Russiagate, suggerì di intercettare Trump: in bilico Rosenstein

Il vice ministro della giustizia nell'occhio del ciclone. Giovedì il colloquio con il tycoon

Resta in bilico il destino politico di Rod Rosenstein, vice ministro della Giustizia Usa e supervisore dell'indagine sul Russiagate del super procuratore Robert Mueller. Voci su un suo siluramento, o possibili dimissioni per evitare il siluramento, si sono rincorse lunedì pomeriggio dopo che è emerso che si stava recando alla Casa Bianca.

Donald Trump si trova a New York per l'Assemblea generale dell'Onu, quindi a Washington ha incontrato il capo di Gabinetto, John Kelly. Ma tutto, alla fine, è stato rinviato a giovedì, quando a incontrarsi saranno Trump e Rosenstein. Il presidente e il vice attorney general hanno avuto, su richiesta dello stesso Rosenstein, "una lunga conversazione per parlare dei recenti articoli di stampa" e "si incontreranno giovedì quando il presidente sarà di ritorno a Washington", ha annunciato la portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders, senza fare alcun riferimento ai rumors.

A scatenare la bufera il fatto che venerdì il New York Times e il Washington Post, sulla base di memo segreti di un ex direttore dell'Fbi, hanno rivelato che a maggio del 2017 Rosenstein avrebbe suggerito di intercettare Trump in modo da fornire prove del malfunzionamento della Casa Bianca e di mettere da parte Trump perché inadatto alle funzioni di presidente. È a seguito di questo che Rosenstein ha avuto un colloquio con Trump.

Un'uscita di scena di Rosenstein darebbe al tycoon la possibilità di sostituirlo con una figura più leale a lui, ma dall'altra parte scuoterebbe l'inchiesta di Mueller sul Russiagate, che Trump continua a bollare come "caccia alle streghe". Rosenstein si occupa della sua supervisione a seguito dell'autoricusazione del ministro della Giustizia Jeff Sessions. Prima ancora delle rivelazioni imbarazzanti, Rosenstein era stato frequentemente criticato da Trump, il quale attacca regolarmente il dipartimento della Giustizia e l'Fbi sostenendo che abbiano pregiudizi contro di lui nell'ambito dell'indagine sul Russiagate.

Venerdì, in un comizio, Trump aveva parlato di un "tanfo persistente" al ministero della Giustizia che avrebbe presto sradicato. Con l'appuntamento delle elezioni di midterm che si avvicina, il 6 novembre, secondo gli analisti sarebbe notevolmente rischioso per il partito repubblicano se la Casa Bianca sembrasse provare a interferire nelle indagini sulle presunte ingerenze russe nella campagna elettorale per le presidenziali del 2016.