"Era un bravo ragazzo e mi amava così tanto", poi "le persone all'università lo hanno cambiato, è diventato un uomo diverso". A parlare per la prima volta, in un'intervista al Guardian, è Alia Ghanem, la madre di Osama Bin Laden. La donna, che adesso ha più di 70 anni e per decenni ha rifiutato di parlare del figlio, ricorda il suo primogenito come un ragazzo timido e bravo negli studi. E racconta di come venne radicalizzato all'Università King Abdulaziz a Jeddah. Uno degli uomini che più hanno influito sul suo cambiamento è Abdullah Azzam, un membro dei Fratelli Musulmani che fu poi esiliato dall'Arabia Saudita e divenne consigliere spirituale di Osama. "Era un bambino molto bravo fino a quando non ha incontrato alcune persone che gli hanno praticamente fatto il lavaggio del cervello", assicura la madre. All'epoca il futuro 'sceicco del terrore' aveva poco più di 20 anni. "Gli dicevo sempre di stare lontano da loro, e lui non avrebbe mai ammesso davanti a me quello che stava facendo, perché mi amava così tanto".
Nei primi anni Ottanta, Osama Bin Laden si spostò in Afghanistan per combattere l'occupazione russa. "Tutti quelli che lo hanno incontrato nei primi tempi lo hanno rispettato", dice Hassan, uno dei due fratelli di Osama rimasti in vita. "All'inizio, eravamo molto orgogliosi di lui. Persino il governo saudita lo trattava in modo molto rispettoso. E poi venne Osama il mujahid". Hassan dice di essere fiero del fratello maggiore "nel senso che mi ha insegnato molto" ma non "di lui come uomo". Il futuro capo di al-Qaeda da giovane era "molto serio e bravo a scuola. Gli piaceva davvero studiare", racconta Alia. Alla domanda se avesse mai sospettato che il figlio potesse diventare un jihadista, Alia risponde che "non mi è mai passato per la testa" e che quando i parenti si sono resi conto della trasformazione del giovane sono rimasti "estremamente turbati". "Non volevo che accadesse nulla di tutto ciò. Perché doveva buttare via tutto così?".
La famiglia dice di aver visto l'ultima volta Osama in Afghanistan nel 1999, anno in cui lo ha visitato due volte nella sua base, appena fuori Kandahar. "Era un posto vicino all'aeroporto che avevano conquistato ai russi", dice la donna. "Era molto felice di riceverci. Ci portava in giro e ci mostrava ogni cosa. Abbiamo fatto una festa, e ha invitato tutti". Dopo l'11 settembre, ricorda il fratellastro di Bin Laden, Ahmed, "sono rimasto scioccato, sbalordito" dalle notizie in arrivo da New York. "Era una sensazione molto strana. Sapevamo fin dall'inizio (che era Osama). Tutti ci siamo vergognati di lui. Sapevamo di dover affrontare conseguenze orribili. La nostra famiglia all'estero è tornata in Arabia Saudita". I parenti di Osama furono sottoposti al divieto di viaggiare e solo dopo anni, raccontano i fratelli, ora possono muoversi liberamente.
Adesso a preoccupare le autorità di tutto il mondo è il figlio di Bin Laden, Hamza, che ha 29 anni e potrebbe trovarsi in Afghanistan. L'anno scorso è entrato ufficialmente nella lista dei terroristi globali degli Stati Uniti e sembra aver preso il posto di suo padre, sotto la guida del nuovo leader di al-Qaeda, l'ex vice di Osama, Ayman al-Zawahiri. "Pensavamo che tutto fosse finito", dice Hassan, zio di Hamza. "Poi sono venuto a sapere che Hamza diceva 'sto andando a vendicare mio padre'. Non voglio passarci di nuovo. Se Hamza fosse di fronte a me ora, gli direi: Pensaci due volte su quello che stai facendo. Non ripercorrere i passi di tuo padre".