Siria, Turchia prende Afrin. Assad in Ghouta, 250mila civili in fuga

Vittoria dell'operazione iniziata due mesi fa da Ankara contro le Unità di protezione del popolo (Ypg) considerate terroriste

La bandiera della Turchia sventola sulla città siriana di Afrin, dopo che le truppe di Ankara e i ribelli loro alleati hanno cacciato le milizie curde. Le forze turche sono entrate senza quasi incontrare opposizione nell'enclave curda, in una significativa vittoria dell'operazione iniziata due mesi fa nel nord della Siria contro le Unità di protezione del popolo (Ypg), che Ankara considera terroriste e che hanno affiancato la coalizione anti-Isis a guida Usa. Il conflitto in Siria è appena entrato nel suo ottavo anno, mentre pesanti scontri sono in corso sia nella regione di Afrin, sia nell'enclave ribelle della Ghouta orientale, vicino Damasco. E proprio qui, sulla linea del fronte, è comparso tra i soldati il presidente Bashar Assad. Il suo ufficio ha dato su Twitter la notizia, pubblicando fotografie che lo ritraggono tra gli "eroi dell'esercito arabo siriano" e vicino ai carri armati.

Ad Afrin, mentre la statua dell'eroe curdo Kawa veniva abbattuta, gli abitanti fuggivano tra le colonne di fumo create dall'esplosione delle mine. Nei giorni recenti 250mila civili sono fuggiti, dopo che i combattenti pro-Ankara hanno preso il controllo della regione circostante la città. Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha affermato che "un gran numero" di combattenti turchi ha "lasciato la città con le proprie gambe" e che l'operazione può spostarsi ora ad altre aree controllate dai curdi nel nord della Siria. Le autorità curde, però, hanno promesso di riprendere Afrin: "Resistenza, continueremo sino a quando ogni centimetro di Afrin sarà liberato", "le nostre forze diventeranno un incubo" per i turchi. Secondo l'Osservatorio siriano dei diritti umani, oltre 280 civili, 1.500 combattenti curdi e 300 miliziani pro-Ankara sono stati uccisi dall'inizio della campagna il 20 gennaio. L'esercito di Ankara ha dato notizia di 36 soldati turchi uccisi.

Sul fronte della Ghouta orientale, nell'offensiva governativa che vuole riprendere il controllo dell'enclave ribelle, migliaia di civili continuano a fuggire per il quarto giorno, mentre i raid aerei e gli assalti di terra dell'esercito appoggiato dalla Russia si sono attenuati. Il regime ha ripreso oltre l'80% dell'ex bastione ribelle, dal lancio dell'offensiva il 18 febbraio, secondo l'Osservatorio. Restano tre sacche in mano a diversi gruppi ribelli. Più di 1.400 civili sono stati uccisi e almeno 65mila sono fuggiti negli ultimi giorni. Assad ha incontrato i soldati al fronte, nel primo viaggio da anni nella regione: la tv di Stato ha diffuso le immagini del presidente circondato dai soldati, che inneggiano a lui e scattano selfie, e di abitanti che spingono per salutarlo, baciarlo e stringergli la mano.