Spia russa, Mosca espelle 150 diplomatici: 60 sono Usa

E chiude il consolato di San Pietroburgo: sale la tensione

Mosca espelle 60 diplomatici statunitensi e chiude il consolato americano a San Pietroburgo, in un'altra tappa della spirale di tensione seguita all'avvelenamento dell'ex spia russa Sergey Skripal e della figlia Yulia nel Regno Unito. Ad annunciarlo è stato il ministro degli Esteri Sergey Lavrov, che ha aggiunto: "Per gli altri Paesi", saranno applicate analogamente "misure simmetriche sul numero di persone che lasceranno la Russia dalle missioni diplomatiche". Dura la risposta degli Stati Uniti: "Nessuna giustificazione per queste espulsioni, ci riserviamo il diritto di rispondere a Mosca". 

Sono decine le nazioni che hanno seguito l'esempio del Regno Unito, che dopo aver accusato la Russia di esser responsabile dell'avvelenamento del 4 marzo aveva espulso 23 diplomatici russi scatenando speculare reazione di Mosca. Tra le nazioni, gli Usa hanno espulsi 60 russi e hanno chiuso il consolato di Seattle.

Lavrov ha precisato che l'ambasciatore americano è stato informato della "misura di ritorsione". Mosca, secondo il diplomatico, sta reagendo alle "azioni assolutamente inaccettabili che vengono prese nei suoi confronti, sotto la pesante pressione degli Stati Uniti e del Regno Unito, con il pretesto del cosiddetto caso Skripal". La Russia ha infatti negato di essere responsabile dell'avvelenamento a Salisbury di Skripal e della figlia, avvenuto secondo Londra con un agente nervino del gruppo Novichok, arma di sviluppo sovietico. Londra, per il russo, sta "costringendo tutti a seguire questa direzione anti-russa".

Il ministro ha aggiunto che Londra ha informato Mosca dello stato di salute di Yulia Skripal, aggiungendo di aver nuovamente chiesto di vederla, essendo la 33enne una cittadina del Paese. Le sue condizioni, ha fatto sapere l'ospedale di Salisbury, "migliorano rapidamente. Non è più in stato critico, è stabile". Il padre resta invece in condizioni critiche ma stabili. Gli investigatori avevano fatto sapere mercoledì che l'ex spia e la figlia hanno avuto il primo contatto con l'agente nervino nella casa dell'uomo: "La più alta concentrazione dell'agente neurotossico si trovava sulla porta d'ingresso dell'abitazione". Lavrov ha anche promesso che "sarà stabilita la verità" sui fatti e ha comunicato di aver chiesto un incontro con l'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) per chiedere loro di "scoprire la verità".