Decine di persone sono state curate per difficoltà respiratorie in Siria dopo nuovi raid aerei avvenuti mercoledì sera nell'enclave di Ghouta orientale. Lo denuncia l'Osservatorio siriano per i diritti umani, e alcuni medici riferiscono di sintomi compatibili con un attacco chimico. Secondo l'Osservatorio, almeno 60 persone hanno riportato problemi respiratori dopo gli attacchi aerei e con barili-bomba che hanno colpito le città di Saqba e Hammuriyeh. Inoltre la Syrian American Medical Society (Sams), ente benefico che sostiene gli ospedali nella Ghouta orientale e in altre zone che in Siria sono controllate dai ribelli, riferisce che i medici in una struttura di Ghouta Est hanno raccontato di avere soccorso almeno 29 pazienti con sintomi di esposizione al cloro.
La Sams non riferisce di alcun morto, ma precisa che probabilmente altre vittime dell'attacco sono state curate in altre cliniche. "A causa di un attacco al cloro a Ghouta Est, pazienti stanno lottando con sintomi come grave dispnea, sudorazione, congestione delle mucose, grave colo nasale, affanno ed eritema congiuntivale", ha scritto la Sams sui social network, aggiungendo che "il trauma emotivo per questi attacchi non si può misurare".
Intanto continuano le pressioni internazionali per far sì che la tregua, ignorata da dieci giorni, venga rispettata. Ieri il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite ha chiesto l'applicazione del cessate il fuoco nel Paese, nel corso della riunione dove ha anche ipotizzato un possibile ruolo dell'Onu per far uscire dalla Ghouta orientale elementi "terroristi". Nell'incontro a porte chiuse, i membri del Consiglio hanno chiesto in modo "unanime" che un altro convoglio umanitario possa "raggiungere bene la Ghouta" domani e che gli aiuti possano essere inviati "tutti i giorni", ha affermato un diplomatico.
Hanno inoltre "espresso la loro preoccupazione a proposito della situazione umanitaria" e "ribadito i loro appelli a una applicazione" della tregua, ha fatto sapere l'ambasciatore olandese, Karel van Oosterom, presidente del Consiglio Onu. Perché potesse rilasciare dichiarazioni era necessario il consenso di tutti i membri. Secondo una fonte diplomatica, alla riunione ha ottenuto vasto consenso l'idea dell'inviato speciale, Staffan de Mistura, su negoziati tra i gruppi armati e altre parti, tra cui la Russia, con ruolo di mediatore all'Onu, per far uscire dall'enclave ribelle dei "gruppi terroristi".