Midterm, Teodori: “Usa spaccati, ma ora Trump è davanti a una scelta”

Lo storico ed esperto di politica americana commenta l'esito delle elezioni: "Esultano di più i democratici" 

Gli Stati Uniti sono "spaccati in due", ora come nel 2016. Ma adesso Donald Trump dovrà scegliere se "andare avanti con il suprematismo, aumentando la conflittualità tra 'bianchi' e 'non bianchi' o fare l'ennesima giravolta e trovare un diverso modus vivendi con i democratici". Ne è sicuro Massimo Teodori, storico ed esperto della politica americana, che commenta con LaPresse l'esito delle elezioni di Midterm.

Per prima cosa: tutti esultano, ma chi ha vinto?
Mi pare che le categorie vittoria/sconfitta siano inadeguate in questo caso. Certamente il successo maggiore, negli effetti, sul sistema politico istituzionale degli Stati Uniti è quello dei democratici.

Perché?
Perché hanno acquisito il controllo della Camera dei rappresentanti che significa in pratica avere una serie di poteri di condizionamento della presidenza Trump. I poteri sono intanto quello legislativo, di bloccare tutte le leggi che devono passare dall'approvazione di entrambi i rami del Congresso. Secondo, il potere di controllo delle Istituzioni, tra cui anche quello della presidenza e in particolare quello di istituire delle commissioni di inchiesta in maniera autonoma dal Senato. In particolare questo potrebbe riguardare la fiscalità di Trump soprattutto perché la Camera ha il primato in materia finanziaria, economica e fiscale mentre il Senato ha il potere soprattutto sulla politica estera e sulla conferma delle nomine federali.

È una battuta d'arresto per il trumpismo o aver perso una Camera poco importa se si governa con i tweet?
Sicuramente è una battuta d'arresto per il trumpismo anche se è avvenuta una trasformazione rispetto al 2016 che riguarda il Partito Repubblicano. Perché allora Trump era un corpo estraneo, malvisto, dal vertice e dal corpo del Partito Repubblicano mentre oggi possiamo parlare di una più generale trumpizzazione del partito, soprattutto in quelli che sono stati gli eletti sia al Senato, che alla Camera che nei governatorati.

Il futuro dell'America è suo?
La società americana si conferma estremamente divisa a metà, come lo è stata nel 2016 ed è per questo che non si può parlare di chi ha vinto o chi ha perso. È una società che è divisa da un punto di vista antropologico ancora prima che politico tra l'America che, nel 2016 ma anche oggi, è urbana, metropolitana, aperta, dialogante che è quella delle città superiori a 200.000 abitanti e invece l'America delle Contee che è legata a valori tradizionali, di carattere iperconservatrice. Questa divisione che è apparsa in maniera scientifica nel 2016 si è confermata anche ora, anche se le analisi già dicono che ai democratici hanno eroso una piccola parte dei votanti trumpiani, quelli che si chiamano 'elettori suburbani'. Questa divisione dell'America è stata accentuata fortissimamente dalla presidenza Trump il quale dopo essere stato eletto, invece di fare quello che generalmente tutti presidenti democratici e repubblicani hanno sempre fatto dicendo 'io sono il presidente di tutti', ha fatto l'opposto dicendo 'chi sta con me sta con me, chi non sta con me sta contro di me'. Questa è la politica di accentuare la conflittualità tra i 'bianchi' e i 'non bianchi' tanto è vero che è stato definito il primo 'presidente bianco', intendendo con questo termine il suprematismo. Ora che una Camera è passata ai democratici bisogna vedere se è Trump seguita in questo suo atteggiamento di accentuare la conflittualità o se invece fa una giravolta, e ne ha fatte tante e tante ne può fare, trovando un modus vivendi con i democratici.

I Dem, a partire da questi risultati, possono puntare alla riconquista della Casa bianca nel 2020?
Nessuno sa che cosa accadrà nei prossimi due anni. In questa elezione i democratici hanno mostrato due facce: una è stata quella di essere portatori di una spinta nuova, con giovani, donne, minoranze etniche. Da una parte sono stati portatori di un rinnovamento, una radicalizzazione del corpo democratico. Dall'altra, però, è ancora molto forte il gruppo, lo strato dei democratici tradizionali.