I riflettori si riaccendono sul sangue che, da sette anni, scorre in Siria. Il giorno dopo il presunto attacco con armi chimiche su Douma nella Ghouta orientale, che ha ucciso oltre 100 persone, il presidente americano Donald Trump ha annunciato che "entro 24-48 ore" prenderà "importanti decisioni", perché "atrocità come queste non possono essere consentite". Dlla Casa Bianca, Trump ha parlato di un "attacco atroce" e ha aggiunto di non avere "molti dubbi" su chi sia responsabile della nuova strage, nella regione rimasta tra le ultime in mano ai ribelli: vale a dire, il regime del presidente Bashar Assad e i suoi alleati. Quando gli è stato domandato se un'azione militare sia sul tavolo, ha aggiunto: "Niente è fuori dal tavolo. Se è la Russia, se è la Siria, se è l'Iran, se sono tutti quanti assieme, lo scopriremo", i responsabili "pagheranno".
Trump ha anche fatto allusione alle drammatiche immagini fotografiche e video che sono state diffuse dell'attacco a Douma, in cui si vedono cadaveri ammassati e bambini uccisi, con la schiuma alla bocca tipica delle morti per asfissia da gas tossici. "Per quanto le notizie dal mondo siano brutte, quelle immagini non si possono guardare. Siamo molto preoccupati", "qui si tratta di umanità", ha detto. Le sue dichiarazioni sono arrivate poche ore prima della riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, dove gli Usa chiederanno sia avviata una nuova indagine sugli attacchi con armi chimiche in Siria. Washington ha infatti fatto circolare una bozza di risoluzione per istituire un panel incaricato di identificare i responsabili dell'attacco, secondo una bozza vista da AFP. L'Opac, intanto, ha fatto sapere che sta indagando sull'attacco: si può però esprimere solo sul fatto che sia stato o meno di tipo chimico, non sulla responsabilità.