un processo di facilitazione e di rafforzamento del dialogo, come direzione. I governi di Messico e Uruguay, tutti i governi caraibici del Caricom e il governo della Bolivia hanno richiesto una conferenza per il dialogo e la pace in Venezuela, il 7 febbraio. Io chiedo al Papa che produca il suo miglior sforzo, la sua volontà per aiutarci nella strada del dialogo. Speriamo di ricevere una risposta positiva".

Intanto il governo di Caracas rivedrà le relazioni diplomatiche con gli Stati Ue che hanno riconosciuto Guaido. Il ministero degli Esteri ha dichiarato che "rivedrà integralmente le relazioni bilaterali con questi governi a partire da ora, finché non rinunceranno a sostenere i piani golpisti".