Sequestro di persona, arresto illegale e abuso d'ufficio i reati ipotizzati. L'Albania accoglierà 20 persone, altre 100 nelle diocesi italiane
Finisce un po' prima dell'una della notte tra sabato e domenica la tormentata vicenda della nave Diciotti e del suo carico di migranti. Finisce con le persone che scendono lungo la scaletta. In fondo, funzionari di polizia procedono all'identificazione: impronte digitali, fotografia, assegnazione di un numero da 1 a 137. Trenta secondi a persona, non di più. Da questa notte la Diciotti torna a essere un glorioso "pattugliatore" della Guardia Costiera italiana dopo essersi trasformata per dieci giorni in una specie di carcere (illegale) galleggiante.
Salvini indagato – Ed è per sequestro di persona, arresto illegale e abuso d'ufficio che il ministro degli Interni Matteo Salvini si trova ad essere indagato. Non è più a carico di ignoti, infatti, l'inchiesta della procura di Agrigento sulla vicenda della Diciotti e del suo carico umano. Il procuratore Luigi Patronaggio trasmetterà infatti il fascicolo al Tribunale dei ministri di Palermo e il principale indagato è il ministro dell'Interno, Matteo Salvini.
È stato lo stesso leader della Lega a riferirlo alla platea di un comizio a Pinzolo (in Provincia di Trento): "Mi hanno comunicato che sono sotto inchiesta per sequestro di persona", la 'confessione' del ministro. Fra le ipotesi di reato, oltre al sequestro di persona c'è l'arresto illegale e l'abuso d'ufficio. Nel registro degli indagati, tra l'altro, è finito anche il capo di gabinetto del ministro.
Salvini è andato subito al contrattacco direttamente dal suo comizio, davanti a simpatizzanti e cittadini. "Possono arrestare me, ma non la voglia di 60 milioni di italiani, indaghino chi vogliono. Abbiamo già dato abbastanza, è incredibile vivere in un Paese dove dieci giorni fa è crollato un ponte sotto il quale sono morte 43 persone dove non c'è un indagato e indagano un ministro che salvaguarda la sicurezza di questo Paese. È una vergogna. Se vogliono indagarmi mi indaghino anche per questo", ma "è difficile fermarci" ha avvertito Salvini.
Il Capitano-ministro ha fatto sapere che aspetta a Pinzolo il procuratore di Agrigento "con il sorriso". Ma il messaggio è stato forte: "Aspetto un procuratore che invece di indagare un ministro indaghi i trafficanti di essere umani". Salvini, nonostante tutto, è tornato subito nelle 'vesti' del politico al comizio e non ha rinunciato alle sue graffianti battute: "un ministro indagato ha diritto di essere sudato".
Autorizzato lo sbarco – Poi è arrivato l'annuncio che (forse) mette la parola fine alla vicenda della nave Diciotti. "Ho autorizzato personalmente lo sbarco di tutti i migranti", ha detto Salvini nel corso della Festa della Lega. Gli immigrati saranno portati in un centro a Messina e poi cominceranno le operazioni di distribuzione che coinvolgeranno anche la Chiesa italiana oltre ad Albania e Irlanda. "La Chiesa – ha detto il titolare del Viminale – ha aperto il cuore e il portafoglio".
Da Salvini era arrivato un affondo all'Unione europea prima della notizia che fosse indagato. Aveva annunciato la sua richiesta di ridiscutere i miliardi che l'Italia manda a Bruxelles, perché "è giunto il momento di tagliare i finanziamenti a un ente inutile".
Conte contro la Ue – Un affondo ribadito su Facebook anche dal premier Giuseppe Conte, che fa sapere di voler porre una riserva all'adesione dell'Italia al piano finanziario pluriennale dell'Ue. "Questo Governo – dichiara – si è presentato in Europa con le carte in regola. Come pure richiesto da molti Paesi membri, questo Governo sta perseguendo una politica sull'immigrazione ben più rigorosa rispetto al passato, in modo da evitare che le coste italiane costituiscano l'approdo indiscriminato dei migranti e, quindi, fattore di stimolo per i traffici illegali e in modo da evitare che i migranti possano ricollocarsi liberamente negli altri Paesi europei. Questo Governo, inoltre, ha offerto un significativo contributo al fine di elaborare e pervenire a un serio progetto di politica europea – complesso, articolato, multilivello – in materia di migrazioni. Le Conclusioni condivise a fine giugno hanno costituito un buon compromesso tra le varie istanze dei Paesi membri, con la raggiunta consapevolezza della necessità di superare l'attuale regolamento di Dublino".
"Nonostante questo, l'Italia deve prendere atto che lo "spirito di solidarietà" stenta a tradursi in atti concreti. Ho scritto ieri che ne avremmo tratto le conseguenze. Chiarisco meglio: siamo al lavoro per porre una riserva all'adesione dell'Italia al piano finanziario pluriennale in corso di discussione. A queste condizioni, l'Italia non ritiene possibile esprimere adesione a un bilancio di previsione che sottende una politica così incoerente sul piano sociale. E' questo il nostro contributo per far crescere l'Europa. Non possiamo accontentarci di uno spazio comune di mercato, di un'aggregazione di Paesi che si ritrovano sulla base di meri interessi economici", conclude Conte.
Si dimette Vella (Aifa) – La vicenda Diciotti si porta dietro le "pesanti" dimissioni di Stefano Vella, scienziato di livello internazionale, attuale presidente dell'Aifa (l'Agenzia italiana del Farmaco). Vella ha scritto una lettera alla ministra della Salute Giulia Grillo per annunciarle le sue dimissioni "irrevocabili". All'origine il trattamento sanitario insufficiente riservato ai migranti della nave Diciotti: "Uomini e donne si vedono negare la possibilità di ricevere cure indispensabili e vengono lasciati in condizioni igieniche intollerabili. Questa sequenza di fatti rende deontologicamente incompatibile la mia permanenza ai vertici di un’istituzione che si occupa di salute, inclusa quella delle persone più fragili e marginalizzate". Poi l'attacco diretto al Governo che "nel portare avanti il condivisibile principio di un’equa accoglienza dei migranti nell’Ue, mette di fatto a repentaglio la vita di persone nate in Paesi economicamente svantaggiati o segnati da conflitti infiniti»".
Tribunale dei ministri – Ma se il braccio di ferro con l'Europa non è certo destinato a finire con lo sbarco dalla Diciotti, ora si innesta la vicenda giudiziaria. Le contestazioni mosse al titolare del Viminale e al suo capo di gabinetto devono essere oggetto di valutazione del tribunale competente per i reati commessi dai ministri nell'esercizio delle loro funzioni. La procura di Agrigento trasmetterà alla procura di Palermo "per il successivo inoltro" – è scritto in un comunicato del procuratore – "al tribunale dei ministri della stessa città". Una trasmissione "doverosa", la puntualizzazione della nota della magistratura.