La mossa del capo negoziatore dell'Ue in vista del Consiglio. Impasse sulla questione del confine tra Irlanda e Irlanda del Nord
"Credo che tutti intorno al tavolo vogliano un accordo, io credo sia raggiungibile e ora è il momento di farlo". Theresa May ha portato il suo messaggio ai leader europei a Bruxelles, prima della cena degli altri 27 capi di Stato e di governo che apre il Consiglio europeo decisivo per la Brexit. Un incontro per provare a dare la svolta alle trattative, arenate da mesi, che a un primo riscontro non ha sortito ancora gli effetti sperati.
La premier britannica non ha presentato "niente di sostanzialmente nuovo", ha riferito il presidente dell'Europarlamento, Antonio Tajani. In precedenza il capo negoziatore Ue aveva avvertito che per trovare un accordo "serve molto più tempo" e proposto di prolungare di un anno il periodo di transizione post Brexit, fino al 31 dicembre 2021, in modo da sbloccare lo stallo. Per la cancelliera tedesca Angela Merkel "c'è ancora una chance di raggiungere un accordo sostenibile", ma Berlino si sta preparando anche a uno scenario di 'no deal'. "È evidente che un governo responsabile e che guarda avanti si prepari a tutti gli scenari. E questo include la possibilità che il Regno unito lasci l'Ue senza un accordo", ha avvertito la cancelliera. La leader della Cdu ha puntualizzato che non bisogna fare eccessive concessioni a Londra: "Vogliamo evitare la durezza, ma alla fine deve essere chiara e sarà chiarita la differenza fra essere membri dell'Ue ed essere partner dell'Ue come Paese terzo".
Il presidente francese Emmanuel Macron, che ha avuto un colloquio con May prima del vertice, ha posto l'accento sulla necessità di fare in fretta, riconoscendo che le due parti "non sono così lontane". Fiducia da un lato, senso di urgenza dall'altro. "Sono stati fatti dei progressi, vediamo bene la volontà collettiva di avanzare, ma non ci siamo ancora ed è ora che bisogna decidere", ha detto Macron chiedendo alla collega britannica di dire "cosa è possibile accettare alla luce dei suoi equilibri politici". Dopo aver ascoltato May, i leader Ue devono valutare a cena se ci siano le condizioni per organizzare un summit straordinario a metà novembre. Opzione che ancora non è per nulla certa: pare che il vertice si farà se ci saranno alte probabilità di un accordo.
Il nodo cruciale da sciogliere è quello irlandese. Bisogna capire cosa fare del confine terrestre fra l'Irlanda, che è Stato membro dell'Ue, e la regione britannica dell'Irlanda del Nord. Londra e Bruxelles dicono che non vogliono l'imposizione di controlli al confine, per rispettare gli Accordi di pace del venerdì santo del 1998, ma resta il problema di come raggiungere questo obiettivo vista la decisione del Regno Unito di lasciare il mercato unico Ue e l'unione doganale. Per risolvere la questione irlandese, il Regno Unito propone di restare allineato alle regole doganali dell'Ue fino alla firma di un accordo di libero scambio più ampio, in modo da evitare controlli delle merci alle frontiere. Ma i Tories pretendono che questo accordo sia limitato nel tempo, cosa che l'Ue non può accettare senza che sia accompagnato da una soluzione permanente. Bruxelles propone invece di tenere nell'unione doganale solo l'Irlanda del Nord, cosa inaccettabile per il Regno Unito.