Iran, cosa può decidere Trump e con quali conseguenze

L'inquilino della Casa Bianca ha minacciato di smantellare l'accordo sul nucleare

Donald Trump annuncerà alle 20 ora italiana la sua decisione relativa all'accordo sul nucleare iraniano. L'inquilino della Casa Bianca ha minacciato di smantellare l'accordo, ma a sua disposizione ha in realtà una serie di opzioni, più o meno drastiche, dalle quali dipenderà la sorte del patto del 2015.

Di seguito si illustreranno le possibili scelte e le loro conseguenze. A ottobre scorso Trump si era già rifiutato di "certificare" che il piano d'azione firmato dall'Iran con le potenze del 5+1 (cioè Usa, Cina, Russia, Francia, Regno Unito e Germania) fosse conforme agli interessi di sicurezza nazionale, anche se gli ispettori internazionali stimano che Teheran stia rispettando gli impegni presi, che mirano a evitare l'acquisizione della bomba atomica. Ma questa "non certificazione" dell'accordo da parte di Trump resta simbolica, mentre la decisione attesa oggi potrebbe avere ripercussioni più concrete. In cambio degli impegni presi da Teheran, Washington ha sospeso le sanzioni legate al programma nucleare iraniano. Ma la legge americana impone al presidente di pronunciarsi sul rinnovamento di questa sospensione ogni 120 o 180 giorni, a seconda del tipo di sanzioni. Sabato, il 12 maggio, è in scadenza la sospensione di soltanto alcune sanzioni, che prendono di mira la Banca centrale iraniana e i ricavi petroliferi di Teheran. La sospensione delle sanzioni più consistenti, invece, resta in vigore fino a metà luglio, il che dà a Trump più possibilità e più tempo.

COSA PUO' FARE TRUMP

1. CONFERMARE LA SOSPENSIONE DELLE SANZIONI – È l'ipotesi meno probabile, tanto Donald Trump sembra volere dare prova di fermezza. Ma se vuole dare una chance all'iniziativa francese di un "nuovo accordo" con Teheran potrebbe rimandare la 'resa dei conti', almeno fino all'altra scadenza di metà luglio.

2. RISTABILIRE TUTTE LE SANZIONI – Donald Trump potrebbe anche ristabilire, tutte in un'unica soluzione, le sanzioni sospese nell'ambito dell'accordo del 2015. O addirittura imporne di nuove, aggiuntive, rispetto a quelle vecchie. Questo sarebbe un atto forte per "strappare" il testo, perché questa mossa spingerebbe l'Iran a considerarsi sciolto dai propri impegni. Secondo una fonte del New York Times, questa sarebbe l'ipotesi più probabile in quanto il presidente Usa avrebbe rivelato a Emmanuel Macron le sue intenzioni durante una telefonata per discutere di "questioni legate a pace e stabilità in Medioriente".

3. VIE DI MEZZO – Ci sono poi delle vie di mezzo: Donald Trump potrebbe giocare sulla complessità della legge americana per far salire la pressione sull'Iran e sugli europei, nel tentativo di evitare la morte immediata dell'accordo sul nucleare. Secondo alcuni osservatori, si tratta dell'opzione privilegiata, anche se è difficile prevedere dove il presidente Usa piazzerà il cursore. A) Potrebbe per esempio ristabilire solo una parte delle sanzioni, più o meno importante, minacciando di reimporre anche il resto se non ci sarà alcun progresso verso un inasprimento del testo. B) Potrebbe anche, con dei sotterfugi giuridici, ripristinare delle sanzioni ritardandone però l'applicazione. C) Oppure ancora imporre nuove sanzioni, ufficialmente distinte da quelle legate al programma nucleare, cosa che però Teheran potrebbe vedere come una violazione indiretta dell'accordo.

COSA FARANNO GLI ALTRI ATTORI

1. GLI EUROPEI – Gli europei hanno fatto sapere che resteranno nell'accordo anche in assenza degli americani. Ma i diplomatici spiegano che a preoccupare è soprattutto cosa faranno le imprese del Vecchio continente: se, spinte dall'incertezza e dalla minaccia di sanzioni americane, decideranno di lasciare l'Iran o di congelare i loro investimenti, questo potrebbe rendere più dura la reazione dell'Iran. A questo proposito, chi conosce il dossier ipotizza anche una decisione a prima vista tecnica ma potenzialmente carica di conseguenze: Donald Trump ristabilirà anche le disposizioni che puniscono le imprese europee o asiatiche che fanno affari con enti iraniani? Anche da questo naturalmente dipenderà la reazione degli europei e, naturalmente, degli iraniani.

2. L'IRAN – I dirigenti iraniani hanno dato segnali contraddittori, da una parte affermando che resteranno nell'accordo anche in assenza degli Stati Uniti (purché con garanzie da parte dell'Ue) e dall'altra minacciando di accelerare il programma nucleare. Se l'accordo del 2015 dovesse andare in frantumi gli ispettori internazionali non avranno più lo stesso potere di verifica. L'accordo prevede un "meccanismo di risoluzione delle dispute". Se l'Iran lo attiverà, questa sarà un'indicazione della sua volontà di non chiudere la porta immediatamente. La commissione per il seguito dell'accordo, che riunisce tutti i firmatari, si occuperebbe di gestire la crisi, eventualmente a livello di ministri degli Esteri. Poi, in caso di mancata soluzione, verrebbe formato un comitato composto da tre arbitri, che avrebbe a sua volta a disposizione due mesi per gestire la crisi: a quel punto l'Iran dovrebbe decidere se i suoi obblighi previsti dall'accordo sono o meno venuti meno.