Un altro giorno in mezzo al mare per la Lifeline, nave dell'ong tedesca con a bordo 234 migranti, che da tre giorni continua a navigare nel Mediterraneo centrale in attesa di un porto sicuro. Sull'imbarcazione c'è un numero di persone tre volte superiore alla capienza e il cibo comincia a scarseggiare, ma per il momento l'odissea non ha fine.
La Lifeline aveva chiesto alla Francia di essere accolta, ma le condizioni meteo le impediscono di affrontare il viaggio: "Non succederà oggi, domani, né dopodomani, a causa del maltempo, ma manteniamo l'opzione aperta", ha dichiarato Axel Steier, co-fondatore dell'Ong. "Il problema è che abbiamo 234 persone a bordo di un'imbarcazione di 30 metri, vicino a un Paese sviluppato, e che l'Europa guarda queste persone mentre deperiscono".
Dopo essere stata rifiutata sia dall'Italia sia da Malta, Valencia aveva aperto il suo porto alla Lifeline, ma l'ong aveva fatto sapere di essere troppo piccola per raggiungere le coste della Spagna. Tuttavia, l'ong ha chiesto al governo spagnolo, in quanto "l'unico su cui si può contare in questo momento", di concedere visti umanitari ai 234 migranti "a causa dell'urgenza della situazione e dello stato di necessità in cui versano alcuni rifugiati". L'ong spera che il governo spagnolo "possa aiutare a trovare una soluzione umanitaria a questa situazione urgente per portare queste persone in un luogo sicuro". Ma, dopo cinque giorni, non ancora è arrivata una risposta.
Intanto si è consumato un altro scontro tra Italia e Francia. La ministra francese per gli Affari europei Nathalie Loiseau ha dichiarato che spetta all'Italia accogliere la nave Lifeline. "La Francia ricorda il diritto internazionale: quando c'è un'imbarcazione e si fa un salvataggio in mare, come nel caso dei passeggeri della Lifeline, si fanno sbarcare nel porto più vicino" cioè "Malta o l'Italia", ha dichiarato la ministra. "Tecnicamente, praticamente, sta all'Italia accoglierla", ha proseguito Loiseau. "Questo non sta bene a tutti, è il diritto internazionale, e non siamo lì per sostituire il diritto con la legge della giungla", ha aggiunto. Poi però ha precisato: "D'altro canto, non possiamo dire a Malta e all'Italia 'sbrigatevela soli'". E per questo la ministra francese ha chiesto "una presenza massiccia dell'Europa nei porti italiani per ascoltare i passeggeri" delle navi di migranti che attraccano.
Ma dal ministero delle Infrastrutture italiano arriva una smentita: "Non è vero che il salvataggio dei naufraghi raccolti dalla Lifeline spettasse tecnicamente all'Italia. L'operazione non è mai stata coordinata dal Mrcc italiano e i porti più vicini all'emergenza erano quelli di Libia, Malta e Tunisia"