Il presidente minaccia di limitare il diritto alla cittadinanza per decreto, ma la mossa potrebbe essere giuridicamente impossibile
A una settimana dalle elezioni di Midterm cruciali per il seguito del suo mandato, Donald Trump ha annunciato di voler porre fine, per decreto, allo 'ius soli'. Si tratta del diritto costituzionale, sancito dal 14esimo emendamento della Costituzione Usa, che stabilisce che ogni bambino nato in territorio americano abbia la nazionalità americana. Per Trump, invece, va negata la cittadinanza ai bambini che nascono in territorio americano da genitori migranti irregolari. "Siamo il solo Paese al mondo in cui, se una persona arriva e ha un bambino, il bambino è cittadino degli Stati Uniti…con tutti i vantaggi", ha affermato Trump in un'intervista ad Axios. "È ridicolo, bisogna che questo finisca".
Il tutto, mentre il presidente Usa è atteso con la moglie Melania a Pittsburgh, dove sabato un uomo di 46 anni, Robert Bowers, ha aperto il fuoco nella sinagoga Tree of Life uccidendo 11 fedeli prima di essere arrestato. La visita si preannuncia difficile, dal momento che Trump potrebbe essere contestato: in tanti gli hanno chiesto di non andare in Pennsylvania, accusandolo di avere sdoganato l'estrema destra con le sue dichiarazioni.
La proposta sullo 'ius soli' – formulata all'indomani dell'annuncio dell'invio di oltre 5mila soldati alla frontiera con il Messico in vista dell'arrivo della carovana di migranti partita il 13 ottobre dall'Honduras – rientra in una serie di dichiarazioni del tycoon che mirano a mettere al centro del dibattito politico elettorale l'immigrazione, come era già stato nella campagna per le presidenziali del 2016. Questa settimana, in un tweet, l'inquilino della Casa Bianca aveva agitato lo spettro di una "invasione" dei migranti e recentemente ha più volte parlato di "emergenza nazionale". E moltiplicando le dichiarazioni sul tema immigrazione ha affermato lunedì sera su Fox News di voler costruire delle "città-tendopoli" alla frontiera con il Messico in cui i migranti "dovranno attendere e, se non otterranno asilo, se ne andranno".
Al di là degli annunci, però, non è assolutamente certo che il diritto costituzionale alla cittadinanza Usa sia modificabile tramite un semplice ordine esecutivo: per modificare la Costituzione è necessario un iter specifico, che secondo molti giuristi non include fra le opzioni il decreto presidenziale. Quanto all'affermazione che un diritto del genere viene garantito solo negli Usa, non è vero: anche in Canada chi nasce sul territorio nazionale ha diritto alla cittadinanza, anche se i genitori sono in situazione irregolare.
"Mi hanno sempre detto che c'era bisogno di un emendamento costituzionale. Sapete cosa? Non è così", ha assicurato dal canto suo Trump ad Axios. "Ora dicono che posso farlo anche solo con un ordine esecutivo", ha proseguito, garantendo che ci si sta lavorando e "si farà, con un decreto". Non ha fornito però nessuna tempistica.
Le elezioni del 6 novembre saranno un test per Trump, dal momento che si tratta delle prime elezioni federali da quando è stato eletto alla Casa Bianca l'8 novembre del 2016. In gioco ci sono tutti i seggi della Camera, un terzo di quelli del Senato, nonché il posto di governatore in 36 Stati. I repubblicani, che oggi controllano il Congresso, rischiano grosso. Se un cambiamento al Senato sembra poco probabile, stando ai sondaggi si profilerebbe una vittoria dei democratici alla Camera dei rappresentanti.