Consiglio Ue, seconda giornata dopo l’accordo sui migranti. Macron: “Hotspot solo in Paesi di prima accoglienza”, Conte smentisce

Conte ammette: "Conclusioni? Da solo le avrei scritte diversamente ma eravamo in 28". Salvini: "Nessun nuovo centro in Italia"

Ottimismo, poi un ragionato realismo che porta a parlare di "un accordo soddisfacente almeno all'80%" più di Salvini che è "soddisfatto al 70%". È il giudizio del presidente del Consiglio italiano sulle conclusioni approvate dal vertice Ue. Per Conte è stato un debutto di fuoco nello scenario comunitario, dove si era affacciato solo per il summit informale della scorsa domenica.

La minaccia di veto all'intero documento da parte dell'Italia, se non fossero state accolte le sue richieste sul tema migranti, ha bloccato la prima giornata di lavori. E portato a una lunga, estenuante trattativa durata 14 ore e mezzo, conclusasi quando il sole era ormai già sorto e in cui, come sempre accade, l'Italia ha ottenuto qualcosa e ha dovuto rinunciare a qualcos'altro.

Con una serie di nodi da sciogliere e di incertezze che in mattinata avevano portato Matteo Salvini a essere molto meno positivo del capo di governo: "Non mi fido delle parole, vediamo che impegni concreti ci sono". Una doccia fredda rispetto alla prima reazione del premier che, alle cinque del mattino, era stata entusiasta: "L'Italia non è più sola", aveva esultato Conte alle telecamere. Poi, dopo qualche ora di riposo e di riflessione, i toni si sono fatti più moderati. Con Salvini "siamo sulla stessa lunghezza d'onda. Anche io voglio vedere i fatti", ha assicurato.

Anche perché nel frattempo il presidente francese Emmanuel Macron aveva gettato un'ombra non da poco, sull'accordo dicendo che i centri di accoglienza "vanno fatti nei Paesi di primo ingresso, sta a loro dire se sono candidati ad aprirli". "Macron era stanco, abbiamo lavorato fino a notte fonda, lo smentisco – ha assicurato il leader italiano – Nell'articolo 6 non si parla di paese di primo approdo mentre si parla nell'articolo 12 della riforma di Dublino e del diritto d'asilo". A rincarare la dose è arrivato anche Salvini, sempre pronto negli ultimi tempi ad attaccare il presidente francese: "Secondo gli accordi dall'Italia avremmo dovuto ricollocare 42.000 migranti di cui diecimila in Francia ma Macron se ne è presi solo 640, quindi prima di darci lezioni dovrebbe accoglierne altri novemila".