La famiglia della donna cristiana, condannata a morte per blasfemia e poi assolta, ha paura per le proteste dei fondamentalisti che continuano a chiedere che venga giustiziata
La famiglia di Asia Bibi ha paura. Si sente in pericolo e ha persino difficoltà a trovare da mangiare. L'appello arriva da Ashiq Masih, il marito della donna cristiana condannata a morte per blasfemia e poi assolta in Pakistan, ma ancora in carcere in attesa della registrazione della sentenza. Le proteste dei fondamentalisti, che continuano a chiedere che venga giustiziata, hanno costretto i familiari della donna a rimanere chiusi in casa in un luogo sicuro.
Nei giorni scorsi anche l'avvocato difensore di Asia, Saif ul-Malook è stato costretto a fuggire all'estero. Ashiq Masih ha inviato un videomessaggio alla onlus 'Aiuto alla Chiesa che soffre': "È molto importante che la comunità internazionale e i media mantengano alta l'attenzione per mantenere viva Asia e per proteggerci in Pakistan – ha detto – In questo momento siamo estremamente preoccupati perchè la nostra vita è in pericolo". "Ci stiamo lavorando con discrezione", garantisce il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini: "Nel 2018 non si può essere a rischio di morte per una ipotetica blasfemia. Ci stiamo attivando con altri Paesi occidentali". Non vuole troncare i rapporti con il Pakistan, con cui l'Italia intrattiene relazioni commerciali importanti: "Il nemico non è Islamabad – precisa -, il nemico è il fanatismo".
Da destra a sinistra, la risposta all'appello disperato è trasversale: "Il Governo faccia subito tutti i passi necessari per accogliere in Italia #AsiaBibi", scrive su Twitter l'ex premier Paolo Gentiloni. "Seguo questa vicenda tragica e emblematica dall'inizio quindi mi auguro che la nostra diplomazia riesca a mettere in salvo Bibi al più presto e che la disumanità e odio non abbiano mai a prevalere", sostiene Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia. La presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, lancia su Twitter l'hashtag #SalviamoAsia e chiede la concessione dell'asilo politico per lei, il marito e i suoi cinque figli. Laura Boldrini, ex presidente della Camera ed esponente di LeU, chiede di firmare una petizione rivolta alle massime autorità italiane: "Perché ognuno – scrive – deve essere libero di professare la propria fede".