Usa, linea dura dem su shutdown. Pelosi non esclude impeachment

La veterana dem torna speaker della Camera, ruolo che aveva già ricoperto dal 2007 al 2010, e promette "un mondo nuovo" per l'inquilino della Casa Bianca

Dopo quattro anni di maggioranza repubblicana in entrambi i rami del Congresso, i democratici assumono la guida della Camera degli Stati Uniti, inaugurando una 'nuova era' a Washington, e non escludono un ricordo all'impeachment contro il presidente Donald Trump. La veterana Nancy Pelosi torna speaker della Camera, ruolo che aveva già ricoperto dal 2007 al 2010, e promette "un mondo nuovo" per l'inquilino della Casa Bianca. La deputata di San Francisco, 78 anni, ha dichiarato alla Nbc che il suo partito attenderà di vedere che cosa emerge dal rapporto del procuratore speciale sul Russiagate, Robert Mueller, prima di decidere se valutare la procedura di impeachment per il presidente che, ha spiegato, sarebbe molto divisiva: "Non dovremmo mettere sotto accusa per una ragione politica, e non dovremmo nemmeno evitare l'impeachment per una ragione politica".

Il 116esimo Congresso degli Stati Uniti si è insediato alle 12 (le 18 in Italia) del 3 gennaio. In una seduta congiunta, 235 democratici e 199 repubblicani hanno prestato giuramento di fedeltà, prima del voto per eleggere Pelosi come speaker della Camera, che nel suo intervento numero uno ha detto: "Non abbiamo illusioni sul fatto che il nostro lavoro sarà facile, che tutti noi in questa sala saremo sempre d'accordo. Ma ognuno di noi si impegni a dire che quando non siamo d'accordo, rispettandoci e rispettando la verità". Un seggio su 435 è ancora in discussione. Il vicepresidente Mike Pence ha prestato giuramento ai nuovi membri del Senato degli Stati Uniti, dove i repubblicani hanno 53 seggi contro i 45 dem e due indipendenti. Situazione opposto alla Camera, dove i democratici hanno la maggioranza.

Intanto, prosegue lo shutdown parziale del governo federale provocato dallo scontro tra Trump e l'opposizione sul finanziamento del muro al confine meridionale con il Messico. Una questione delicata che sarà il primo banco di prova del nuovo parlamento. Pelosi ha detto che i democratici sono pronti a fare approvare rapidamente il bilancio federale, in modo da fornire i fondi per porre fine all'impasse. Ma è stata chiara anche su cosa i dem non intendono includere nella legge. "Niente per il muro", ha assicurato, spiegando che in nessun caso il tycoon potrà persuadere il suo partito a finanziare "qualcosa che non è efficace, che costa miliardi di dollari" e che "manda il messaggio sbagliato su chi siamo come Paese".

Il presidente va avanti per la sua strada e accusa i democratici di voler sabotare la sua presidenza in vista delle elezioni del 2020. Lo shutdown del governo "è soltanto a causa delle elezioni presidenziali 2020. I democratici sanno di non poter vincere sulla base di tutti i risultati di Trump, così stanno puntando tutto sul muro e sulla sicurezza al confine, che è disperatamente necessaria", ha scritto su Twitter il magnate. Sempre sul social network, Trump ha pubblicato il primo attacco a Elizabeth Warren, la prima democratica a prendere parte ufficialmente alla corsa alla Casa Bianca. Lo slogan della candidata è stato corretto in 'Warren 1/2020', in riferimento al test genetico fatto alcuni mesi fa per dimostrare le proprie origini nativo-americane. Il risultato si è rivelato un boomerang per Warren, dal momento che la sua eredità genetica è risultata essere di 1/2024. Un fallimento che Trump non ha mancato di sottolineare.