Germania, Tarek Al-Wazir: il Verde di origini yemenite in ascesa in Assia

Può sperare di strappare alla Cdu la presidenza della regione. Se diventerà governatore o no, si tratta comunque di un risultato sorprendente per un responsabile di origine arabe in un periodo di forte ascesa dell'estrema destra 

Astro nascente dei Verdi tedeschi, Tarek Al-Wazir può sperare domenica di strappare alla Cdu di Angela Merkel la presidenza della regione in Assia. Sia se diventerà il nuovo governatore, sia se l'esito elettorale lo porterà a essere decisivo per la formazione del nuovo governo regionale, si tratterà di un risultato sorprendente per un responsabile di origine araba in un periodo di enorme ascesa dell'estrema destra.

Quarantasette anni, tedesco-yemenita, sconosciuto sulla scena politica nazionale, è capolista degli ecologisti alle regionali nel Land di Francoforte, un test elettorale per la Cdu della cancelliera tedesca. In questa regione, secondo i sondaggi, i Verdi volano, spinti dalla delusione degli elettori per i grandi partiti conservatore e socialdemocratico, impantanati nelle scaramucce interne al governo federale a Berlino.

I Verdi di Tarek Al-Wazir secondo i sondaggi potrebbero ottenere fra il 20% e il 22%, in seconda posizione dietro alla Cdu, sorpassando la Spd e soprattutto registrando il doppio dei consensi rispetto alle precedenti regionali del 2013. Se questa tendenza promettente verrà confermata dai fatti, Tarek Al-Wazir avrà una chance di assumere la guida dell'esecutivo regionale di cui attualmente i Verdi sono alleato di coalizione della Cdu.

L'Assia, che a Francoforte ospita una delle principali piazze finanziarie d'Europa, è un Land chiave: ottenerne la guida sarebbe un colpo grosso per gli ambientalisti, perderlo sarebbe uno schiaffo per Merkel. Il partito dei Grünen è nato dai movimenti di contestazione degli anni '70 contro il nucleare e per la pace, ma è stato anche voce guida nel lanciare avvertimenti sul cambiamento climatico e l'inquinamento dell'aria dovuto alle auto, questioni che preoccupano sempre più elettori. Ma Tarek Al-Wazir attribuisce la popolarità dei Verdi soprattutto a un "comportamento chiaro" di fronte all'ascesa del partito di estrema destra Alternativa per la Germania (AfD), che approfitta delle preoccupazioni legate all'apertura della Germania a oltre un milione di richiedenti asilo nel 2015-2016. "Tutti gli altri partiti sono impazziti con l'AfD", ha dichiarato in un'intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz), alludendo al fatto che i conservatori si sono spaccati sulla questione migratoria. "Noi invece siamo chiari nel nostro atteggiamento; difendiamo una società aperta al mondo, multiforme", spiega.

Capelli grigi ben pettinati, occhiali, e abitualmente in camicia bianca sotto una giacca scura, Al-Wazir si tiene a distanza dall'agitazione della politica nazionale, diversamente da quanto fa il suo rivale e governatore uscente dell'Assia, Volker Bouffier, della Cdu, vicino alla cancelliera. Dal 2014 è ministro regionale di Economia, energia e trasporti, un portafoglio chiave per l'Assia, che ospita appunto grandi gruppi, la Bce e anche uno dei principali aeroporti d'Europa a Francoforte.

Le sue origini sono insolite per un politico tedesco: è figlio, per usare le sue parole, di un'insegnante tedesca "sessantottina" che lo portava con sé alle manifestazioni, e di un diplomatico, Mohamed Al-Wazir, originario di una influente famiglia yemenita. Alla sua nascita, nel 1971, la Germania era lontana dall'essere una terra di accoglienza: era un Paese in cui si trattavano gli immigrati italiani come "mangiatori di spaghetti", dice Al-Wazir. Il piccolo Tarek, nonostante fosse nato in Germania e da madre tedesca, era però "uno straniero", racconta, perché all'epoca solo la nazionalità del padre contava. "Ero un cittadino della Repubblica araba dello Yemen dove, bisogna precisare, mi sono recato per la prima volta solo 10 anni dopo", scrive sul suo sito. Alla nascita, racconta, l'impiegato dell'anagrafe aveva consigliato ai genitori di dargli un secondo nome tedesco, suggerendo Fritz, ipotesi che venne respinta dalla coppia. Dopo un cambio di legge nel 1975, diventò alla fine tedesco, senza però mai rinunciare alla cittadinanza yemenita.

Al-Wazir è cresciuto a Offenbach, città di grandezza media che in Germania conta in proporzione la più grande quantità di cittadini con background migratorio, cioè il 62,1%. A 14 anni partì per Sanaa, dove viveva il padre, e frequentò una scuola internazionale. Un soggiorno "molto importante" per "scoprire l'altra metà delle origini, conoscere la famiglia e imparare l'arabo", racconta. L'adolescente rientrò poi in Germania 10 anni più tardi, per non partire più. Alla caduta del Muro di Berlino, prima di diplomarsi, aderì ai Verdi all'ombra di due monumenti del partito in Assia: Joschka Fischer, che diventerà capo della diplomazia di Gerhard Schröder (cancelliere dal 1998 al 2005), e Daniel Cohn-Bendit, leader del maggio '68 in Francia. A soli 24 anni entrò nel Parlamento regionale, poi per 14 anni guidò il gruppo parlamentare ecologista in assemblea. Oggi questo padre di due figli, sposato con una yemenita, è secondo i sondaggi il politico più apprezzato nella sua regione.