Tre attentati in altrettante chiese cristiane a Surabaya, in Indonesia, hanno provocato almeno 11 morti, a cui si aggiungono diverse decine di feriti. Si tratta del più sanguinoso attacco da anni in Indonesia, che è a maggioranza musulmana. A commettere gli attentati, rivendicati dallo Stato islamico, una famiglia di sei persone, tra cui due bambine e due ragazzini.
La famiglia, composta da madre e padre, le figlie di 9 e 12 anni, i figli di 16 e 18 anni, era legata alla rete estremista locale Jamaah Ansharut Daulah, che appoggia l'Isis, secondo quanto riferito dal capo della polizia nazionale Tito Karnavian. Il presidente indonesiano, Joko Widodo, ha condannato gli attentati, dicendo ai giornalisti: "Dobbiamo unirci contro il terrorismo. Lo Stato non tollererà questi atti di cordardia".
Tre luoghi separati sono stati colpiti intorno alle 7:30 del mattino ora locale( l'1.30 ora italiana) in quelli che sembravano essere attacchi coordinati, in cui sono stati impiegati sia attentatori kamikaze sia auto bomba. I filmati trasmessi dalle principali tv indonesiane sembravano mostrare un motociclista che entrava nei giardini di una chiesa prima che una bomba esploda. Altre immagini mostravano invece un veicolo inghiottito dalle fiamme.
Gli artificieri della polizia sono stati chiamati a disarmare gli esplosivi ancora attivi al Gereja Pantekosta Pusat Surabaya, la Chiesa pentacostale del centro di Surabaya, e i testimoni hanno parlato di due forti esplosioni.