Barack Obama nomina per la prima volta Donald Trump in un discorso pubblico, dalle elezioni del 2016 in cui il repubblicano è stato eletto suo successore alla presidenza degli Stati Uniti. Lo fa dal palco dell'Università dell'Illinois, dove è nuovamente sceso nell'arena politica dopo la politica di discrezione e dichiarazioni misurate tenuta da quando due anni fa ha lasciato la Casa Bianca. Il 57enne alza di nuovo la voce in vista delle elezioni di metà mandato del 6 novembre, in cui si gioca l'equilibrio rosso-blu al Congresso. In ballo ci sono i 435 seggi della Camera e un terzo di quelli al Senato, più 36 ruoli di governatore. A due mesi dal voto, i sondaggi prevedono una "onda blu", mentre per i repubblicani che ora controllano in Congresso pronosticano il concreto rischio di perdere la Camera.
Dal palco, con la consueta eleganza, Obama si è domandato: "Che cosa è accaduto al partito repubblicano", in cui i politici si limitano a "vaghe dichiarazioni di disapprovazione quando il presidente fa cose scandalose?". Trump, ha detto, non è che "il sintomo" di una crisi profonda e pericolosa e "della politica della paura", non ne è la causa. "Sono qui perché è uno di quei momenti decisivi dove ognuno di noi, come cittadino americano, deve definire chi siamo", ha affermato Obama, esortando i democratici a votare: "Come cittadino, non come ex presidente, sono qui per dare un semplice messaggio: dovete votare, perché la nostra democrazia dipende da questo". Il democratico si è impegnato in un tour elettorale nel Paese, perché "questo momento è troppo pericoloso perché i democratici restino fuori".
Trump "sta capitalizzando il risentimento che alcuni politici hanno alimentato per anni", ha detto Obama, "paura e rabbia radicate nel passato ma anche enormi stravolgimenti avvenuti nelle nostre brevi vite". E, sempre spingendo ad andare alle urne, ha proseguito: "La maggior minaccia alla nostra democrazia è l'indifferenza, è il cinismo", "non è Trump". Ha poi evocato i fatti della settimana, cioé le rivelazioni del libro del giornalista Bob Woorward e l'editoriale anonimo sul New York Times, secondo cui i funzionari alla Casa Bianca praticano una "resistenza" verso Trump per arginare i suoi peggiori scivoloni. È sbagliato pensare che "tutto andrà bene" perché ci sono queste persone, ha detto: "Non è così che la nostra democrazia deve funzionare!".
Obama ha anche accennato alla politica estera, sottolineando che l'amministrazione Trump avvicinandosi alla Russia indebolisce la nazione sullo scenario internazionale, e ha aggiunto che l'indipendenza della giustizia e la libertà di stampa sono sotto minaccia. Da Fargo, in North Dakota, Trump non ha risposto nel merito a Obama, e si è limitato a liquidarlo con una battuta: "Un giornalista mi ha chiesto che cosa pensassi del discorso del presidente Obama, ho risposto 'Mi dispiace, l'ho guardato ma mi sono addormentato'".